L'Italia è stata nominata Presidente dell’iniziativa multilaterale Clean Energy Ministerial (CEM) Biofuture Platform. Istituita nel 2016 a Marrakech, durante la COP22, la Piattaforma Biofuture è uno strumento fondamentale per sviluppare e promuovere la collaborazione multilaterale e il dibattito politico sulla bioeconomia e sulla bioenergia, in particolare sull’utilizzo dei biocarburanti e delle soluzioni sostenibili a base biologica, promuovendo la condivisione delle best practices relative alle tecnologie, agli aspetti regolatori e di supporto finanziario, nonché favorendo il consenso attraverso attività di informazione. Nel 2020, la Biofuture Platform si è collegata al Clean Energy Ministerial (CEM), l’iniziativa internazionale dedicata ai numerosi elementi della transizione verso l'energia pulita, ed è stata quindi rilanciata come “CEM Biofuture Platform Initiative”.
All’iniziativa partecipano 23 Paesi ed un osservatore (Giappone): l’Agenzia Internazionale per l’Energia svolge il ruolo di facilitatore (una sorta di segretariato). Tra le organizzazioni internazionali che supportano la piattaforma troviamo vari soggetti delle Nazioni Unite (quali FAO, IRENA, UNIDO, UNCTAD) e Sustainable Energy for All.
La presidenza della Piattaforma Biofuture è stata recentemente assegnata al Prof. David Chiaramonti del Politecnico di Torino, membro dell'Accademia dei Georgofili.
Prof. Chiaramonti, quali obiettivi si prefigge durante il suo mandato?
Stiamo proprio in questi giorni definendo con i partner membri della piattaforma il programma per i prossimi due anni, periodo che sarà coperto dal mandato dell’Italia. Assieme alle vicepresidenze di Brasile ed Olanda, le attività della piattaforma si svilupperanno sicuramente su alcune linee programmatiche ben definite: la disponibilità e la “mobilizzazione” di biomasse in modo sostenibile per la bioeconomia (ed in particolare per i biofuels), il cosiddetto carbon accounting delle filiere, e l’impiego delle biomasse nel settore dei biochemicals e dei biomateriali (inclusi ambiti quali produzione di acciaio, cemento, etc).
Quale percentuale dell'approvvigionamento energetico rinnovabile mondiale è rappresentata dalle bioenergie?
Al momento le bioenergie (fonte IEA) rappresentano quasi il 55% di tutte le energie rinnovabili (escludendo gli usi cosiddetti “tradizionali” delle biomasse), ed il 6% dell’energia fornite a livello mondiale. Ancora oggi la principale fonte rinnovabile, quindi, in grado di servire molteplici usi: dalla generazione di calore, alla cogenerazione (produzione combinata di elettricità e calore), ai biocombustibili solidi, liquidi e gassosi. Inoltre, è fonte per la produzione di biomateriali e bioprodotti.
Entro quanti anni sarà plausibile sperare di ottenere risultati concreti?
Uno degli elementi di forza delle biomasse, e quindi della bioeconomia, è che in un gran numero di casi questa è in grado di fornire sin da subito un apporto quantitativamente rilevante alla generazione rinnovabile di energia. Non sono solo le tecnologie in sé ad essere pronte ed in molti casi pienamente mature, ma è la compatibilità con le infrastrutture già oggi esistenti a rendere le bioenergie così importanti. Eppure, in alcuni ambiti, quali ad esempio quello dei biocombustibili per trasporti, per rimanere sulla traiettoria di defossilizzazione (net zero) dovranno quasi triplicare da qui al 2030. Questo rende una chiara idea della enorme sfida che abbiamo davanti.
Fortunatamente, nel corso degli ultimi anni la ricerca ha fatto notevoli passi in avanti. Le filiere sostenibili di biocombustibili possono essere oggi estremamente virtuose, sino a divenire Carbon Negative (in grado cioè di rimuovere CO2 dall’atmosfera e sequestrarla), cosa che altre fonti rinnovabili non possono fare così facilmente. Ed al contempo, tramite sistemi quali rotazioni agronomiche sostenibili, miglioramento della efficienza fotosintetica, valorizzazione dei residui e dei coprodotti, supportare la produzione primaria food e feed, andando oltre il vecchio tema food vs fuel, ma piuttosto creando le condizioni per una agricoltura sempre più virtuosa e sostenibile. In Italia abbiamo un ottimo esempio di questo nel modello del “Biogas Fatto Bene” del CIB.
L'Europa è virtuosa ma … tutto il resto del mondo?
Il tema è complesso e la risposta non è semplice. L’Europa è certamente stata ed è tutt’oggi in grado di svolgere un ruolo importante a livello globale per quanto concerne lo sviluppo di tecnologie ma, se osserviamo le filiere nel loro complesso, molte altre regioni nel mondo sono state forse ancor più efficaci (si pensi al programma Proalcohol del Brasile, che proprio nel 2025 celebra 50 anni, essendo iniziato nel 1975). In questo senso, le policies presenti in Europa sono oggi molto complesse, e talvolta di difficile lettura, soprattutto se confrontate a quelle adottate in altre regioni del mondo ed in ambito internazionale (es ICAO, IMO). Uno degli obiettivi che, come Presidenza Italiana, ci poniamo è quello di portare all’attenzione dell’Europa questi elementi, al fine di favorire il più possibile una armonizzazione dei sistemi di regolazione e rendere quindi l’Europa in grado di competere a livello globale, considerando tutte le soluzioni necessarie al Green Deal in modo complementare e sinergico. E quindi, ad esempio, valutare le filiere sostenibili per i biocombustibili in modo oggettivo, e con metriche Well to Wheel.
Al riguardo della nomina italiana, il Ministro italiano per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica (MASE), Gilberto Pichetto Fratin ha dichiarato: "L'Italia desidera ringraziare l'Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) per il ruolo di Facilitatore, e tutti i Paesi membri per aver sostenuto la candidatura dell'Italia alla Presidenza dell'iniziativa della Piattaforma CEM Biofuture. Forte degli eccellenti mandati precedenti di Stati Uniti e Brasile, ci troviamo in un momento unico per promuovere politiche e iniziative che devono favorire ulteriormente l'uso di biocarburanti sostenibili come soluzione efficace e strategica in tutti i settori, compresi quelli difficili da abbattere e dei trasporti, anche quelli su strada, per affrontare le sfide globali settoriali e promuovere una transizione energetica sicura e sostenibile attraverso un approccio concreto e non ideologico".