Gli alberi nel portafoglio

di Francesco Ferrini
  • 17 May 2017
Poco sa l’opinione pubblica del valore dei cosiddetti servizi ecosistemici, cioè quei servizi forniti dagli alberi che giustificano l’investimento di risorse come il lavoro, l'energia e l'acqua e che rappresentano i contributi diretti e indiretti al benessere umano, sostenendo la nostra sopravvivenza e la qualità della vita. Senza questi servizi l’uomo non esisterebbe e la civiltà umana non funzionerebbe, ma è difficile dar loro un prezzo e quindi gli ecoservizi restano in gran parte invisibili e sottovalutati dai mercati e dalla politica, anche se ricerche recenti hanno dimostrato che contribuiscono al benessere umano per circa due volte il Pil mondiale (71,8 trilioni di dollari), otto volte tanto l’economia statunitense. Pur esistendo un consenso generale, almeno fra gli addetti ai lavori, sul fatto che il verde urbano è essenziale affinché le città possano essere realmente sostenibili, quanto ne sappiamo veramente di questi benefici? Quanto è forte l'evidenza scientifica che supporta i diversi vantaggi del verde urbano? Molte delle ipotesi utilizzate riguardo al processo decisionale che coinvolge il verde urbano non sono indicate in modo chiaro, e questo collide con la sempre più pressante domanda di decisioni basate sull'evidenza. E quello che manca maggiormente, a tutti i livelli, scientifico, divulgativo, giornalistico e nell’opinione pubblica, è un’efficace comunicazione quando si parla di alberi in città. Come dovremmo comunicare il valore economico degli alberi? Diverse ricerche hanno dimostrato, per esempio, che la presenza di un verde urbano di qualità nel quartiere degli affari e nelle aree commerciali può promuovere una percezione positiva da parte dei clienti o con i partner commerciali. 
Nel clima economico attuale, con le aziende e gli esercizi commerciali che sono alla ricerca di nuovi metodi per mantenere la loro base di clienti, solo pochi commercianti comprendono che la semplice aggiunta di piante di fronte al negozio può fare la differenza nel modo in cui esso viene percepito. L'ambiente “positivo” creato da un luogo esteticamente gradevole non solo accoglie i clienti all'interno, ma migliora anche la percezione del livello di qualità dei prodotti e dei servizi offerti. La presenza di piante è, quindi, un modo efficace per rivitalizzare un business, portare nuova clientela, contribuire a ridurre il cosiddetto “stress da acquisto” e far sentire a proprio agio i frequentatori.
Lo stesso ragionamento lo si applica nella progettazione dei business park con aree verdi, per i quali è stata più volte dimostrata l’efficacia nel migliorare la commerciabilità dei prodotti e dei servizi prodotti/forniti dalle imprese. Senza contare che la presenza del verde aumenta il benessere dei lavoratori che possono usare questi spazi durante la pausa pranzo e migliora le performance lavorative. 
A ciò si aggiunga che il valore degli edifici aumenta, così come il loro legame con la comunità che non li vede più come un qualcosa di alieno e alienante, ma come un’area godibile e fruibile. 
Ci sono diverse “azioni” che toccano i processi ambientali, economici e socio-sanitari che sicuramente plasmeranno la vita nei prossimi decenni e che determineranno la riorganizzazione del nostro modo di vivere in termini di pianificazione urbanistica, logistica, di comunicazioni, ecc. Nel 2050 le nostre città non somiglieranno a quelle di oggi. 
La pianificazione, progettazione e realizzazione di aree verdi più sostenibili a livello sia ambientale sia socioeconomico, in combinazione con un cambiamento nel nostro modo di vivere, potrà essere la strategia vincente anche per contenere il consumo energetico e salvaguardare l’ambiente e la crescita sociale.
Tuttavia, è fondamentale che tali iniziative siano supportate tecnicamente e possiedano una coerenza interna con le altre politiche gestionali e con gli obiettivi e le strategie di pianificazione urbana nel suo complesso. Solo una governance attenta e mirata potrà, infatti, evitare il collasso delle attuali città e guidare la trasformazione degli attuali agglomerati urbani in “smart cities”.
Ci vorrà un enorme sforzo a partire dal singolo individuo fino a coloro che decidono le politiche ambientali a livello sovranazionale per far comprendere che la protezione del verde urbano e il suo potenziamento sono strumenti essenziali per la creazione di città ecologicamente ed economicamente sostenibili, con alberi e foreste al centro dei processi di metabolismo urbano


(tratto da un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore, 7/5/2017)