Frusciante: Il CPVO (Community Plant Variety Office) rappresenta l’istituzione europea di riferimento per la protezione delle varietà vegetali, svolgendo un ruolo chiave nel garantire la tutela della proprietà intellettuale, nel favorire l’innovazione e nel sostenere la competitività del settore sementiero nell’Unione Europea. In questo contesto, è particolarmente interessante riflettere sul contributo concreto dell’Ufficio al rafforzamento della ricerca e allo sviluppo sostenibile dell’agricoltura europea. È quindi interessante approfondire con il Presidente in che modo il CPVO persegue questi obiettivi e quali siano oggi le principali sfide e priorità dell’Ente.
Mattina: Il Community Plant Variety Office sostiene l’innovazione nel settore vegetale, garantendo un sistema di tutela della proprietà intellettuale chiaro, accessibile e affidabile per tutti gli attori del comparto, dalle grandi aziende alle piccole e medie imprese (PMI) e ai breeder. La protezione delle nuove varietà vegetali è un motore fondamentale per la ricerca e lo sviluppo, poiché assicura certezza giuridica e ritorno economico agli investimenti innovativi, creando così un ambiente favorevole alla competitività e al progresso tecnologico. Oltre al suo ruolo di tutela, l’Ufficio finanzia direttamente la ricerca applicata, destinando parte delle entrate derivanti dalle tasse di registrazione a programmi congiunti con gli uffici d’esame nazionali. Tali collaborazioni mirano a migliorare i protocolli tecnici, sviluppare strumenti digitali avanzati e favorire l’armonizzazione internazionale delle procedure, rafforzando la coerenza e l’efficienza del sistema europeo di protezione delle varietà vegetali. Il CPVO promuove inoltre la sostenibilità e la resilienza del settore agricolo, sostenendo lo sviluppo di varietà più adattabili ai cambiamenti climatici, capaci di ridurre l’uso di input e di contribuire alla diversificazione colturale e alla tutela della biodiversità. Tra le priorità attuali dell’Ufficio figurano: la riduzione dei tempi e dei costi delle procedure d’esame; il miglioramento dell’accesso delle PMI al sistema di protezione; il rafforzamento della cooperazione con le autorità nazionali e internazionali; l’integrazione di strumenti digitali e dati molecolari nei processi di valutazione; e la risposta proattiva alle sfide emergenti legate alla biodiversità, alla resistenza alle fitopatie e all’adattamento climatico.
Frusciante: Un aspetto centrale del confronto sulle biotecnologie applicate all’agricoltura riguarda l’evoluzione del quadro normativo europeo in relazione alle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Diventa sempre più urgente riflettere su come queste innovazioni possano essere integrate in modo coerente nel sistema di protezione delle varietà vegetali, assicurando un equilibrio tra progresso scientifico, tutela della proprietà intellettuale e competitività del settore sementiero europeo.
Mattina: L’evoluzione delle TEA rappresenta un’opportunità decisiva per ottenere varietà migliorate in modo più rapido, preciso e sostenibile, contribuendo alla sicurezza alimentare e alla transizione ecologica. Tuttavia, il quadro legislativo europeo è ancora in fase di definizione e dovrà garantire una piena coerenza e armonizzazione tra la normativa sementiera, le disposizioni in materia di biosicurezza, il diritto brevettuale e la tutela delle varietà vegetali, evitando sovrapposizioni o lacune interpretative. Pur non entrando nel merito delle scelte politiche sullo status regolatorio delle TEA, il CPVO svolge un ruolo essenziale nell’assicurare che il sistema di protezione comunitaria delle varietà vegetali (CPVR) rimanga neutrale, trasparente e applicabile anche alle innovazioni ottenute tramite queste tecniche di nuova generazione.
L’obiettivo è evitare che la complessità normativa possa generare barriere all’ingresso o disparità tra operatori, mantenendo il delicato equilibrio tra la tutela dell’innovazione e la libertà di accesso al materiale genetico per il miglioramento varietale. Sarà cruciale garantire che le TEA non compromettano l’esenzione del costitutore (c.d. breeder’s exemption) e che i criteri DUS (Distinguibilità, Uniformità e Stabilità) possano evolversi per riconoscere in modo adeguato i caratteri ottenuti con tecniche avanzate. La futura normativa europea dovrà dunque promuovere competitività, sostenibilità e fiducia pubblica, assicurando al contempo armonia con gli standard internazionali e un quadro chiaro che consenta all’innovazione vegetale europea di esprimere pienamente il proprio potenziale.
Frusciante: Un ulteriore punto di riflessione riguarda il modo in cui la ricerca scientifica e le istituzioni possono collaborare per migliorare la comunicazione sulle biotecnologie. La diffusione di informazioni corrette e trasparenti è essenziale per contrastare le percezioni distorte e favorire un dialogo costruttivo tra il mondo della ricerca, i cittadini e i decisori politici, valorizzando il ruolo educativo e divulgativo di organismi come il CPVO.
Mattina: Una comunicazione chiara ed efficace sulle biotecnologie è fondamentale per superare pregiudizi e timori spesso radicati nella mancanza di conoscenza o nella disinformazione. Per questo è indispensabile una collaborazione stretta tra comunità scientifica, istituzioni pubbliche e organismi regolatori, volta a diffondere informazioni accurate, trasparenti e comprensibili anche al grande pubblico. Pur non essendo un ente scientifico in senso stretto, il CPVO svolge un ruolo educativo di rilievo, grazie alla sua posizione europea indipendente e alla credibilità consolidata in trent’anni di attività. Attraverso eventi, pubblicazioni, iniziative di formazione e dialogo aperto con i media e i cittadini, l’Ufficio può contribuire a spiegare in modo chiaro il valore della protezione delle varietà vegetali, il modo in cui vengono valutate la sicurezza, la distintività e la qualità delle varietà, nonché i benefici sociali, economici e ambientali derivanti dall’innovazione nel miglioramento genetico. Una narrativa basata su fatti, arricchita da esempi concreti, buone pratiche e testimonianze dirette del settore, può favorire un dialogo più costruttivo con i decisori politici, le ONG e l’opinione pubblica, contribuendo a ridurre la distanza tra scienza e società. Rafforzare l’alleanza tra scienza, istituzioni e mondo produttivo è oggi più che mai essenziale per costruire fiducia, promuovere l’adozione consapevole delle nuove tecniche e garantire un’agricoltura europea competitiva, sostenibile e aperta all’innovazione. Per favorire il dialogo con il settore agricolo e il territorio, il CPVO promuove momenti di confronto su temi chiave per il futuro dell’agricoltura europea.