Il territorio della Toscana settentrionale presenta un’elevata frammentazione ecologica dovuta alla forte pressione infrastrutturale e insediativa. Le autostrade, l’Aurelia, la ferrovia insieme alle opere connesse, costituiscono vere e proprie barriere fisiche che interrompono la continuità della piana costiera e le relazioni con i sistemi territoriali adiacenti. Nel Parco Migliarino–San Rossore–Massaciuccoli il PIT segnala criticità ambientali causate dagli insediamenti turistici presso la Macchia Lucchese, tra Marina di Levante e Torre del Lago, che nei mesi estivi esercitano elevate pressioni sul sistema dunale. Con la frammentazione parallela alla linea di costa si intreccia quella dei corsi fluviali che collegano mare e monti. In particolare, lungo il fiume Versilia si susseguono piazzali per il deposito di marmi, aree industriali attive, dismesse o incompiute, che ostacolano la continuità ecologica e il libero movimento delle specie, oltre a interrompere i processi naturali di connessione tra habitat.
Una risposta efficace a questa frammentazione è rappresentata dalla realizzazione di corridoi ecologici che svolgono un ruolo cruciale nel garantire la permeabilità del paesaggio, facilitando i processi di scambio genetico tra popolazioni animali e vegetali e contribuendo, al contempo, al miglioramento della qualità ambientale e alla mitigazione degli impatti derivanti dall’urbanizzazione
La realizzazione di tali strutture ecologiche presuppone l’attuazione coordinata di misure normative, pianificatorie e progettuali mirate, tra le quali il rispetto delle fasce di tutela fluviale, mediante l’applicazione dei limiti di inedificabilità in coerenza con la normativa vigente e con i piani di assetto idrogeologico; la riqualificazione della vegetazione ripariale, attraverso interventi di piantagione di specie arboree, arbustive ed erbacee, finalizzati al consolidamento delle sponde, al miglioramento della qualità delle acque, all’incremento della biodiversità e alla creazione di habitat idonei alla fauna; percorsi di mobilità dolce opportunamente schermati da vegetazione arborea; rinaturalizzazione delle aree libere o dismesse, in particolare di quelle poste in prossimità delle infrastrutture lineari, al fine di mitigare gli impatti ambientali e paesaggistici e di ripristinare la continuità ecologica; l’orientamento dei piani di mobilità verso modelli sostenibili, capaci di coniugare la fruizione del litorale con quella dei paesaggi interni; valorizzazione dei corsi d’acqua trasversali quali corridoi ecologici multifunzionali, volti ad assicurare la continuità dei sistemi ambientali e degli spazi aperti lungo le riviere.
In tale prospettiva, la costruzione di un sistema organico di corridoi ecologici mare–monti nella Toscana settentrionale costituisce una condizione imprescindibile per il riequilibrio ambientale e paesaggistico del territorio. Essa consente di integrare in modo sinergico le politiche di tutela della biodiversità con gli strumenti di pianificazione territoriale, promuovendo un modello di resilienza ecologica e di sostenibilità esteso alla scala intercomunale e regionale.