Specie aliene invasive (SAI) di interesse forestale e urbano

di Santi Longo
  • 10 October 2018
Un numero sempre crescente di insetti alieni vengono introdotti nei nostri ambienti urbani e forestali, dove trovano, sempre più spesso, condizioni ambientali idonee al loro sviluppo che causa l’alterazione degli equilibri biologici, con gravi conseguenze per gli ambienti colonizzati. Riguardo ai Rincoti, devastante è stato l’arrivo dalla vicina Costa azzurra del Margarodide Matsucoccus feytaudi che, dopo aver distrutto le pinete di Pino marittimo francesi e liguri si sta spingendo verso sud. Volontaria è stata l’introduzione, per motivi di studio, nell’Isola di Ischia, di un altro Margarodide: Marchalina ellenica, che è ormai presente anche sulla costa campana. In ambiente urbano sempre più invasivi sono gli Pseudococcidi Phenacoccus madeirensis e P. peruvianus, nonché i Coccidi Ceroplastes japonicus e Protopulvinaria pyiriformis, oltre a numerosi Diaspini dannosi anche a piante di interesse agrario.
Nelle alberate cittadine si è insediato il Tingitide del platano, Corythuca ciliata, e nelle quercete la congenere C. arcuata. In rapida espansione, in Europa e in Italia, è il Coreide neotropico Leptoglossus occidentalis, segnalato nel 1999 in Veneto, che infesta varie conifere. L’entomofauna esotica degli Eucalipti, si è recentemente arricchita di una decina di specie originarie dell’Australia. Una delle ultime arrivate è la Cimice dell’eucalipto, Thaumastocoris peregrinus, che causa l’ingiallimento della chioma e l’intristimento delle piante. Delle varie Psille esotiche che infestano gli eucalipti, la più nota è Glycaspis brimblecombei, mentre quasi scomparsa è Ctenarytaina eucalypti. Su Ficus microcarpa, si sta diffondendo la Psilla Macrohomotoma gladiata, le cui pullulazioni estive creano disagi ai passanti e ai veicoli. Fra i Lepidotteri che si sono recentemente acclimatati in Italia; vistose sono le infestazioni ai Gerani sostenute da Cacyreus marshalli, e quelle all’Ippocastano da Cameraria ohridella, nonché alle palme da Paysandisia archon. Delle circa 400 specie di Coleotteri introdotte dal ’900, una trentina si sono acclimatate nel nostro Paese, negli ultimi 20 anni. Di interesse applicato sono gli Scolitidi asiatici Xylosandrus crassiusculus, X. germanus, e X. compactus; quest’ultimo, segnalato nel 2011 per i danni alle piante di Alloro in Campania e Toscana, attualmente, in Sicilia, sta infestando il Carrubo. I Cerambicidi australiani Phoracantha semipunctata e P. ricurva sono diffusi negli eucalipteti mediterranei abbandonati, o sofferenti per siccità; mentre scarso impatto ha avuto la diffusione del Coleottero Curculionide Gonipterus scutellatus. Perniciose, per varie piante coltivate, sono le recenti introduzioni, con “bonzai” cinesi, dei polifagi Cerambicidi asiatici Anoplophora chinensis e A. glabripennis, ampiamente diffusi al Nord, e in alcune zone dell’Italia Centrale, nonché del Punteruolo rosso delle palme, Rhynchophorus ferrugineus, segnalato in Italia nel 2005, e ampiamente diffuso in molti centri urbani dove infesta principalmente le palme delle Canarie e che in Sicilia ha già causato la morte di oltre 50.000 esemplari. Di antica data è la presenza di due Coleotteri Scolitidi: Coccotrypes dactyperda e Dactylotrypes longicollis che infestano i semi e i semenzali di palme. Recente è l’introduzione del neotropico Curculionide Scyphophorus acupunctatus che, oltre alle Agavi, infesta le ornamentali Yucca, Dasyliron, Beaucarnea.
Meno gravi del previsto sono i danni causati dal coleottero Nitidulide Aethina tumida, riscontrato nel 2015 in alcuni apiari della Calabria e del Siracusano, prontamente individuati e soggetti a misure sanitarie.
Riguardo agli Imenotteri ancora attuali sono le infestazioni del Cinipide del castagno, Dryocosmus kuriphilus, che, prima della realizzazione del mirato progetto nazionale di controllo biologico, ha significativamente ridotto le produzioni castanicole italiane. Ormai stabilmente insediate sugli Eucalipti sono gli Eulofidi galligeni Ophelinus maskelli e Leptocybe invasa. Maggiori preoccupazioni destano le specie di interesse sanitario; la Zanzara tigre, Aedes albopictus, introdotta con il commercio di copertoni usati, è ritenuta veicolo di oltre ventidue arbovirus (compresi Dengue, Chikungunya, Ross River e West Nile) e per il suo controllo, in Emilia Romagna, si spendono annualmente oltre 1,1 milioni di euro. Gli Imenotteri Aculeati, sia indigeni che esotici, sono temuti per le punture e il veleno che inoculano. Recente e non ancora definito, è l’impatto del Calabrone asiatico, Vespa velutina nigrithorax, segnalato in Liguria, Piemonte e Veneto, le cui problematiche di controllo sono più complesse rispetto a quelle poste, all’agricoltura e all’apicoltura, dai Vespoidei indigeni: Vespa cabro e V. orientalis.
Vale la pena di ribadire che, per ridurre il rischio di introduzioni accidentali di SAI, occorre potenziare i Servizi Fitosanitari che, oltre al controllo delle merci, in arrivo da aree in cui sono presenti le specie indicate nelle liste dell’EPPO, dovrebbero controllare anche i turisti i quali, spesso, con l’introduzione di piante ornamentali, diventano involontari vettori di pericolosi fitofagi. E’ inoltre, necessario costituire, e mantenere sul territorio, capillari reti di monitoraggio mirate anche a intercettare tempestivamente i fitofagi di nuova introduzione contro i quali tardivi e insufficienti si sono, finora, rivelati i decreti di lotta obbligatoria e le misure di eradicazione adottate.


Foto di apertura:  Femmine ovogere di Ceroplastes japonicus

2. Stadi giovanili di Glycaspis brimblecombei


3. Adulto di Cacyreus marshalli su geranio


4. Adulto di Paysandisia archon su Palma nana


5. Galleria in un rametto di Carrubo con stadi giovanili di Xylosandrus compactus


6. Larve, camere pupali e adulti di Scyphophorus acupunctatus