"Il futuro è nell'AgrAria" è lo slogan utilizzato dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell'Università di Firenze per promuovere i suoi Corsi di Studio e sottolineare le moderne e innovative opportunità professionali offerte dal settore. Su questo tema si sono svolti recentemente diversi eventi, convegni e giornate di orientamento e placement.
Ne scopriamo di più parlandone con il Direttore del DAGRI, Simone Orlandini.
Prof. Orlandini, quanti sono gli iscritti ai CdS di Agraria e come è stata la tendenza negli ultimi anni? Che Lei sappia, è così anche nel resto d'Italia?
Questo ultimo anno a Firenze abbiamo registrato un leggero incremento nel numero degli iscritti, che interrompe alcuni anni di riduzione. In generale, i corsi di Agraria sono in sofferenza a causa di una visione vecchia e superata dell’agricoltura, che è difficile da estirpare nella mentalità dei ragazzi, delle famiglie e anche dei professori delle scuole superiori. Il quadro è generalizzato in Italia, anche a causa dell’eccesso di offerta formativa. Quando esistevano ancora le Facoltà, ce ne erano poco più di 20, mentre attualmente i CdS delle classi di agraria sono presenti in oltre 35 sedi. Se si aggiungono le università telematiche, la dispersione è massima.
Perché scegliere Agraria dopo la maturità, in un contesto in continua evoluzione, improntato oggi più che mai all’innovazione, alla sostenibilità e all’utilizzo di nuove tecnologie?
Chi esce da Agraria, sia con la laurea triennale che con la magistrale, non resta praticamente mai disoccupato. I corsi sono tanti e abbracciano il mondo dell’agricoltura moderna, improntata alla tecnologia e all’innovazione. Oggi servono esperti qualificati che sappiano interfacciarsi con l’informatica, la meccanizzazione agraria, la lettura dei dati satellitari, l’utilizzo di droni. Senza contare che molte sono le specializzazioni, quali le scienze agrarie e forestali, la viticoltura e l’enologia, la faunistica, il vivaismo, le tecnologie del legno, le biotecnologie agrarie, le tecnologie alimentari e il food design..
Agraria offre sempre più opportunità professionali: quali sono i principali sbocchi per i giovani e quali sono i più innovativi?
Gli sbocchi professionali per i laureati sono davvero variegati: si va dalla protezione dell’ambiente e del territorio, alle certificazioni di sostenibilità dei prodotti, dal servizio di repressione delle frodi e la sicurezza alimentare, , alla progettazione del verde e del paesaggio, dalla gestione forestale alle biotecnologie. Senza contare importanti settori di estremo interesse e attualità, quali la difesa del suolo, la gestione della biodiversità, la mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, la produzione di energia rinnovabile.
Secondo Lei la richiesta di tali figure professionali è destinata ad aumentare nei prossimi anni/decenni?
Certamente sì, si tratta di temi per questo stiamo lavorando molto sull’orientamento e siamo molto impegnati con le scuole secondarie, sia di primo che di secondo grado, per far superare l’iniziale diffidenza nei confronti di Agraria, che penalizza i nostri CdS in confronto con altri percorsi che godono di una migliore considerazione. E pensare che il livello di soddisfazione dei nostri studenti, una volta dentro il percorso di laurea, è altissimo!