TEA, nuovo stop dell’Unione Europea. Il commento di Mario Pezzotti: “Politica disallineata rispetto alla scienza”

“La paralisi penalizza la ricerca, l’innovazione e, in ultima analisi, i cittadini europei”.

di Giulia Bartalozzi
  • 02 July 2025

Il 27 giugno 2025 è stato reso noto che il Parlamento europeo ha deciso di interrompere il trilogo con Consiglio e Commissione sul dossier relativo alle nuove tecniche genomiche (TEA o NGTs), facendo così sfumare le possibilità della Presidenza polacca di chiudere i negoziati prima del passaggio di consegne alla Danimarca.
La decisione è stata presa dalla relatrice, l’On. Jessica Polfjärd (PPE, Svezia), a fronte dell’assenza di progressi significativi e dei contrasti interni tra le forze politiche del Parlamento europeo. Infatti, durante la riunione preparatoria, il gruppo S&D ha esordito dichiarando la propria contrarietà a un “accordo al ribasso e a tutti i costi” nella riunione prevista per lunedì. A tale posizione si sono subito associati i gruppi Verdi e Left. Gli S&D hanno inoltre chiesto la riapertura dell’Allegato I, relativo ai criteri di equivalenza, che la Commissione considerava ormai chiuso come potenziale compromesso. Anche l’ECR ha colto l’occasione per segnalare che il compromesso sull’Allegato I non sarebbe sufficiente ad aprire realmente la categoria 1, rendendola utile per il settore agroalimentare dell’UE. Renew Europe continua invece a premere sui criteri di sostenibilità ambientale legati allo sviluppo delle TEA. Restano irrisolti i temi della sostenibilità, della tracciabilità ed etichettatura e la brevettabilità.

Il Prof. Mario Pezzotti, ordinario di Genetica agraria all’Università di Verona, georgofilo e coordinatore dell’Electronic Working Group (EWG) on "gene editing" dell’Union of European Academies for Science Applied to Agriculture, Food and Nature (UEAA). ha così commentato:
“La decisione del Parlamento europeo di interrompere il trilogo sul dossier relativo alle nuove tecniche genomiche (TEA/NGTs) è l’ennesima conferma di quanto i tempi della politica siano spesso disallineati rispetto all’urgenza dell’innovazione scientifica e tecnologica. In un momento in cui l’agricoltura europea ha bisogno di strumenti efficaci per affrontare le sfide del cambiamento climatico, della sicurezza alimentare e della sostenibilità, lasciare in sospeso un dossier così strategico rischia di rallentare lo sviluppo e l’applicazione di soluzioni concrete.
È legittimo e necessario che ci sia un confronto approfondito su temi complessi come la sostenibilità, la tracciabilità, l’etichettatura e la brevettabilità, ma è altrettanto fondamentale che il dibattito politico non diventi ostaggio di contrapposizioni ideologiche o di equilibri interni fra gruppi parlamentari. Il risultato è una paralisi che penalizza la ricerca, l’innovazione e, in ultima analisi, i cittadini europei.
Il rinvio dei negoziati alla Presidenza danese – di cui peraltro non è ancora noto il calendario – allontana ulteriormente una decisione attesa da anni. Occorre auspicare che si riesca a riprendere il confronto in modo costruttivo e con la consapevolezza che, in questo campo, l’Europa non può permettersi di restare indietro”.