Gestire il risanamento dei laghi eutrofici: esperti europei a confronto a Trento

di Claudio Ioriatti
  • 02 July 2025

La gestione del risanamento dei laghi eutrofici è stata al centro dell’incontro organizzato il 18 giugno a Trento dal Comitato per la tutela e la valorizzazione dei laghi di Serraia, Piazze e dei relativi ecosistemi con il patrocinio dell’Accademia dei Georgofili. Un tema di grande attualità, vista la crescente diffusione del fenomeno dell’eutrofizzazione che interessa numerosi bacini lacustri. Questo processo, causato da un eccessivo apporto di nutrienti – in particolare di fosforo – porta a fioriture algali dannose, riduzione della trasparenza delle acque e perdita di biodiversità.
Il cambiamento climatico, attraverso l’aumento delle temperature, aggrava ulteriormente il rischio di eutrofizzazione: da un lato favorisce la crescita algale per effetto del riscaldamento delle acque, dall’altro incide sulla stratificazione termica, sulla durata delle fioriture e sull'apporto di nutrienti dovuto al dilavamento causato da eventi meteorologici estremi.
All’incontro hanno partecipato tre tra i maggiori esperti europei nel campo del risanamento dei laghi eutrofici, impegnati nello sviluppo di approcci innovativi per la valutazione e la gestione del carico interno di fosforo e nell’analisi dei rischi legati alla produzione di cianotossine.
La dottoressa Ingrid Chorus, del Leibniz Institute for Freshwater Biology and Inland Fisheries (IGB) in Germania, nella sua relazione intitolata "Quali concentrazioni di nutrienti consentono al Lago Serraia di essere sano e attraente: imparare dalle esperienze internazionali", ha illustrato i rischi associati alla tossicità delle tossine prodotte dai cianobatteri, spesso presenti nelle fioriture algali. Basandosi sulla sua vasta esperienza, ha indicato i livelli ottimali di fosforo totale da non superare affinché le fioriture algali non si manifestino, sottolineando che tali soglie variano in base alle caratteristiche del lago. Ha inoltre spiegato come l’ossigenazione forzata, utilizzata per aumentare il potenziale redox e promuovere la formazione di complessi stabili con il ferro, possa talvolta risultare controproducente: può infatti favorire la mineralizzazione dei sedimenti e, di conseguenza, un rilascio di fosforo superiore a quello immobilizzato. Inoltre, l’immissione di ossigeno può innalzare la temperatura dell’ipolimnio, facilitando ulteriormente la mineralizzazione e la proliferazione dei cianobatteri. È questo il caso del lago Tegel, dove l'indagine sulle forme di legame del fosforo nei sedimenti ha evidenziato la presenza di un'elevata frazione di fosforo legato organicamente, quindi suscettibile alla mineralizzazione. In questo caso la scelta operativa per favorire il risanamento del lago è stata di interrompere l’ossigenazione ipolimnica.
I ricercatori Miquel Lürling dell’Università di Wageningen e Maìra Mucci di Limno Solutions International (Utrecht, Olanda), hanno aperto la loro presentazione dal titolo "Gestire l’eutrofizzazione: l’importanza dell’analisi di sistema e del carico interno" ribadendo come ogni lago sia un sistema unico, che necessita di un’analisi approfondita prima di definire qualsiasi intervento. L’analisi di sistema prevede la valutazione del tempo di ricambio delle acque, del flusso di nutrienti, della composizione biologica e delle funzioni ecosistemiche che il lago deve svolgere. Solo partendo da queste conoscenze è possibile formulare una diagnosi e, di conseguenza, pianificare un pacchetto di misure di risanamento.
Nel corso della loro esposizione, hanno illustrato diversi casi studio di laghi europei in cui sono intervenuti, evidenziando come le misure adottate siano sempre state adattate alle caratteristiche specifiche di ciascun lago. Le soluzioni scelte devono essere efficaci, sostenibili dal punto di vista economico, semplici da applicare e sicure per l’ambiente. Tra gli interventi illustrati, particolare attenzione è stata data all’uso della bentonite modificata con lantanio (LMB), un materiale capace di legare il fosforo reattivo solubile e di impedirne il rilascio dai sedimenti.
Il giorno successivo alla conferenza si è tenuto un incontro tecnico tra i relatori e i rappresentanti delle agenzie e degli uffici provinciali presso APPA (agenzia per la protezione dell’ambiente) coinvolti nei programmi di risanamento dei laghi trentini, con l’obiettivo di approfondire ulteriormente alcuni aspetti tecnici emersi durante l’evento con particolare riferimento misure potenzialmente applicabili per il risanamento del lago di Serraia. Essendo in questo lago attivo un impianto di ossigenazione, la ricercatrice tedesca ha suggerito tra l’altro di intensificare i carotaggi dei sedimenti e analizzarli al fine di distinguere tra le diverse forme di legame del fosforo, ovvero la frazione legata alla materia organica che rilascia fosforo quando i batteri la decompongono e la frazione adsorbita al ferro, che libera fosforo in condizioni riducenti dovute alla mancanza di ossigeno. Il risultato di tale differenziazione è importante per giudicare l’effettivo beneficio dell’impianto di ossigenazione ipolimnica.