Strade “verdi”: futuro possibile?

di Francesco Ferrini
  • 08 June 2022

Le strade sono la linfa vitale delle nostre comunità e il fondamento delle nostre economie urbane. Esse costituiscono oltre l'80% di tutto lo spazio pubblico in città e hanno il potenziale per promuovere attività di business, servire da spazio condiviso per i residenti, e di fornire un posto sicuro per la gente per passeggiare o andare in bicicletta. La vivacità della vita urbana richiede, tuttavia, un approccio progettuale sensibile al ruolo poliedrico che le strade svolgono nelle nostre città.
Se è pur vero che la storia ci dice che i primi veicoli a motore dovevano essere preceduti da un uomo con una bandiera rossa per garantire che i pedoni e gli animali non rischiassero di essere investiti dalle auto, il progresso e la motorizzazione diffusa hanno fatto sì che le progettazioni e le realizzazioni soprattutto nell’epoca del boom economico siano state pensate solo ed esclusivamente per il traffico veicolare.
Il lockdown, insieme a tutti i problemi che ci ha evidenziato, ci ha portato a riconsiderare molti dei paradigmi che stavano alla base delle pianificazioni urbane e ci ha offerto opportunità uniche per riconsiderare quanto spazio vogliamo o dobbiamo veramente dedicare ai veicoli a motore, quanto ai pedoni e quanto ai ciclisti. Le esigenze del trasporto pubblico devono essere pianificate attentamente per massimizzare il numero di passeggeri, ma ridurre al minimo lo spazio occupato e riprogettare le nostre strade per gli usi che prevediamo per il futuro.
Mentre pensiamo di riconfigurare la città, da dove dovremmo iniziare? Dovrebbe pensare ai pedoni? ai ciclisti? Ai residenti? alle aziende? Se le nostre città devono essere luoghi veramente resilienti e sostenibili per tutti gli utenti, dobbiamo dare una priorità più alta di quella che abbiamo fatto storicamente alle infrastrutture verdi: i nostri parchi, giardini, alberi e altri elementi della componente vegetale. Troppo spesso altri elementi nel nostro paesaggio urbano sono stati visti come di maggiore importanza e quindi abbiamo aree che non sono flessibili, malsane e non sicure.
Le autorità locali affermano spesso di non avere fondi per mantenere l'infrastruttura verde, ma quando guardiamo ai molteplici ed enormi benefici che derivano da un’area verde ben pianificata e progettata, e in particolare dagli alberi, è chiaro che questi benefici vanno ben oltre la copertura di eventuali piccole passività di gestione ma, sfortunatamente, non riempiono di solito le casse delle autorità locali, né vengono percepiti come tali dai cittadini che non sembrano essere consapevoli del “valore edonistico”, in cui, è vero, entrano in gioco anche altri servizi come scuole, biblioteche, stazioni di polizia, trasporti, ecc.
Le ricerche condotte in vari paesi hanno infatti evidenziato che, in generale, la vicinanza a un’area verde si traduce in un valore più alto degli immobili. Le persone preferiscono aree esteticamente gradevoli e sono molto più propense a scegliere di vivere e lavorare in edifici con vista su paesaggi piacevoli e questo ha riflessi positivi sul benessere e sulla salute del singolo e della comunità.
Ciò determina un aumento del valore delle abitazioni poste in aree verdi o con un verde di pertinenza di buona qualità.
Ma anche benefici come un miglioramento della salute e del benessere, riduzione dei problemi causati dalle sempre più frequenti piogge torrenziali con i conseguenti problemi del loro deflusso, il minor inquinamento, ecc. comportano risparmi reali e questi devono essere ridistribuiti per rendere la gestione netta a costo zero.
Con il pacchetto di misure legate al Green New Deal e al rilancio post-COVID per aumentare l’uso della bicicletta e le camminate, inizieremo a vedere piste ciclabili pop-up con spazio protetto per il ciclismo, marciapiedi più ampi, incroci più sicuri e corridoi ciclabili in poco tempo.
Le strade dovrebbero quindi essere progettate come veri e propri ecosistemi in cui i sistemi artificiali si interfacciano con quelli “naturali”. Dai marciapiedi permeabili alle bioswales che gestiscono le acque meteoriche in eccesso, alle alberature stradali che offrono ombra e sono fondamentali per la salute delle città, l'ecologia urbana ha il potenziale di agire come driver per la progettazione sostenibile di lungo termine.
È chiaro che nelle nostre città, quasi sempre, cresciute in modo disordinato su un impianto storico, questi concetti non sono sempre facilmente applicabili, ma possiamo pensare a un futuro con più alberi. Altri lo hanno fatto o lo stanno facendo. Perché noi no?