Angelo Vegni, georgofilo moderno nell’Ottocento

di Mauro Cresti
  • 01 October 2014
Angelo Vegni, accademico Georgofilo a soli 39 anni, nasce il 3 Aprile del 1811 nel bellissimo borgo di Pari, tra Siena e Grosseto. Il bicentenario della nascita è stato celebrato con varie manifestazioni ufficiali. Dopo la nascita la famiglia si trasferì a Siena dove il Padre era Notaio. Frequentò le scuole del Seminario Arcivescovile e si iscrive all’Università di Siena per compiere gli studi di scienze fisico-naturali. Le conoscenze scientifiche acquisite gli permettono di vincere una borsa di studio all’Ecole des Arte et Manifactures de Paris. Nel 1837, fra i primi nel Granducato di Toscana, consegue a Parigi il diploma di Ingegnere minerario. Nel 1842, a soli 31 anni, la Società della Compagnia Anonima del Bottino (Serravezza) gli assegna l’incarico di direttore dei lavori presso la miniera e Fonderia di galenica argentifera del bottino, che ricopre fino al 1858. La miniera sotto l’impulso dell’Ing. Vegni riceve un notevole impulso dovuto anche alla scoperta di un filone a piombo e argento di produttività elevata. Nel 1846 fu fra i promotori della Società Generale di Imprese Industriali (moderna Confindustria). Nel 1847 divenne socio della Società Geologica di Francia e nel 1851 guidò la delegazione Italiana all’esposizione Internazionale di Londra: (moderna Expo). Nel 1860 fu fra i fondatori della Banca Toscana di Credito. Nel 1863 gli fu conferita la Cattedra di Metallurgia nell’Istituto di Sudi Superiori e di perfezionamento di Firenze: nucleo della futura Università Fiorentina. Nel 1866 fondò le Officine Galileo di Firenze per la produzione di strumenti di precisione. Negli anni della maturità il Vegni partecipò attivamente alla vita politica nel gruppo dei moderati Toscani e fece altresì parte del gruppo degli uomini colti (Viesseux, Gino Capponi, Lambruschini, Ricasoli Ridolfi, Salvagnoli e tutta la generazione del Risorgimento), che traghettarono la Toscana Granducale verso l’Unità d’Italia. Angelo Vegni fu sicuramente una delle migliori espressioni della filantropia ottocentesca: diverse le testimonianze di generosità ma sicuramente il gesto più eclatante fu quello di lasciare il suo immenso patrimonio per la fondazione di un Istituto Agrario che portasse il suo nome e che avesse sede nelle sua tenuta delle Capezzine in Valdichiana. Un anno prima di morire (16 Agosto 1882), Angelo Vegni scrisse un testamento olografo con il quale: “Nomino, istituisco e voglio che sia mio universale erede un Istituto Agrario sotto il titolo di Istituto Vegni (scuola pratica di Agricoltura) da fondarsi e avere sede nella mia fattoria delle Capezzine…..”