La Nottua del pomodoro, Chrysodeixis calcites, dannosa anche alle ornamentali

di Santi Longo
  • 15 February 2017
Da oltre 60 anni, è presente in Italia l’esotico lepidottero Nottuide Plusino Chrysodeixis chalcites Esper, originario delle regioni tropicali e subtropicali, distribuito principalmente tra i 45°N e 35°S, dall'Europa meridionale del Mediterraneo e del Medio Oriente, all'Africa del Sud. In Sicilia i danni maggiori sono stati registrati su pomodoro, negli anni ’80, soprattutto nelle serre fredde del ragusano; e successivamente su numerose piante spontanee e coltivate. 
Gli adulti hanno un’apertura alare di 35-40 mm. Le ali anteriori sono di colore bruno rossastro, con sfumature metalliche bronzee, o dorate, e due caratteristiche macchie di color bianco argento; una delle quali di forma ovoidale e l’altra oblunga. Le ali posteriori sono di color marrone chiaro contornate da una linea chiara; sul torace sono presenti due creste prominenti. Hanno costumi prevalentemente notturni o crepuscolari, e nei nostri ambienti i voli si verificano, soprattutto, da aprile a novembre.
La larva matura è lunga da 34 a 38 mm, di colore pallido giallo-verde. Su ciascun lato del corpo, sopra gli spiracoli tracheali, sono presenti due linee: una verde scuro, o nera, sottile e una bianca. Come tutte le larve eruciformi dei Plusini, hanno solo tre paia di pseudozampe negli uriti V, VI e X, e sono note come “misurini” poiché si spostano inarcando il corpo. La pupa, di colore nero, è lunga circa 20 mm, ed è protetta da un bozzolo sericeo bianco. La specie è tendenzialmente omodinama e svolge fino a 9 generazioni annue in Egitto, mentre, nei nostri ambienti ne completa da 3 a 4. Ciascuna femmina depone da 250 a oltre 600 uova cumuliformi, di colore bianco o verde lucido, isolate o in gruppetti, fissati sulla pagina inferiore, o superiore, delle foglie di numerosi ospiti. Le larve vivono a spese di Acantacee, Asteraceae, Bignoniaceae, Boraginaceae, Brassicaceae, Convolvulaceae, Crassulaceae, Fabaceae, Malvaceae, Orchidaceae, Rosaceae, Scrophulariaceae, Solanaceae, Verbenaceae, Violaceae e Lamiacee. A quest’ultima famiglia afferisce l’ornamentale Plectranthus scutellarioides, pianta erbacea sempreverde, originaria delle foreste pluviali dell’Estremo Oriente, dalla Cina all’Australia. E’stata introdotta in Europa, nell’800, ed è stata coltivata e diffusa per il valore ornamentale delle ampie varietà di colorazioni e variegature delle foglie, nonché per la facilità di riproduzione per talea. Nel novembre scorso, su alcune piante coltivate in vaso sono state riscontrate estese erosioni fogliari causate dalle voraci larve di C. calcite. Dopo la tempestiva eliminazione manuale delle larve, poste in allevamento in insettario fino all’ottenimento degli adulti, la pianta, comunemente nota come Coleus, Pittura, od Ortica variopinta, si è rapidamente ripresa. Su colture in serra, e in pieno campo, è possibile monitorare i voli degli adulti con le trappole a feromoni disponibili in commercio e, in assenza di un’efficace azione di contenimento dei numerosi Imenotteri entomofagi dei generi Eulophus, Cotesia e Meteorus, le infestazioni possono essere controllate effettuando interventi con formulati ammessi all’uso in Italia, a base di Bacillus thuringiensis, avendo cura di irrorare con cura le pagini inferiori delle foglie e le parti interne delle piante dove le larve si riparano dalla luce intensa e si alimentano.


Fig.1. Larva di C. chalcites in attività trofica
Fig.2 Adulto neosfarallato ed esuvia crisalidale di Chrysodeixis chalcites


Fig.3. Pianta di Plectranthus scutellarioides defogliata da C. chalcites