Una lezione dagli USA sulla gestione degli OGM

di Manuela Giovannetti
  • 30 April 2025

La rivista “Science” ha recentemente pubblicato i risultati di uno studio a lungo termine sulla resistenza alla tossina insetticida Bt in insetti del genere Diabrotica nei campi coltivati di mais transgenico Bt. La ricerca, durata 12 anni, ha analizzato dati provenienti da 10 stati del “Corn Belt”: Illinois, Iowa, Minnesota, Nebraska, North Dakota, South Dakota e Wisconsin, nel gruppo degli stati occidentali, e Indiana, Michigan e Ohio, nel gruppo degli stati orientali (Ye et al., 2025. “Too much of a good thing: Lessons from compromised rootworm Bt maize in the US Corn Belt”, Science, 387, 984-989).
Come è noto, da oltre 20 anni negli USA si coltivano ibridi di mais geneticamente modificati (GM) per la produzione di tossine insetticide derivate dal batterio del suolo Bacillus thuringensis (Bt). Dopo pochi anni diversi studi avevano documentato l’insorgenza della resistenza di alcuni insetti bersaglio a tali tossine, che, prodotte ininterrottamente dalle piante GM esercitavano su di essi una forte pressione selettiva. Tale evento era considerato ineludibile anche dalle aziende produttrici di mais Bt, che consigliavano piani di gestione (Insect Resistance Management, IRM) basati su impianti di zone cosiddette “rifugio”, cioè porzioni di terreno coltivate con la stessa coltura, ma non transgenica, dove poteva mantenersi una popolazione di insetti target non esposta alla tossina Bt.
In tali zone gli insetti suscettibili alla tossina avrebbero potuto incrociarsi con gli insetti resistenti eventualmente emersi, dilazionando così nel tempo l’insorgenza della resistenza nella popolazione di insetti nocivi.
Purtroppo diverse ricerche hanno dimostrato che la tattica delle zone rifugio non è stata sufficiente contro diversi insetti nocivi, in particolare contro Diabrotica virgifera virgifera, che negli anni 2011-2016 aveva causato severi danni in 25 distretti in Illinois, Iowa e Minnesota. I risultati delle analisi effettuate avevano mostrato una riduzione dei danni nei campi in cui si effettuavano rotazioni, a supporto delle raccomandazioni della Environmental Protection Agency (EPA) di rotare il mais con altre colture e diversificare il tipo di mais Bt coltivato (Carrière et al., 2020. “Crop rotation mitigates impacts of corn rootworm resistance to transgenic Bt corn”, PNAS, 117, 18385–18392).
Il recente studio del 2025 conferma i dati precedenti, dimostrando che la tendenza ad aumentare le semine è correlata a una riduzione della protezione, con la perdita dell’efficacia della tossina Bt, e a perdite economiche consistenti, in particolare negli stati orientali del Corn Belt - circa 99 milioni di dollari per anno nel periodo 2014-2016. Gli autori suggeriscono l’adozione dei principi fondamentali della gestione integrata degli insetti nocivi, basata su diverse strategie, tra cui il loro regolare monitoraggio, anche attraverso l’uso di droni e altre tecnologie innovative. Tutto questo al fine di evitare un ritorno all’uso dei pesticidi, che le piante Bt avrebbero dovuto sostituire.