Possibili risparmi idrici a livello aziendale

di Angelo Caliandro
  • 25 October 2017
A livello aziendale sono possibili risparmi idrici anche senza ricorrere al metodo irriguo a goccia, ma continuando ad usare quelli già adottati, facendo ricorso ad opportuni accorgimenti nella gestione della pratica irrigua e più in generale dell’acqua disponibile, irrigua e di pioggia. A quest’ultimo riguardo merita ricordare, ai fini del risparmio idrico, l’utilità dell’uso delle tecniche di aridocoltura utilizzabili anche in ambienti irrigui, intendendo per aridocoltura “un’agricoltura in cui è praticato il più razionale uso delle limitate risorse idriche disponibili”. 
Inoltre, al fine di economizzare acqua si potrebbe fare ricorso, con strategie diverse, all’utilizzo di volumi specifici stagionali d’irrigazione di massima convenienza economica, anziché di quelli per ottenere la massima produzione, ed all’adozione di tecniche di “stress idrico controllato” (regulated deficit irrigation - RDI, phenological deficit irrigation - PDI, partial root-zone drying - PRD). e di altre tecniche, specifiche per singola coltura, collaudate sperimentalmente.  
Continuando ad utilizzare i metodi irrigui adottati nell’ azienda sono possibili risparmi idrici migliorandone l’efficienza distributiva dell’acqua.  Nel caso dei metodi irrigui gravimetrici, scorrimento superficiale ed infiltrazione laterale da solchi, se usati su terreni tendenzialmente argillosi o limoso-argillosi e per colture con apparati radicali profondi, tali da richiedere volumi di adacquamento elevati ed orari di adacquamento lunghi, e se la lunghezza delle unità irrigue, delle spianate e dei solchi, ed i moduli unitari, corpo d’acqua per spianata e per solco, sono adeguati alle caratteristiche idrologiche dei terreni, in particolare alle variazioni nel tempo della velocità di infiltrazione dell’acqua nel terreno, è possibile realizzare  efficienze distributive dell’acqua anche molto prossime al 70 – 80% , in quanto in tali condizioni le perdite di acqua per percolazione profonda all’inizio delle unità irrigue e per colature terminali alla fine delle stesse sarebbero limitate. I metodi irrigui gravimetrici usati su terreni tendenzialmente sabbiosi e comunque per colture con apparati radicali superficiali danno luogo, invece, a bassi valori di efficienza distributiva dell’acqua.
Nel caso dell’irrigazione a pioggia, pur consentendo di realizzare efficienze distributive dell’acqua dell’ordine del 70 – 80%, in pratica sono difficilmente raggiungibili. Si pensi, per esempio: all’influenza della ventosità sulla uniformità di distribuzione dell’acqua erogata dagli irrigatori, specialmente da quelli a lunga gittata, ed alla ventosità piuttosto elevata lungo le coste; all’intensità di pioggia realizzata nella pratica, spesso superiore  alla velocità d’infiltrazione dell’acqua nel terreno, con perdite di acqua per scorrimento  superficiale o ruscellamento in terreni in pendio e per percolazione profonda nelle aree di confluenza dell’acqua in terreni pianeggianti. Inconvenienti quest’ultimi riscontrabili in modo particolare con macchine irrigue mobili durante l’adacquata (ali imperniate ad un estremo o “pivots”, ali ad avanzamento frontale o “rangers”) e con irrigatori giganti semoventi o “rotoloni”.
Tuttavia, anche con l’irrigazione a pioggia è possibile elevare i valori di efficienza distributiva dell’acqua, per esempio, facendo ricorso a mini sprinklers, molto diffusi su alcune colture orticole. Nel caso dei rotoloni   è possibile realizzare soddisfacenti valori di efficienze distributive dell’acqua utilizzando quelli di ultima generazione, dotati di irrigatori a lunga gittata a turbina, a ritorno lento del braccio oscillante su un piano orizzontale, ad angolo variabile e richiedenti pressioni di esercizio inferiori a quelle dei rotoloni di prima generazione, oppure in zone ventose, in sostituzione dell’irrigatore a lunga gittata, adottando l’ala piovana o barra irrigatrice. L’efficienza distributiva dell’acqua risulterebbe più elevata se la barra irrigatrice fosse dotata di diffusori di tipo LDN (Low Drift Nozzle)  oppure LEPA (Low Energy Precision Application) e fosse caratterizzata da velocità di arretramento regolabile ed uniforme lungo il percorso.  I rotoloni, con barra irrigatrice dotata di diffusori di tipo LEPA, inoltre, potrebbero trovare applicazione in orticoltura, probabilmente, là dove possibile, anche in sostituzione dell’irrigazione a goccia. Quest’ultima soluzione è ipotizzabile in quanto i rotoloni cosi dotati richiedono bassa pressione di esercizio, consentono di realizzare elevata efficienza distributiva dell’acqua e permettono di effettuare gli spostamenti da un appezzamento all’altro con maggiore facilità e minore onerosità rispetto allo spostamento di un impianto di irrigazione a goccia.                                    
Infine, alcune pratiche agronomiche che limitano l’evapotraspirazione, come la coltivazione sotto apprestamenti protettivi (serre, tunnel, reti antigrandine o ombreggianti per colture arboree), o la pacciamatura possono contribuire a ridurre i consumi idrici, aumentando l’efficienza di più componenti dell’efficienza totale del metodo irriguo, dall’efficienza d’uso dell’acqua relativa alla traspirazione a quella relativa alla produzione commerciale.