Pagliai – Caro Giuliano non è certo un bel momento per la nostra agricoltura afflitta da mille problemi che sfociano poi in redditi tutt’altro che dignitosi per i nostri agricoltori (a parte qualche rara eccezione come, ad esempio, la zona del prosecco della tua Regione) che talvolta o troppo spesso portano ad un abbandono di questa attività. Come se non bastasse, la crisi climatica in atto aggrava fortemente la situazione sia con l’aumento delle temperature, sia con l’invasione di nuovi parassiti ma soprattutto con il problema dell’acqua, dove si passa da violente e devastanti precipitazioni in un breve periodo con una perdita del 90% di acqua che non viene immagazzinata nel terreno a lunghi periodi di siccità. Non è un problema sorto all’improvviso ma, nonostante questo e nonostante gli sforzi dei consorzi di bonifica, non si vede ancora un concreto piano nazionale sia di messa in sicurezza del territorio, sia di stoccaggio di acqua piovana. Eppure, il mondo della ricerca già sul finire del secolo scorso aveva lanciato allarmi importanti; uno slogan dei pedologi, ad esempio, era “la corretta gestione del suolo e delle risorse idriche sarà la sfida del futuro”. Sfida persa! Confesso la mia frustrazione o è una visione troppo pessimistica la mia?
Mosca – Senza voler aumentare il tuo livello di pessimismo, caro Marcello, a mio avviso è indispensabile conoscere qual è la situazione in generale.
Uno sguardo sul mondo attuale porta ad affermare con Paul Valéry, scrittore, poeta e filosofo francese (1871-1945), che “L’avvenire è come il resto. Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta”. In breve ci dobbiamo adattare a dei mutamenti epocali e inaspettati, non senza reagire.
Con riferimento al bene prezioso dell’acqua è da notare che in Europa il 15% del territorio si trova in uno stato di allarme e lo 0,7% in uno di allarme grave (Fonte: European Drought Observatory). Nel mondo poi 2,2 miliardi di persone vivono senza acqua potabile, mentre in Italia la disponibilità di acqua ammonta a 279 miliardi di m3/anno di cui, nel 2022, circa 67 hanno rappresentato il minimo storico dal 1951 e 49 miliardi di m3/anno rappresentano invece la pioggia caduta nel mese di maggio dello stesso anno quando si verificò la prima alluvione in Emilia Romagna.
L'OMS afferma che il 40% dell’umanità vive in condizioni igieniche precarie soprattutto per carenza d’acqua. Nel severo “cahier de doléances” si indica un consumo medio di 350 l/giorno per una famiglia canadese, di 165 per una europea e di 20 per una africana. Un abitante su due (3 miliardi di persone) abita in case sprovviste di sistema fognario, attualmente un abitante su cinque non dispone di acqua potabile a sufficienza e in 29 Paesi il 65% della popolazione si trova al di sotto del fabbisogno idrico vitale. Infine, oltre 1 miliardo di persone beve acqua “non sicura” e ogni anno alcuni milioni di persone muoiono a causa di malattie trasmesse dall'acqua.
Il 97% dell’acqua dolce risiede nelle falde acquifere e gran parte di queste sono alimentate da territori sottoposti a tutela. L’irregolarità dei deflussi e varie inefficienze riducono questa disponibilità al 71% (2000 m3 pro-capite). Si osserva poi che la disponibilità d’acqua diminuisce ogni anno, le località in emergenza idrica crescono di numero, i costi e i prezzi dell’acqua sono in rapido aumento. Il 30% dell’acqua che entra nelle condotte idriche non arriva a destinazione e il 40% dell’acqua irrigua si perde lungo le tubazioni dalle sorgenti e dagli invasi alle prese e agli idranti. Inoltre, nell’intero bacino del Mediterraneo, Italia compresa, nell’ultimo secolo si è verificata una diminuzione delle precipitazioni pari a circa il 20%, accompagnata da un incremento delle temperature di 1,5 – 1,7°C. Queste evidenze, in sintesi, rappresentano alcuni dei mutamenti epocali, inaspettati che ricordavo prima.
Riguardo al suolo agrario sottolineo ciò che Leonardo affermava “c’è più vita sotto i nostri piedi che stelle in cielo”. È arrivato il momento di approfondire ulteriormente le nostre conoscenze circa la metà nascosta della pianta (radice) congiuntamente ai suoi preziosi e inseparabili invisibili (microrganismi).
Indipendentemente dai futuri cambiamenti del clima, la biodiversità tenderà a declinare a causa dell’espansione delle attività umane, dei crescenti usi antropici del suolo e della progressiva riduzione degli habitat naturali. Nel 2023 si sono registrate perdite di 20 ha/giorno di suolo agricolo.
I cambiamenti del clima avranno delle conseguenze per gli ecosistemi terrestri: spostamento degli ecosistemi verso i poli e a quote più elevate, le specie che non riusciranno ad adattarsi e a spostarsi in tempo o avranno dei limiti nei loro spostamenti o potranno essere destinate a soccombere.
Pagliai – Le nuove tecnologie digitali in continua, talvolta turbolenta, evoluzione possono aiutare ad affrontare le sfide del futuro come, appunto, l’ottimizzazione delle risorse idriche e la produzione agricola per una popolazione mondiale in continuo aumento? La tanto agognata “agricoltura di precisione” mi sembra che da noi stenti a decollare fra mille problemi, non ultimo quello della copertura digitale di vaste zone del nostro territorio.
Mosca – Dal 7° Censimento generale dell'Agricoltura si evince quanto segue: nel 2020 in Italia operavano 1.133.006 aziende agricole, per una superficie utile (Sau) pari a 12,4 milioni di ettari (1/2 a pascolo). Abbiamo dunque circa 6 milioni di ettari coltivabili con diverse possibilità di successo produttivo e dovremo utilizzarli al meglio. Ricordo poi che il nostro Paese presenta circa 8.000 km di coste sulla cui base porci un interrogativo di un certo rilievo: quanto terreno costiero in più potremmo rendere coltivabile utilizzando acqua marina desalinizzata o solo parzialmente, scegliendo però le specie adatte? Al fine di raggiungere quell’incremento delle produzioni agricole da più parti richieste occorre progettare fin da subito una soluzione globale fondata sulle migliori tecnologie e tecniche agronomiche. Per quelle idrauliche ad esempio, relativamente all’efficientamento dell’acqua irrigua, ma non basta, è necessario integrare la fase agronomica con il miglioramento genetico includente le nuove TEA (Tecnologie di Evoluzione Assistita). Il tutto senza dimenticare che esiste anche una “genetica di precisione” che a pieno titolo deve integrarsi con “l’agricoltura di precisione”.
Pagliai – L’uso delle acque reflue e delle acque desalinizzate possono veramente essere una alternativa alla carenza idrica?
Mosca – Sono due soluzioni fra le possibili da utilizzare congiuntamente a numerose altre. Ad esempio limitare gli effetti dell’intrusione di acqua salata lungo le coste impiegando delle barriere naturali e non, delle zone umide nei delta, delle zone cuscinetto lungo canali e fossi. E ancora realizzando la conversione all'acquacoltura (acquaponia), l’incorporazione di residui colturali pagliosi, delle soluzioni basate su microrganismi (biostimolanti), distribuendo dei fertilizzanti organici, lo stoccaggio dell'acqua per usi irrigui, la scelta di idonee colture di sostituzione e, infine, tramite apposite selezioni per la tolleranza al sale in piante coltivate.