Sono 62 le specie di piante selvatiche a maggior rischio di scomparsa in Toscana

di Lorenzo Peruzzi
  • 26 November 2025

È appena uscito un lavoro collaborativo che ha posto in ordine di priorità le specie di piante selvatiche a rischio di scomparsa in Toscana. La Regione Toscana ha instaurato ormai da diversi anni un accordo di collaborazione con le Università di Pisa, Firenze e Siena per il monitoraggio di specie e habitat protetti dall’Unione Europea ai sensi della cosiddetta Direttiva Habitat (92/43/CEE), finanziando un progetto denominato “NATura NEtwork Toscana – NAT.NE.T”. Nell’ambito di questo progetto, è stato anche chiesto ai botanici del gruppo di lavoro di aggiornare l’elenco delle specie di piante di interesse conservazionistico, da proteggere a livello regionale.
Pochi giorni fa è stato pubblicato un lavoro sulla rivista scientifica Environmental and Suitability Indicators, al quale hanno partecipato 20 ricercatori, coordinati localmente dai prof. Gianni Bedini (Università di Pisa), Bruno Foggi (Università di Firenze) e Claudia Angiolini (Università di Siena).
Nella conservazione della natura, poiché purtroppo non è possibile tutelare attivamente tutto ciò che meriterebbe di essere conservato, è in uso ormai da decenni l’elaborazione di cosiddette priorità: si mettono quindi in evidenza le specie a maggior rischio di estinzione globale, nazionale o locale, per convogliare sforzi e (di solito esigue) risorse disponibili su di esse.
È ben noto che, a livello globale e nazionale, l’approccio più diffuso per stabilire delle priorità di conservazione è l’utilizzo del protocollo IUCN (International Union for Conservation of Nature), che porta ad attribuire delle categorie di rischio e a redigere le cosiddette Liste Rosse. La stessa IUCN, però, chiarisce bene che questo approccio non è funzionale alla redazione di liste di attenzione di interesse locale (come potrebbero essere, ad esempio, quelle a livello delle varie regioni amministrative italiane, o di aree ancora più ristrette). Per questo motivo, il gruppo di studiosi ha cercato di elaborare un approccio alternativo, che permettesse di assegnare delle priorità di conservazione su basi scientifiche alle specie selvatiche della flora toscana.
Il lavoro propone un metodo innovativo, con valenza generale anche per altri casi simili, che prevede l’uso del protocollo IDEA (un confronto strutturato tra esperti), prendendo in considerazione per ogni specie in esame il valore biogeografico, l’isolamento tassonomico e la rarità, oltre alle minacce. Dall’incrocio dei dati di consenso tra gli esperti, risultano tre possibili categorie di rischio: bassa, media, alta.
Gli autori sono partiti dalla lista ufficiale L.R. 56/2000 della Regione Toscana, passando in rassegna un elenco iniziale di 567 specie di potenziale interesse (ca. il 16% della flora nativa toscana), ridotte poi a 456 escludendo quelle con dati insufficienti o di presenza non verificata nella regione. Tra esse, ben 62 sono risultate ad alto rischio di scomparsa. Queste si concentrano maggiormente in ambienti fragili come quelli umidi (13) e costieri (9), o comunque in aree geografiche di elevato interesse naturalistico, ma con altrettanto elevato impatto antropico, come le Alpi Apuane (19) o l’Arcipelago Toscano (12). Da mettere in evidenza come circa i 2/3 delle specie maggiormente a rischio siano endemiche toscane, per le quali -quindi- l’eventuale scomparsa locale corrisponderebbe all’estinzione globale.

Matrice di Priorità di Conservazione (CP) utilizzata nello studio per assegnare la priorità di conservazione a ogni specie considerata. Celeste = aree a bassa priorità; Arancio = aree a media priorità; viola = aree ad alta priorità.