GENETICA: POLITICA CONTRO SCIENZA

La Fondazione Diritti Genetici, presieduta da Mario Capanna (insediatasi di recente nel Castello dei Monteroni, ceduto in proprietà dall’Arsial del Lazio al Comune di Ladispoli e da questi in comodato d’uso ventennale alla Fondazione e ristrutturata quindi ad hoc dalle Sovrintendenze ai beni monumentali ed archeologici), ha ricevuto ora anche un contributo quadriennale di 20 milioni di euro per il proprio progetto GenEticaMente, riguardante processi di gestione genetica assistita da marcatori molecolari (MAS). L'investimento previsto di 20 milioni di euro per il quinquennio 2011-2015 è una somma da reperire da fonti pubbliche e private, che lo condividano. La presentazione è stata fatta martedì 25 gennaio alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, On. Gianni Letta. A supportare l’iniziativa anche 7 ministeri (Università e Ricerca, Agricoltura, Economia, Ambiente, Beni culturali, Sviluppo economico, Affari Esteri e Politiche Comunitarie), altri enti pubblici, tra cui la Regione Lazio, la Regione Puglia, la Città di Roma e il Gruppo COOP. La notizia ha suscitato forti reazioni da parte del mondo scientifico. Si riporta qui di seguito la sintesi di alcune.

  • 02 February 2011
Martedì 25 gennaio il Sottosegretario Gianni Letta ha tenuto a battesimo, a Ladispoli, il progetto GenEticaMente denominato di “ricerca partecipata”, fungendo da più alto punto di riferimento per un accordo tra 7 ministeri (Università e Ricerca, Agricoltura, Economia, Ambiente, Beni culturali, Sviluppo economico, Affari Esteri e Politiche Comunitarie) e una fondazione privata diretta dal dottore in filosofia Mario Capanna. Partecipanti attivi all’incontro erano il Governatore della Puglia Vendola ed il presidente di COOP Tassinari.
Il progetto  risulterebbe finanziato con 20 milioni di euro per i prossimi quattro anni, e si propone di utilizzare una serie di piattaforme genetiche intese a realizzare il miglioramento delle piante di interesse agricolo senza ricorrere agli OGM, secondo la “nuova” tecnologia MAS che è tutt’altro che nuova tanto che numerosi gruppi di veri scienziati italiani usano queste tecnologie da trent’anni.
La comunità scientifica italiana giudica imbarazzante e umiliante che in un momento di carenza di fondi per la ricerca, endemica nel nostro Paese ma oggi aggravata dalla crisi economica, industriale ed occupazionale, si siano trovati 20 milioni di euro per un progetto che prescinde da qualunque parametro di meritocrazia e da qualunque standard internazionale di valutazione della ricerca. Colpisce in particolare che lo stesso governo e lo stesso ministro che hanno recentemente promosso una legge di riforma che mette al centro del processo di finanziamento della ricerca il principio della valutazione fra pari per la selezione dei progetti di ricerca e ricorre all’istituzione di un Comitato Nazionale dei Garanti per la ricerca per assicurare il buon funzionamento di tali procedure di valutazione (Art. 20 e 21, legge 30/12/2010, n. 240) poi diano il loro appoggio istituzionale e finanziario ad un progetto “di ricerca” che sfugge completamente a tali virtuosi principi.

Gilberto Corbellini
Prof. Ordinario di Bioetica - Università La Sapienza (ROMA)
(da inserto domenicale del Sole24Ore)

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La comunità scientifica italiana si sente tradita, vedendo preferire nell’assegnazione dei fondi per la ricerca una Fondazione privata con espliciti obiettivi politici. L’iniziativa a favore della Fondazione Diritti Genetici, presieduta da Mario Capanna, suscita profonda perplessità e preoccupazione per almeno tre ordini di motivi:
Competenza. La tecnologia MAS, erroneamente proposta come innovativa e contrapposta a quella che porta alla produzione di OGM, risulta già applicata da anni con  successo nel nostro paese da diverse decine di Università, Centri e  Fondazioni di Ricerca con pubblicazioni scientifiche sulle più  prestigiose riviste internazionali e il rilascio di nuove varietà di  interesse agronomico.
Uso delle risorse. La quantità di risorse da investire nel  progetto, 20 milioni di €, è pari ad 1/5 dell’intero fondo PRIN che  l’Italia dedica alla ricerca “libera” in tutti i settori del sapere.  Affidare una tale quantità di denaro pubblico, senza criteri di merito  o sistemi di valutazione della fattibilità tecnico- scientifica del  progetto, ad una Fondazione privata che non presenta alcuna competenza  nel campo di ricerca per il quale tali fondi sono stati erogati, oltre  che uno schiaffo ai Centri che da anni si occupano di MAS, è una garanzia di insuccesso.
Finalità politiche. Accanto alle attività di ricerca sono previste attività di comunicazione e formazione. In questi ambiti la Fondazione Diritti Genetici si è già distinta per essere portatrice di una visione partigiana profondamente ascientifica. Nella sue campagne contro gli OGM ha  peraltro ignorato tutti i pareri espressi dalle Società Scientifiche italiane attraverso tutti i pronunciamenti ufficiali del mondo accademico.
Davanti a questo scenario non possiamo che dichiararci amareggiati e profondamente turbati per il futuro della ricerca agraria e biotecnologica nel nostro paese. Chiediamo pertanto con forza alle istituzioni di ritirare, da subito,  il loro supporto all’iniziativa e di inserire quelle risorse in un  bando ufficiale che presenti criteri di assegnazione trasparenti al  fine di consentire un loro utilizzo effettivo per il bene del paese.

Simone Maccaferri
Presidente ANBI (Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani)
Giorgio Morelli
Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, Roma

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Le notizie di stampa e i documenti di cui si può disporre, relativi alle attività della Fondazione "Diritti Genetici e, in particolare, al progetto GenEticaMente", lasciano stupefatti, se solo si considera la mancanza di basi scientifiche di una qualsivoglia solidità.
Propone come "nuova frontiera scientifica" una tecnica ampiamente utilizzata e collaudata, da tutte le istituzioni di ricerca pubblica, come è la selezione assistita con marcatori molecolari, come base per un'attività, ambiziosa, di ricerca e di miglioramento di "varietà di importanza commerciale rappresentative dell'eccellenza italiana".
Straordinaria è, poi, la sottolineatura con la quale si rileva come responsabile di un progetto sia una "ONLUS no profit" e non (sic!) un ente di ricerca pubblica. Ci mancherebbe altro che lo Stato finanziasse un Ente di ricerca pubblico! No, meglio un'associazione no profit "ideologicamente orientata".
La SOI ritiene doverosa una presa di posizione ferma e rigorosa che sottolinei l'incredibile vacuità di una proposta che ha dalla sua parte esclusivamente la forza mediatica e politica che la rappresenta.
Alla Presidenza del Consiglio, a tutti i Ministeri, Conferenza dei Rettori (CRUI) dei Presidi delle Facoltà, Enti territoriali, aziende ed operatori della filiera agroalimentare, deve arrivare il pieno dissenso, nel metodo e nel merito, di un mondo, quello della ricerca scientifica italiana, che opera a favore delle Scienze Agrarie, che ha dato, e continua a dare, un contributo enorme allo sviluppo delle scienze e del sistema agricolo, in Italia e in campo internazionale. Anche, e non solo, nel campo delle biotecnologie avanzate.

Paolo Inglese
Presidente della Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana
Bruno Mezzetti
Coordinatore del gruppo di lavoro SOI