Le api e le loro difese naturali

di Ignazio Floris
  • 26 April 2017
Le colonie di insetti sociali, grazie al loro livello di organizzazione, sono state assimilate, per una serie di analogie, agli organismi pluricellulari fin dai primi anni del 1900 e definite come superorganismi (Wheeler, 1911). Un secolo più tardi, Strassmann e Queller (2010) hanno proposto la definizione di organismo multicellulare per tutte le entità biologiche, i cui componenti contribuiscono a garantire la sopravvivenza di tutti i membri del gruppo, tra queste entità rientrano anche le colonie di api (Moritz & Southwich, 1992; Thauz 2008 ). 
In questi insetti, una delle principali aree di cooperazione tra gli individui è lo sviluppo di un sistema immunitario sociale della colonia. L' “immunità sociale” è l'insieme dei meccanismi di difesa collettiva attuati dalle api per combattere predatori, parassiti e patogeni, che minacciano costantemente la sopravvivenza dell'alveare (Cremer et al., 2007). 
Oltre ai meccanismi di difesa collettiva, vengono adottati simultaneamente meccanismi di difesa individuali, aumentando così la resistenza o la tolleranza contro i nemici dell'alveare (Cremer & Sixt, 2009). La resistenza è la capacità di un sistema di resistere alle infezioni attraverso barriere meccaniche, chimiche e fisiologiche, nonché mediante l’adozione di opportune risposte di difesa una volta che l’infezione è in atto. Al contrario, la tolleranza contro gli agenti patogeni o parassiti è la capacità dell’ospite di sopportare l'infezione e/o l’infestazione, ed è garantita da un compromesso tra i costi energetici, i danni e la risposta immunitaria degli insetti (Baracchi & Turillazzi, 2014).
Questi meccanismi di difesa collettiva che le api e le altre colonie di insetti sociali hanno evoluto per contrastare l'aumento del rischio di trasmissione delle malattie determinato dalla vita di gruppo sono il risultato della cooperazione tra i membri della colonia (Cremer et al., 2007). Alcuni di questi sistemi di difesa sono preventivi e sono destinati a limitare la trasmissione di malattie all'interno del nido, mentre altri vengono attivati in caso di necessità, quando patogeni e/o parassiti sono già penetrati nell’alveare. Esempi di difese collettive sono la febbre sociale, il grooming, il comportamento igienico e la self-medication tramite l'uso di sostanze prodotte (veleno) o raccolte dall'ambiente (resina). 
Le interazioni sociali, sono dunque alla base di nuove strategie di difesa collettiva come risultato di dinamiche coevolutive tra ospite e antagonista (Baracchi & Turillazzi, 2014), caratterizzate da adattamenti costanti e da reciproci contro-adattamenti.