La cavalletta verdissima

di Santi Longo
  • 15 March 2023

Un Ortottero, ampiamente diffuso in Italia e in gran parte dell’ecozona paleartica, dall’Europa alla Cina, è la Cavalletta verdissima Tettigonia viridissima; descritta da Linneo nel 1758 come Locusta viridissima, per il colore verde brillante del tegumento, che in alcuni individui è di colore giallastro. Sulla parte dorsale del corpo è presente una caratteristica fascia di colore marroncino. Nel 1773 è stata descritta da De Geer come Tettigonia viridis cantatrix (dal greco τέττιξ-ιγος =cicala) perché, similmente alle cicale, solo i maschi, soprattutto nelle ore pomeridiane e notturne, emettono suoni acuti interrotti da lunghe pause, con l’organo stridulante costituito da un archetto situato sull’ala sinistra che viene sfregato contro un timpano membranoso sull’ala destra. Il corpo delle femmine adulte misura da 32 a 42 mm ed è dotato di un ovopositore sottile sciaboliforme, lungo circa 3 cm, che arriva a livello delle ali anteriori. Il corpo dei maschi, che misura in media 3,5 cm, è dotato di cerci addominali più lunghi di quelli delle femmine. In entrambi i sessi le antenne sono lunghe e filiformi. Le ali posteriori sono membranacee e lunghe circa 5 cm, quanto le coriacee ali anteriori. Le zampe posteriori di tipo saltatorio hanno femori muniti di spine scure. La cavalletta verdissima è considerata una specie utile poiché preda principalmente larve di insetti nonché afidi, ditteri e microlepidotteri, inoltre rode le foglie e i fiori di numerose piante. Gli adulti sono presenti da luglio a ottobre. I maschi formano grandi spermateche che lasciano al suolo da dove vengono prelevate dalle femmine; queste, una volta fecondate, con il lungo e robusto ovopositore depongono nel suolo uova di colore nerastro, lunghe circa 5 mm, in piccoli gruppi o singolarmente. La schiusa si verifica di norma nella primavera successiva ma può avvenire anche dopo due o tre anni. Le neanidi hanno il corpo verde brillante con una fascia dorsale bruna; le ninfe, dotate di abbozzi alari, compiono di norma 3 mute prima di raggiungere lo stadio adulto. La specie vive nelle zone erbose, principalmente prati incolti ecespugli ma è presente anche in ambienti boschivi e urbani.
Uno dei fattori di mortalità è rappresentato dal Nematode entomopatogeno Mermis nigrescens le cui forme giovanili penetrano nel corpo della Tettigonia nel quale, a completo sviluppo le femmine possono superare i 20 cm di lunghezza e i maschi i 5 centimetri. Inoltre i vari stadi della Cavalletta vengono attivamente predati da Mantidi nonché da Roditori, Felini e Pipistrelli. Questi ultimi emettono ultrasuoni di richiamo per geolocalizzare le prede. La Tettigonia in risposta a tali richiami, chiude le ali posteriori, ma rimane nella posizione di volo, con le ali anteriori aperte, perdendo quota. Se l’intensità del segnale è molto elevata, la cavalletta chiude anche le ali anteriori e si lascia cadere al suolo o sulla vegetazione disorientando il predatore e sfuggendo alla cattura. 


Figura: Maschio adulto di Tettigonia viridissima