Colture alternative: nuove sfide e opportunità per l’agricoltura italiana

di Ivano Valmori
  • 03 December 2025

Il tema delle colture alternative rappresenta oggi una delle traiettorie promettenti per il futuro dell’agricoltura italiana. In un contesto segnato da condizioni climatiche sempre più estreme, da mercati instabili e da una crescente domanda di sostenibilità, diversificare non è più soltanto una scelta interessante: diventa una strategia necessaria.
Proprio a questa prospettiva è stato dedicato il webinar “Colture alternative: nuove sfide e opportunità per l’agricoltura”, promosso da ISMEA nell’ambito della nuova Rete PAC e realizzato con il contributo scientifico dell’Accademia dei Georgofili.
L’incontro, tenutosi il 18 novembre 2025, ha messo in fila casi concreti, innovazioni tecnologiche e testimonianze aziendali capaci di raccontare un’agricoltura che cambia pelle per restare competitiva e resiliente.
Il programma completo si trova QUI

Un webinar per leggere il cambiamento e trasformarlo in opportunità
L’idea di fondo che ha attraversato tutti gli interventi è semplice quanto potente: le colture alternative non sono un esercizio di curiosità agronomica, ma una risposta strutturata alle difficoltà che si stanno imponendo ai sistemi produttivi tradizionali.
Nuove specie, nuovi modelli di filiera e nuove tecniche di gestione possono:
ridurre il rischio legato alla monocoltura,
valorizzare aree marginali o colpite da crisi fitosanitarie,
intercettare nicchie di mercato ad alto valore,
contribuire alla biodiversità e alla sostenibilità complessiva dei territori.
In questa cornice, il webinar ha mostrato come imprese, tecnici e ricerca stiano già costruendo alternative reali e praticabili.

L’apertura di ISMEA: innovazione e giovani come motori del futuro
L’apertura dei lavori è stata affidata a Livio Proietti, Presidente di ISMEA, che ha evidenziato il ruolo dell’innovazione come catalizzatore del cambiamento.
Proietti ha insistito su un punto chiave: il ricambio generazionale non è solo un obiettivo sociale, ma una leva tecnologica e competitiva. I giovani, definiti “portatori sani di tecnologia”, sono spesso i primi a introdurre strumenti digitali e approcci moderni in azienda, accelerando la trasformazione del comparto agricolo.
La Rete PAC nasce proprio per questo: condividere esperienze, valorizzare buone pratiche e facilitare la diffusione dell’innovazione, creando un contesto fertile in cui le scelte coraggiose non restino isolate.

Le due relazioni introduttive a carico dell’Accademia dei Georgofili
La prima parte del webinar ha fornito il quadro teorico e tecnico necessario a leggere le trasformazioni in corso.

Nuova arboricoltura da frutto: specie, impianti e gestione
Il professor Paolo Inglese (Accademia dei Georgofili, Università di Palermo) ha illustrato come la nuova arboricoltura debba integrarsi con i cambiamenti climatici attraverso tre pilastri:
scelta delle specie più adatte ai nuovi scenari termici e idrici;
progettazione moderna degli impianti, che tenga conto di efficienza produttiva, risparmio idrico e meccanizzazione;
gestione agronomica avanzata, orientata a produttività e sostenibilità insieme.
L’obiettivo non è solo “resistere” al cambiamento, ma costruire sistemi più efficienti e durevoli, capaci di proteggere risorse naturali e redditività.

Erbacee e innovazione agronomica: precisione e razionalità degli input
Il professor Michele Pisante (Accademia dei Georgofili, Università di Teramo) ha spostato l’attenzione sui sistemi erbacei, sottolineando come l'agricoltura di precisione, le tecnologie digitali e l'uso razionale degli input siano strumenti reali per affrontare sfide ambientali e produttive.
Un passaggio centrale del suo intervento riguarda la concretezza: non basta innovare in laboratorio, servono formazione e assistenza tecnica perché queste soluzioni diventino accessibili alle aziende e non rimangano sperimentazioni isolate.

Le testimonianze aziendali: quando la diversificazione diventa strategia
La seconda parte dell’incontro ha dato spazio a un ricchissimo mosaico di esperienze imprenditoriali, accomunate dalla capacità di trasformare segnali deboli in scelte forti.

Frutti tropicali nel Sud Italia: innovare sfruttando i microclimi
Dalla Calabria e dallo Stretto di Messina sono arrivati casi di introduzione di annona, mango, avocado e passion fruit. Qui il punto non è “imitare i tropici”, ma valorizzare microclimi locali e nuove finestre climatiche per produrre frutti ad alto valore che fino a pochi anni fa sembravano impossibili.

Carrubo in Puglia: resilienza post-crisi e filiere nuove
L’esperienza pugliese del carrubo mostra una strada interessante anche in chiave post-Xylella: specie rustica, resiliente, capace di adattarsi a condizioni difficili e di generare filiere innovative, tra trasformazione alimentare e nuovi sbocchi industriali.

Caffè in Sicilia: il clima apre frontiere inedite
Una delle esperienze più sorprendenti è stata quella del caffè coltivato in Sicilia, emblema di come il cambiamento climatico non porti solo rischi, ma apra anche opportunità produttive impensabili per il passato.

Teff in Umbria: nascita di una filiera ad alto valore
Il teff, cereale originario dell’Africa orientale, è stato presentato come esempio di filiera agricola “nascente”: ottime qualità nutrizionali, crescente interesse di mercato e adattabilità a contesti italiani in evoluzione.

Lana, aloe e funghi da fondi di caffè: valore anche da ciò che sembrava scarto
Altri interventi hanno mostrato percorsi di innovazione circolare:
la lana della Sopravissana che da rifiuto si trasforma in risorsa per biodiversità e artigianato;
la coltivazione e trasformazione di Aloe arborescens, esempio di diversificazione “green” con mercati in espansione;
l’uso dei fondi di caffè per produrre funghi commestibili, caso perfetto di economia circolare applicata all’agricoltura urbana.
In tutti questi esempi compare un elemento comune: non esiste coltura alternativa senza progetto di filiera, senza mercato, senza capacità di organizzare il valore oltre il campo.

Un messaggio finale chiaro: ricerca, imprese e istituzioni devono camminare insieme
Il webinar ha confermato che la diversificazione colturale non è una moda, ma una delle risposte più solide per costruire resilienza agricola.
Le aziende intervenute hanno mostrato coraggio e visione: leggere il cambiamento, sperimentare con metodo, intercettare nuovi mercati e al tempo stesso difendere biodiversità e identità territoriali.
In questo percorso, il dialogo tra ricerca, imprese e istituzioni è decisivo. È qui che si colloca il ruolo dell’Accademia dei Georgofili, cui il webinar ha affidato una funzione di cerniera culturale e scientifica: osservare i cambiamenti, sostenere conoscenza e accompagnare innovazione e buone pratiche.
Perché oggi, più che mai, il futuro dell’agricoltura italiana dipende dalla capacità di anticipare le sfide e trasformarle in opportunità di crescita, senza perdere il legame con i territori e con la qualità che contraddistingue il nostro sistema agroalimentare.

Le relazioni complete si trovano QUI

La registrazione completa dell’incontro si trova QUI