Mura di città: un esempio di giardino verticale spontaneo

di Daniela Ciccarelli
  • 30 June 2021

Le città antiche sono ancora oggi caratterizzate dalla presenza di cinte murarie più o meno conservate. Pisa è un esempio di città sviluppatasi nel Medioevo dove è possibile rinvenire non soltanto mura storiche che circondano quasi completamente la città, ma anche di estesi manufatti come ad es. l’acquedotto mediceo, la fortezza Sangallo e i bastioni medicei. Le superfici murarie delle grandi infrastrutture storiche possono ospitare una flora rupicola specializzata in grado di crescere su substrati ecologicamente estremi. Le piante delle mura sono caratterizzate da particolari adattamenti: sono in grado di radicare su substrati rocciosi con poca disponibilità di suolo; spesso sono succulente perché gli ambienti in cui vegetano sono aridi e molto soleggiati; riescono a tollerare elevate concentrazioni di azoto (situazione piuttosto comune in città) e sono resistenti al calpestio soprattutto quelle piante che si insediano sui marciapiedi e negli acciottolati. La flora delle mura potrebbe sembrare ad un occhio poco esperto formata da piante comuni e di scarso interesse dal punto di vista biologico. In realtà, le piante delle mura costituiscono una sorta di giardino verticale spontaneo di grande valore non soltanto dal punto di vista paesaggistico e ornamentale ma anche naturalistico. Molte delle specie vegetali che rinveniamo sulle mura storiche di Pisa sono piante officinali cioè utilizzabili a scopo medicinale – ad es. la valeriana rossa dalle proprietà sedative - oppure piante alimentari - come ad es. il cappero di cui sono commestibili sia i boccioli fiorali chiusi che i frutti. Purtroppo, alcune piante sono note per gli effetti allergenici che esercitano sull’uomo: la parietaria o erba vetriola possiede un polline estremamente allergenico responsabile del raffreddore da fieno.
Una questione di rilevante importanza è rappresentata dalla presenza di alberi e arbusti sulle mura della città – ad es. lecci oppure grossi rampicanti come l’edera - che oltre ad arrecare danni ai manufatti storici ne possono compromettere l’integrità e la stabilità causando dei potenziali pericoli (ad es. distaccamenti parziali dei conci o dei mattoni). In questo caso, è buona norma monitorare periodicamente la cinta muraria e mettere in atto degli interventi anche di eradicazione laddove si riscontra una situazione di pericolo.
Infine, la conoscenza delle diverse specie vegetali che possono colonizzare i vari manufatti cittadini, i loro peculiari adattamenti alle condizioni ecologiche e il loro grado di pericolosità per queste strutture sono presupposti fondamentali nella pianificazione degli interventi di restauro nel pieno rispetto della biodiversità e della conservazione delle risorse naturali.

(L’articolo è la sintesi della lecture organizzata dall’Associazione Amici dei Georgofili di Pisa, il 24 giugno u.s.)