Non c’è un buon piede di partenza senza una buona chiusura

di Silverio Pachioli
  • 12 November 2025

Il germogliamento primaverile delle piante da frutto (ma anche della vite) non è un punto di partenza ma la prosecuzione di un processo costruito a partire dal post-raccolta. Quando l’albero riesce a esprimere, all’inizio della stagione, vigoria, uniformità di germogliamento e potenziale produttivo, il “merito” è da ricercarsi principalmente da come ha chiuso il ciclo vegeto-riproduttivo precedente.
La fase di post-raccolta rappresenta un periodo fisiologico fondamentale per l'accumulo delle riserve strutturali, energetiche e ormonali. Queste sono essenziali per sostenere il germogliamento, la fertilità delle gemme, l'allegagione e la qualità dei frutti nella stagione successiva.
Durante il post-raccolta le piante mantengono l'attività fotosintetica se la chioma rimane attiva e funzionale. Questa fotosintesi permette la sintesi e la traslocazione dei carboidrati agli organi di riserva: radici, tronco e gemme. Inoltre, nutrienti come azoto, fosforo, potassio, boro e zinco vengono assorbiti e mobilitati nei tessuti perenni. Sono coinvolti anche gli ormoni endogeni: le citochinine e le gibberelline, generate da radici attive, favoriscono la differenziazione delle gemme a fiore.
Le riserve si accumulano principalmente negli organi legnosi e perenni della pianta. Questi includono le radici strutturali, il tronco, i rami e i germogli, nonché le gemme miste. I carboidrati vengono immagazzinati sotto forma di parenchimi radicali e legnosi, mentre nutrienti come azoto, potassio e fosforo vengono immagazzinati in forma mobile e riutilizzabile durante il germogliamento. La qualità e la quantità delle riserve in questi organi determinano, in gran parte, la fertilità delle gemme, il vigore iniziale dei germogli e la capacità di allegagione.

Fattori fisiologici chiave
Durante la pausa invernale le riserve accumulate negli organi legnosi e nelle radici vengono mobilitate nei punti di crescita attivi al momento del germogliamento. Questo processo richiede l'azione di enzimi come le amilasi e le invertasi, che degradano gli amidi in zuccheri semplici compatibili e facilmente traslocabili. L'efficienza del trasporto delle riserve è influenzata anche dalla temperatura del suolo: i terreni freddi (<10°C) riducono l'attività radicale, mentre i terreni temperati favoriscono l'assorbimento e l'invio di segnali ormonali, come gibberelline e citochinine, dalle radici alle gemme.
Un apparato fogliare sano e attivo garantisce la continuità della fotosintesi nel post-raccolta, che è la chiave per generare carboidrati che verranno mobilitati come amido per riservare gli organi. La chiusura stomatica, dovuta alla carenza idrica o allo stress termico, può ridurre la fotosintesi fino al 70%, influenzando le riserve. É fondamentale, quindi, gestire bene l’irrigazione anche in post-raccolta e mantenere un buon equilibrio nutrizionale.

Importanza della produzione delle radici post-raccolta
Le radici fini attive sono essenziali per l'assorbimento efficiente di acqua e sostanze nutritive durante il periodo post-raccolta. La formazione di nuove radici in questa fase è direttamente correlata alla disponibilità di fosforo, potassio e a un'adeguata irrigazione. Fisiologicamente, il rinnovamento radicale consente non solo l'accumulo di riserve strutturali nei tessuti sotterranei, ma stabilisce anche le basi per un germogliamento vigoroso e un apparato radicale funzionale per il successivo ciclo produttivo. Dal punto di vista della sostenibilità, la promozione delle radici attive in autunno migliora la resilienza alle condizioni di stress idrico e riduce la dipendenza da un'eccessiva concimazione in primavera, ottimizzando l'uso delle risorse e minimizzando gli impatti ambientali.
È fondamentale, quindi, implementare strategie di stimolazione radicale in questa fase poiché l'effetto di una maggiore massa radicale ci permetterà sempre di ottenere direttamente un maggiore accumulo di riserve. Ciò si traduce in un migliore germogliamento e differenziazione delle gemme dalla stagione successiva.
La disponibilità idrica mantiene la funzionalità di foglie e radici. Le radici idratate emettono segnali ormonali (citochinine) che stimolano la persistenza fogliare e l'assorbimento dei nutrienti mobili (N, K, B). Un deficit idrico post-raccolta accelera la senescenza fogliare, limitando la sintesi delle riserve e la loro traslocazione. Tuttavia, particolari caratteristiche climatiche e il comportamento dei portinnesti condizionano spesso i fattori sopra citati, per cui, in un certo modo, viene sacrificato il principio del massimo accumulo delle riserve.

Concimazione strategica
I nutrienti applicati in post-raccolta devono essere finalizzati al reintegro e all'accumulo nei tessuti legnosi dove sono immagazzinate le riserve. L'azoto favorisce la sintesi delle proteine strutturali; il fosforo consente la rigenerazione delle radici fini attive e il trasporto di energia (ATP); il potassio migliora la mobilità degli zuccheri attraverso il floema; boro e zinco partecipano alla formazione di gemme fertili e alla differenziazione floreale.
Le zone climatiche di coltivazione hanno la loro importanza poiché incidono sui processi di assorbimento. Negli ambienti molto caldi l’assorbimento radicale può essere rallentato dalla mancanza di acqua nel terreno; quindi, i “contributi” in termini di riserve possono essere limitati. In questi casi possono essere molto importanti, previa valutazione dello stato nutrizionale delle piante, le applicazioni fogliari. In presenza di fertirrigazione le applicazioni fertilizzanti post-raccolta possono ritenersi maggiormente mirate ed efficaci.