Estate: tempo di ozono

di Giacomo Lorenzini
  • 02 July 2025

Puntuali, come da tradizione, ecco che già a metà giugno 2025 sono stati segnalati i primi superamenti dei valori limite di concentrazione di ozono troposferico. Il motivo è da imputare alle particolari condizioni meteorologiche, contraddistinte dalla presenza di un anticiclone subtropicale, che ha portato stabilità atmosferica e, dunque, radiazione solare intensa e temperature elevate. Parametri entrambi importanti per la catalisi delle reazioni di formazione dell’ozono. I dati rilevati da numerose agenzie regionali per la protezione dell’ambiente indicano che sono molte decine le stazioni di monitoraggio che presentano superamenti della “soglia di informazione” (180 µg m-3 come media oraria) e, meno frequentemente, anche quella “di allarme” (240 µg m-3 media oraria, per tre ore consecutive). Il D. Lgs. 155/2010 del 13 agosto 2010 n. 155 definisce la soglia di informazione come il “livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione” (es. anziani, bambini, donne in gravidanza, persone affette da disturbi respiratori) e il cui raggiungimento impone di assicurare informazioni adeguate e tempestive”.
La soglia di allarme, invece, rappresenta “il livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso e il cui raggiungimento impone di adottare provvedimenti immediati”. È previsto altresì anche un “valore obiettivo per la protezione della salute umana”, che consiste nel numero di 25 medie massime giornaliere di 8 ore superiori a 120 µg m-3 come media dei dati degli ultimi tre anni. Lo scorso anno, il valore obiettivo per la protezione della salute umana in Toscana è stato superato presso quattro stazioni, pari al 40% della rete regionale. È normato anche il “valore obiettivo per la protezione della vegetazione”: AOT40 pari a 18.000 µg m-3 h come media su 5 anni. L’AOT40 (Accumulated exposure Over Threshold of 40 ppb) valuta la qualità dell’aria tramite la somma delle differenze tra le concentrazioni orarie superiori a 80 µg m-3 e 80 µg m-3 rilevate da maggio a luglio in orario 8-20. Anche in questo caso, in Toscana, il 40% delle stazioni è fuori limite.
Per approfondire e spiegare questi aspetti le agenzie regionali mettono a disposizione del pubblico diversi strumenti informativi, tra i quali servizi di previsione (mappe che permettono di visualizzare i livelli delle concentrazioni misurate il giorno precedente e forniscono un’indicazione sulla tendenza per il giorno stesso e quello successivo, in base alla previsione di alcuni parametri meteo, come temperatura, pressione atmosferica, irraggiamento solare e vento), bollettini quotidiani e dati in tempo reale; circolano in rete anche documenti divulgativi, con indicazioni per orientare i cittadini. Il consiglio prevalente è quello di limitare qualunque attività fisica all’aperto, in particolare nelle ore più calde e di massima insolazione.
La formazione di ozono in atmosfera è fenomeno noto e ben descritto da tempo. Non esistono sorgenti dirette: il gas si forma a seguito di reazioni fotochimiche (si parla di “smog”) a partire da precursori, in particolare ossidi di azoto e idrocarburi volatili. Le loro fonti sono prevalentemente antropiche (impiego di combustibili fossili, come nei motori endotermici e negli impianti industriali e termoelettrici), ma composti organici volatili (terpeni) sono anche emessi dalle piante forestali. Intensa radiazione solare e alta temperatura sono condizioni ideali, e, pertanto, i livelli maggiori si riscontrano nelle ore centrali dei mesi estivi. L’inquinamento fotochimico, oltre che locale, è anche un fenomeno che si dispiega su ampie scale spaziali; conseguentemente i livelli riscontrati in una certa zona non sempre sono esclusivamente attribuibili a fonti di emissione poste in prossimità, ma il contributo più importante può provenire dalle aree circostanti.
Importanti gli effetti dell’esposizione a concentrazioni significative di ozono: per quanto riguarda la salute umana sono a rischio la funzioni respiratoria e quella cardiovascolare, il che porta a incremento di ricoveri ospedalieri, assenze scolastiche e lavorative, uso di farmaci e persino situazioni critiche (sono oltre 20mila i decessi prematuri attribuibili all’ozono in Europa ogni anno). Disturbi di minore entità consistono in arrossamento e bruciore degli occhi, irritazione al naso e alla faringe, tosse e sensazione di soffocamento durante la respirazione, riduzione dell’efficienza fisica. Anche i sistemi vegetali sono danneggiati, con diminuzione dell’attività fotosintetica e induzione di senescenza precoce. Spesso si manifestano sintomi fogliari più o meno caratteristici. Ne conseguono perdite produttive, compromissione dei servizi ecosistemici, perdita di biodiversità. Non mancano gli effetti nocivi sui manufatti, come tessuti, polimeri sintetici e gomme. Infine, non va sottovalutato il ruolo dell’ozono come gas clima-alterante, anche se il suo contributo all’effetto serra è inferiore rispetto al vapore acqueo, al biossido di carbonio e al metano.

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