L'olivicoltura salentina nelle prospettive del dopo Xylella e della PAC post 2020


Hotel Hilton Garden Inn
Via Cosimo De Giorgi, 62


ore 9

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Nel Salento l'attività agricola è stata sempre fondamentale sia dal punto di vista
economico per la produzione di beni alimentari, che dal punto di vista ambientale
per il suo contributo a disegnare il paesaggio, proteggere l'ecosistema e
conservarne la biodiversità.
In questi ultimi anni la devastazione prodotta sul nostro territorio con il diffondersi
del batterio Xylella fastidiosa ha di fatto sconvolto tale sistema plurisecolare,
distruggendo in particolar modo l'olivicoltura.
Diviene fondamentale, quindi, sensibilizzare le Istituzioni, i produttori agricoli, le loro
Organizzazioni e la cittadinanza in generale al fine di predisporre un piano di
ricostruzione del territorio che coinvolga l'agricoltura e tutte le altre attività
economiche (turismo, artigianato, commercio, piccola e media industria, servizi).
Nel piano è indispensabile definire uno specifico progetto per il rilancio
dell'olivicoltura salentina attraverso il recupero e la razionalizzazione degli oliveti
tradizionali, la realizzazione di nuovi impianti con l'impiego di cultivar
resistenti/tolleranti al batterio Xylella fastidiosa e l'introduzione di nuovi sistemi
produttivi.
A tal proposito non è sufficiente indicare cultivar di olivo resistenti ad una specifica
malattia (nel nostro caso Xylella), ma è necessario che le cultivar siano in possesso
di caratteristiche agronomiche, biologiche e tecnologiche tali da tutelare il territorio
da possibili future problematiche agro-ambientali.
In tale ottica ed anche al fine di sostenere un'agricoltura che dia valore aggiunto alla
produzione e al territorio, risulta necessario che l'olivicoltura salentina sappia
coniugare l'innovazione tecnologica con le specificità paesaggistiche e con le
esigenze ambientali, prevedendo inoltre la diversificazione colturale e l'utilizzo delle
aree marginali e dei piccoli appezzamenti per la forestazione e la rinaturalizzazione.
L’autorevole presenza del Professore Angelo Frascarelli e di altri esperti del settore,
contribuirà senz’altro ad indirizzare al meglio le scelte che i produttori agricoli
dovranno necessariamente adottare per la ricostruzione della nostra olivicoltura.