Oms: l'inquinamento uccide un bambino su quattro

  • 08 March 2017
L'inquinamento uccide un bambino su quattro. Lo documenta un rapporto dell'Oms appena reso pubblico, Inheriting a Sustainable World: Atlas on Children's Health and the Environment. Ogni anno 1,7 milioni di bambini sotto i cinque anni muoiono perché costretti a respirare un'aria insana o a bere acqua non potabile. Vite che si potrebbero salvare applicando norme igieniche adeguate. 
Tutti pagano il costo dei ritardi nella legislazione a difesa dell'ambiente e della salute. Solo otto persone su 100 possono inspirare tranquillamente sapendo che l'aria che entra nel loro corpo è pulita: gli altri, il 92 per cento degli abitanti del pianeta, sono costretti ad arrangiarsi con quello che c'è, con un'aria che non risponde agli standard dell'Organizzazione mondiale della sanità per le polveri sottili, uno degli inquinanti più pericolosi. Ma i bambini, sottolinea Margaret Chan, direttore generale dell'Oms, sono particolarmente esposti: "Un ambiente inquinato è letale in particolare per i bambini più piccoli. I loro organi e il loro sistema immunitario sono in via di sviluppo e le dimensioni più ridotte li rendono particolarmente vulnerabili".
Una minaccia che si declina in particolare in cinque principali cause di morte per i bambini con meno di cinque anni. Al primo posto ci sono le infezioni respiratorie determinate dall'inquinamento dell'aria all'interno e all'esterno delle case e dal fumo passivo: uccidono 570 mila bambini l'anno. Al secondo posto troviamo la diarrea causata dalla mancanza di disponibilità di acqua pulita e di servizi igienici affidabili: 361 mila vittime. Al terzo posto figurano i decessi nel primo mese di vita, dovuti a condizioni che potrebbero essere evitate grazie a strutture sanitarie adeguate e alla riduzione dello smog. Al quarto posto la malaria (200 mila morti) che potrebbe essere contenuta con azioni di contrasto più efficaci, mentre il cambiamento climatico sta peggiorando la situazione allargando l'areale di esposizione. Al quinto posto, infine, ci sono le lesioni involontarie attribuibili all'ambiente, come avvelenamenti, cadute e annegamenti (200 mila vittime).
Questo quadro già grave è destinato a peggiorare - in assenza di un valido piano di contro misure - per l'aumento di alcuni fattori di rischio. Uno è il global warming, che facilita la diffusione di alcune malattie, altera il ciclo idrico rendendo ancora più difficile l'accesso a fonti di acqua sicure e favorisce la crescita di pollini associata a un aumento dei tassi di asma nei bambini. Un altro è la moltiplicazione dei Raee, i rifiuti elettrici ed elettronici che, soprattutto nei paesi più poveri, spesso sono riciclati senza alcuna attenzione alle più elementari norme igieniche. I bambini che vengono utilizzati per selezionare o bruciare pile di computer, cellulari, frigoriferi assorbono sostanze tossiche in grado di portare a una riduzione delle loro capacità
intellettive, a deficit di attenzione, a danni ai polmoni e al cancro. Nonostante le denunce, le discariche pirata continuano a ricevere migliaia di tonnellate di materiali pericolosi: si prevede una crescita del flusso di Raee del 19% tra il 2014 e il 2018.

da Repubblica.it, 6 marzo 2017