Traballa la vision dell’Europa: PAC ‘tagliata’ nel Fondo unico? Via alla mobilitazione del mondo agricolo

di Lorenzo Frassoldati*
  • 09 July 2025

Già traballa la nuova ‘vision’ dell’agricoltura lanciata dalla Commissione Ursula-bis. La data cruciale è molto vicina: il 16 luglio quando la Commissione europea presenterà la proposta del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per il periodo 2027-2034, che potrebbe prevedere una unificazione in un unico calderone dei principali fondi comunitari (quindi agricoltura e coesione) con in più tagli rilevanti alla PAC- Politica Agricola Comune. Un progetto contro cui si sono già pronunciati 17 paesi UE (guidati da Italia e Grecia) e che vede anche l’opposizione esplicita del neocommissario UE all’Agricoltura, Christophe Hansen. Una riforma talmente impopolare da avere coalizzato un fronte comune fra Popolari (PPE) e Socialisti (S&D) testimoniato da una nota congiunta Nardella-Dorfmann. “Dobbiamo prepararci a una battaglia difficile. Una scelta del genere rappresenterebbe un colpo durissimo alla struttura portante dell’Europa rurale e produttiva”, dicono all’unisono i due eurodeputati Dario Nardella (S&D) e Herbert Dorfmann (PPE). In Italia chi annuncia la mobilitazione è la CIA-Agricoltori Italiani che per bocca del suo presidente Cristiano Fini dice che “con le tensioni globali in corso, l’Europa non può assolutamente permettersi una guerra interna per le risorse. Questo accadrebbe con la riforma della Pac post 2027 così come preannunciata, una residuale voce di spesa, aggregata in un Fondo unico a quella di altri settori e affidata al libero arbitrio degli Stati membri. Non più quella spina dorsale della strategia alimentare e agricola Ue che da più di 50 anni tutela il mercato unico dalle frammentazioni e i Paesi aderenti dalle disuguaglianze”.
E anche Confagricoltura sposa gli argomenti della nota Nardella-Dorfmann “a difesa di una PAC forte, ben finanziata e non frammentata in strumenti nazionali che rischiano di generare squilibri tra gli Stati membri”. E annuncia di riunire a Bruxelles proprio il 16 luglio la giunta confederale, “per seguire i lavori dal vivo”. Intanto è partita la petizione del Copa-Cogeca a difesa della Pac “No Security without CAP”, con l’obiettivo di sensibilizzare e mobilitare tutto il comparto agricolo europeo contro la proposta del fondo unico e della diminuzione del budget dedicato alla politica agricola.
Dopo i proclami a favore della ‘centralità dell’agricoltura’ fatti dalla Von der Leyen e le promesse del commissario Hansen, il brusco ritorno alla realtà è certamente legato a un quadro finanziario che vede l’Europa sotto stress finanziario per l’affollarsi di impegni legati alla difesa comune, alla transizione green ecc. “Sembrava ci fosse un’intesa concreta per una Pac più forte e adeguatamente finanziata -ha spiegato il presidente CIA, Cristiano Fini in conferenza stampa - ma all’agricoltura sembra sia riservato un 20% in meno delle risorse già stanziate: quindi un taglio totale di circa 80 miliardi di euro sugli attuali 400, e per l’Italia 8 miliardi in meno sui 38 già assegnati. Senza calcolare l’inflazione che nel precedente bilancio ha pesato circa il 14%. Salvare il reddito degli agricoltori non è questione di parte, ma sostenere chi lavora quotidianamente per la sicurezza alimentare globale”.  E i due eurodeputati Nardella-Dorfmann aggiungono: “La volontà di raggiungere nuovi obiettivi a livello europeo è legittima e condivisibile; tuttavia, ciò non può avvenire a scapito delle politiche fondamentali, come l’agricoltura o la coesione, che costituiscono il cuore del progetto europeo e il motore della sua legittimità sociale.”
Durissima la presa di posizione di Coldiretti, il cui segretario generale Vincenzo Gesmundo dice che “qualcuno a Bruxelles vuole che il riarmo lo paghino i cittadini e gli agricoltori, togliendo risorse al cibo sano per destinarle ai carri armati. Senza agricoltura c’è solo guerra. Senza produzioni alimentari, diventiamo ancora più fragili e dipendenti dall’estero. Negli ultimi anni le imprese agricole sono state trattate come nemiche dell’ambiente e vessate da un “dazio occulto”, in alcuni casi più insidioso e violento della guerra commerciale: la burocrazia dei tecnocrati dell’Ue”.

*direttore del Corriere Ortofrutticolo