Non è sempre colpa del Punteruolo rosso

di Santi Longo
  • 31 October 2018
Sempre frequenti sono le segnalazioni, da parte di privati e di pubblici amministratori, di presunte infestazioni di Punteruolo rosso, soprattutto su Palme da datteri che presentano parte della chioma collassata. La preoccupazione è giustificata dal fatto che, nel centro di Catania e ad Acicastello, due persone sono rimaste vittime dell’improvvisa caduta della parte sommitale dello stipite di due palme infestate. Le larve mature di Rhynchophorus ferrugineus, con le potenti mandibole, tranciano le fibre vegetali che utilizzano per la costruzione delle camere pupali, creando le condizioni per il collasso e la caduta della chioma a seguito di sollecitazioni meccaniche, anche modeste (vento, urti accidentali, ecc.). A differenza di Phoenix canariensis che, di solito, viene infestata nella parte sommitale dello stipite, P. dactylifera viene attaccata in un punto qualsiasi dello stipite. Le femmine del Punteruolo, ispezionano lo stipite, dalla base alla sommità, della palma sulla quale arrivano in volo, richiamate da sostanze volatili prodotte dalla pianta e dal feromone di aggregazione emesso dai maschi esploratori che le hanno precedute. Individuato un sito idoneo, depongono le uova; le Palme da datteri in buone condizioni vegetative, reagiscono emettendo un essudato vischioso che ingloba le uova e le giovani larve, bloccando in tal modo l’infestazione. Le palme in non buone condizioni, per vecchiaia, o per problemi vari, non sono in grado di reagire; pertanto, l’infestazione procede lentamente ma inesorabilmente. E’ stato constatato che, mentre una Palma delle Canarie muore, in media, dopo 7 mesi dall’inizio dell’infestazione, quella da datteri sopravvive 7 anni. Di quest’ultima specie, nel centro urbano di Catania, nel 2011 e nel 2012, due esemplari, infestati alla base dello stipite, si sono improvvisamente schiantati al suolo, fortunatamente, senza danni a persone o cose. Purtroppo, altre due, attaccate nella zona sommitale hanno causato altrettante vittime; l’improvviso schianto della prima, nel 2013, ad Acitrezza (Acicastello), ha causato la morte di un musicista. La seconda, nel 2014 a Catania, ha causato la morte di una signora, colpita dallo stipite schiantatosi in seguito al grave, ma non evidente, attacco del Punteruolo. Il subdolo procedere dell’infestazione rende necessario il periodico monitoraggio degli esemplari vetusti. Gallesio riporta che, in condizioni vegetative normali, la vita di P. dactylifera è di 120 anni; ovviamente attacchi parassitari e/o difficili condizioni pedoclimatiche, riducono tale durata. Soprattutto nei centri urbani, il monitoraggio, a cadenza annuale, e la verifica della stabilità, si rendono necessari per evitare possibili incidenti. A Messina, lungo il percorso della “metropolitana di superficie”, i pali elettrici sono stati mascherati con maestose Palme da datteri, alcune delle quali si sono già schiantate al suolo; mentre, a Genova, sono state messe a dimora numerose P. dactylifera per ridurre l’impatto visivo del viadotto che sovrasta il porto.
La quasi totalità delle palme, esaminate a partire dal 2005, poiché presentavano il collasso dei palchi inferiori della chioma, erano di sesso femminile, i cui pesanti grappoli di datteri, che maturano in autunno, premevano sugli stipiti delle foglie sottostanti, causando gli allarmanti ripiegamenti. In questi casi, la tempestiva rimozione dei grappoli (pesanti ognuno fino a 25 Kg), le cui drupe, nei nostri ambienti, raramente sono commestibili, serve a ristabilire il normale assetto della chioma.



 

Fig.1 Collasso della corona inferiore delle foglie di Phoenix dactylifera

Fig.2. Stipite di P. dactylifera con essudato che ha bloccato l’infestazione



Fig.3. Eliminazione di una Palma da datteri il cui stipite è stato infestato



Fig.4. Maestose P. dactylifera, nel porto di Genova.



Fig.5. Taglio dei pesanti grappoli di datteri e delle foglie collassate.