Il tema delle colture alternative rappresenta oggi una delle traiettorie promettenti per il futuro dell’agricoltura italiana. In un contesto segnato da condizioni climatiche sempre più estreme, da mercati instabili e da una crescente domanda di sostenibilità, diversificare non è più soltanto una scelta interessante: diventa una strategia necessaria.
Proprio a questa prospettiva è stato dedicato il webinar “Colture alternative: nuove sfide e opportunità per l’agricoltura”, promosso da ISMEA nell’ambito della nuova Rete PAC e realizzato con il contributo scientifico dell’Accademia dei Georgofili.
L’incontro, tenutosi il 18 novembre 2025, ha messo in fila casi concreti, innovazioni tecnologiche e testimonianze aziendali capaci di raccontare un’agricoltura che cambia pelle per restare competitiva e resiliente.
Il programma completo si trova QUI
Un webinar per leggere il cambiamento e trasformarlo in opportunità
L’idea di fondo che ha attraversato tutti gli interventi è semplice quanto potente: le colture alternative non sono un esercizio di curiosità agronomica, ma una risposta strutturata alle difficoltà che si stanno imponendo ai sistemi produttivi tradizionali.
Nuove specie, nuovi modelli di filiera e nuove tecniche di gestione possono:
• ridurre il rischio legato alla monocoltura,
• valorizzare aree marginali o colpite da crisi fitosanitarie,
• intercettare nicchie di mercato ad alto valore,
• contribuire alla biodiversità e alla sostenibilità complessiva dei territori.
In questa cornice, il webinar ha mostrato come imprese, tecnici e ricerca stiano già costruendo alternative reali e praticabili.
L’apertura di ISMEA: innovazione e giovani come motori del futuro
L’apertura dei lavori è stata affidata a Livio Proietti, Presidente di ISMEA, che ha evidenziato il ruolo dell’innovazione come catalizzatore del cambiamento.
Proietti ha insistito su un punto chiave: il ricambio generazionale non è solo un obiettivo sociale, ma una leva tecnologica e competitiva. I giovani, definiti “portatori sani di tecnologia”, sono spesso i primi a introdurre strumenti digitali e approcci moderni in azienda, accelerando la trasformazione del comparto agricolo.
La Rete PAC nasce proprio per questo: condividere esperienze, valorizzare buone pratiche e facilitare la diffusione dell’innovazione, creando un contesto fertile in cui le scelte coraggiose non restino isolate.
Le due relazioni introduttive a carico dell’Accademia dei Georgofili
La prima parte del webinar ha fornito il quadro teorico e tecnico necessario a leggere le trasformazioni in corso.
Nuova arboricoltura da frutto: specie, impianti e gestione
Il professor Paolo Inglese (Accademia dei Georgofili, Università di Palermo) ha illustrato come la nuova arboricoltura debba integrarsi con i cambiamenti climatici attraverso tre pilastri:
• scelta delle specie più adatte ai nuovi scenari termici e idrici;
• progettazione moderna degli impianti, che tenga conto di efficienza produttiva, risparmio idrico e meccanizzazione;
• gestione agronomica avanzata, orientata a produttività e sostenibilità insieme.
L’obiettivo non è solo “resistere” al cambiamento, ma costruire sistemi più efficienti e durevoli, capaci di proteggere risorse naturali e redditività.
Erbacee e innovazione agronomica: precisione e razionalità degli input
Il professor Michele Pisante (Accademia dei Georgofili, Università di Teramo) ha spostato l’attenzione sui sistemi erbacei, sottolineando come l'agricoltura di precisione, le tecnologie digitali e l'uso razionale degli input siano strumenti reali per affrontare sfide ambientali e produttive.
Un passaggio centrale del suo intervento riguarda la concretezza: non basta innovare in laboratorio, servono formazione e assistenza tecnica perché queste soluzioni diventino accessibili alle aziende e non rimangano sperimentazioni isolate.
Le testimonianze aziendali: quando la diversificazione diventa strategia
La seconda parte dell’incontro ha dato spazio a un ricchissimo mosaico di esperienze imprenditoriali, accomunate dalla capacità di trasformare segnali deboli in scelte forti.
Frutti tropicali nel Sud Italia: innovare sfruttando i microclimi
Dalla Calabria e dallo Stretto di Messina sono arrivati casi di introduzione di annona, mango, avocado e passion fruit. Qui il punto non è “imitare i tropici”, ma valorizzare microclimi locali e nuove finestre climatiche per produrre frutti ad alto valore che fino a pochi anni fa sembravano impossibili.
Carrubo in Puglia: resilienza post-crisi e filiere nuove
L’esperienza pugliese del carrubo mostra una strada interessante anche in chiave post-Xylella: specie rustica, resiliente, capace di adattarsi a condizioni difficili e di generare filiere innovative, tra trasformazione alimentare e nuovi sbocchi industriali.
Caffè in Sicilia: il clima apre frontiere inedite
Una delle esperienze più sorprendenti è stata quella del caffè coltivato in Sicilia, emblema di come il cambiamento climatico non porti solo rischi, ma apra anche opportunità produttive impensabili per il passato.
Teff in Umbria: nascita di una filiera ad alto valore
Il teff, cereale originario dell’Africa orientale, è stato presentato come esempio di filiera agricola “nascente”: ottime qualità nutrizionali, crescente interesse di mercato e adattabilità a contesti italiani in evoluzione.
Lana, aloe e funghi da fondi di caffè: valore anche da ciò che sembrava scarto
Altri interventi hanno mostrato percorsi di innovazione circolare:
• la lana della Sopravissana che da rifiuto si trasforma in risorsa per biodiversità e artigianato;
• la coltivazione e trasformazione di Aloe arborescens, esempio di diversificazione “green” con mercati in espansione;
• l’uso dei fondi di caffè per produrre funghi commestibili, caso perfetto di economia circolare applicata all’agricoltura urbana.
In tutti questi esempi compare un elemento comune: non esiste coltura alternativa senza progetto di filiera, senza mercato, senza capacità di organizzare il valore oltre il campo.
Un messaggio finale chiaro: ricerca, imprese e istituzioni devono camminare insieme
Il webinar ha confermato che la diversificazione colturale non è una moda, ma una delle risposte più solide per costruire resilienza agricola.
Le aziende intervenute hanno mostrato coraggio e visione: leggere il cambiamento, sperimentare con metodo, intercettare nuovi mercati e al tempo stesso difendere biodiversità e identità territoriali.
In questo percorso, il dialogo tra ricerca, imprese e istituzioni è decisivo. È qui che si colloca il ruolo dell’Accademia dei Georgofili, cui il webinar ha affidato una funzione di cerniera culturale e scientifica: osservare i cambiamenti, sostenere conoscenza e accompagnare innovazione e buone pratiche.
Perché oggi, più che mai, il futuro dell’agricoltura italiana dipende dalla capacità di anticipare le sfide e trasformarle in opportunità di crescita, senza perdere il legame con i territori e con la qualità che contraddistingue il nostro sistema agroalimentare.
Le relazioni complete si trovano QUI
La registrazione completa dell’incontro si trova QUI