Microbiota, alimentazione e nutrizione: 4 – Microbiota e patologie umane

di Giovanni Ballarini
  • 03 December 2025

Il Prof. Giovanni Ballarini, accademico e assiduo collaboratore del nostro notiziario “Georgofili INFO”, ha ritenuto interessante considerare il microbiota umano di recente scoperta, in evoluzione e molto complesso, anche nei suoi rapporti tra vegetali e agricoltura, alimentazione, passaggio da una cultura agricola a una cultura urbana-industriale.
Questo argomento, molto interessante per i nostri lettori, non può essere affrontato in un solo articolo ma in una serie di cinque articoletti tra loro collegati che pubblicheremo consecutivamente nella newsletter, per cinque mercoledì.
Ogni articolo è corredato di una bibliografia in formato pdf per chi volesse approfondire il tema.

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Le malattie sono spesso il risultato di un conflitto
tra i nostri adattamenti evolutivi e l'ambiente moderno
in cui le nostre caratteristiche genetiche
non sono più ottimali.

Stephen J. Gould (1941 – 2002)

Il microbiota è un ecosistema complesso, dinamico e spazialmente eterogeneo costituito da una miriade di microrganismi, tra cui batteri, funghi, archae e virus che interagiscono tra loro e con l'ospite umano. In una certa misura il microbiota inizia ad essere considerato un organo del corpo umano, come tale cominciano ad essergli individuate malattie (disbiosi) e, in una concezione di patologia correlazionistica, influenze negative su altri organi, processi fisiologici e funzioni. Un insieme di nuove conoscenze che s’inserisce anche nei cambiamenti che si stanno verificando nel microbioma delle popolazioni umane urbanizzate e che seguono alimentazioni con cibi sempre più industrializzati. Un insieme di argomenti ai quali sono oggi dedicate ricerche e pubblicazioni in continua crescita.
Il più importante dei microbiota umani è quello intestinale che comprende quattro categorie batteriche principali, dei Firmicutes, Bacteroides, Actinomycetes e Proteus, e nel quale il rapporto Firmicutes/Bacteroidetes è un parametro importante per individuare un suo disturbo o “malattia”, mentre l'abbondanza, la diversità e l'uniformità dei microrganismi sono importanti indicatori della sua “salute”. Come disturbi e alterazioni del microbiota intestinale influenzino l'insorgenza o lo sviluppo di alcune malattie è odiernamente oggetto di studi e molte ricerche stanno indicando come sue modifiche, alterazioni e suoi metaboliti svolgono un ruolo nel mantenimento dell'omeostasi intestinale dell'ospite e influenzano lo sviluppo di malattie neurodegenerative, cardiovascolari, metaboliche e gastrointestinali, fornendo un potenziale bersaglio per la loro prevenzione e trattamento. I meccanismi di come questo avvenga sono numerosi, complessi e non ancora completamente chiariti, ma si è accertata l’importanza degli squilibri delle alterazioni del microbiota intestinale nell’influenzare la salute dell'ospite attraverso l'assorbimento di elementi nutritivi, energia, specifici principi come la colina, acidi grassi a catena corta, acidi biliari, interessando organi, funzioni ed assi come quello tra intestino-cervello. Esaminando le ultime scoperte relative alla regolazione e al meccanismo del microbiota intestinale sulle malattie umane sono possibili alcune rapide puntualizzazioni.
Il microbiota intestinale umano svolge un ruolo nella salute generale e nell’equilibrio fisiologico dell’organismo intestinale, anche se i microbi stessi possono essere meno importanti delle molecole effettrici che producono. Le sue alterazioni, influendo sulla modulazione del sistema immunitario, sul metabolismo, sulla produzione di neurotrasmettitori e sulla barriera intestinale, note come disbiosi, sono state associate a numerose patologie: malattie gastrointestinali (Sindrome dell’intestino irritabile, Malattia di Crohn e Colite ulcerosa, Diverticolite, Gastroenteriti e infezioni intestinali, Cancro colon-retto), malattie metaboliche (Obesità, Diabete di tipo 2, Sindrome metabolica), malattie neurologiche e psichiatriche (Disturbi dell’umore, Depressione e Ansia), malattie autoimmuni (Diabete di tipo 1, Sclerosi multipla, Artrite reumatoide), malattie cardiovascolari (Aterosclerosi, Ipertensione arteriosa), altre condizioni (Allergie e asma, Celiachia e alterata sensibilità alimentare). Di particolare interesse sono le relazioni tra microbiota intestinale e cancro colon-retto, Parkinson e Alzheimer, malattie di grande attualità.
Il microbiota intestinale e il cancro colon-retto sono collegati da una disbiosi condizionata da un’alimentazione eccessivamente ricca di carne e altrettanto troppo povera di fibre alimentari in una alterata composizione che influenza uno stato infiammatorio cronico della mucosa intestinale, cin un aumento di batteri che producono metaboliti carcinogeni o promotori di crescita tumorale, come nitrosammine, ammine aromatiche, o radicali liberi e diminuzione di batteri che producono sostanze protettive come acidi grassi a catena corta (es. butirrato) e con effetti antinfiammatori e antitumorali. Una disbiosi che altera anche la barriera mucosale e la risposta immunitaria favorendo una trasformazione neoplastica.
Odiernamente l’asse microbiota-intestino-cervello rappresenta un campo promettente per comprendere meglio le malattie neurologiche e sviluppare approcci terapeutici innovativi, anche se sono necessari ulteriori studi clinici per chiarire i meccanismi e definire interventi efficaci. Microbiota intestinale, turbe neurologiche e malattie come Parkinson, Alzheimer e Sclerosi multipla sono collegati attraverso un asse microbiota-cervello che funzione con una comunicazione che passa attraverso diversi percorsi, tra cui il nervo vago, segnali metabolici, ormoni e molecole infiammatorie. In particolare nel microbiota si producono neurotrasmettitori come serotonina, dopamina e GABA, che possono influenzare l’umore e le funzioni cognitive, e al tempo stesso il microbiota, modulando l’infiammazione può influenzare la risposta infiammatoria sistemica, un fattore chiave in molte malattie neurologiche.
Situazione, quella ora tratteggiata, da approfondire considerando la recente alimentazione delle popolazioni nei paesi industrializzati.

Per approfondimento, scarica: Bibliografia 4.pdf