Il nuovo paesaggio agrario Toscano

  • 18 February 2011
Si è svolta il 16 febbraio 2011 a Villa Bardini (Firenze), presso la Società Toscana di Orticoltura, una conferenza del Presidente dei Georgofili Prof. Franco Scaramuzzi dedicata al nuovo paesaggio agrario, che si è realizzato negli ultimi decenni in Toscana. Hanno svolto un intervento programmato il Prof. Agr. Francesco Ferrini, il Prof. Arch. Francesco Gurrieri, il Dott. Gennaro Giliberti della Direzione Agricoltura della Provincia e il Dott. Alberto Giuntoli direttore del Bullettino della Società Toscana di Orticoltura.
Ferrini si è soffermato sulla gestione degli alberi, una vera e propria arte con una sapiente potatura, che ha lasciato tracce ancora leggibili. Gurrieri ha suggerito un dialogo aperto in continuum, alla ricerca di possibili equilibri fra conservazione del paesaggio e la necessaria innovazione nelle attività agricole. Giliberti ha sostenuto la necessità di fermare la riduzione progressiva della SAU (superficie agricola utilizzabile) e di valorizzare il territorio, rispettando la libertà dell’impresa agricola. Giuntoli si è soffermato sulla fascia di transizione fra città e campagna, il cui paesaggio potrebbe offrire una gestione multifunzionale con benefici ambientali ed economici, anche attraverso la  creazione di parchi agricoli e tematici.
Condividendo con Francesco Gurrieri che “una conservazione statica e immutevole delle colture produrrebbe una artificiale imbalsamazione che allontanerebbe l’economia agricola, creando le premesse all’abbandono e al vero naufragio del paesaggio”, Scaramuzzi ha concluso evidenziando la necessità di non ritardare ulteriormente la revisione delle norme vigenti (in particolare del Codice Urbani) che impongono piani territoriali e paesaggistici coinvolgenti l’agricoltura. In particolare, ha proposto:
- la esclusione dei paesaggi agrari dalla legislazione riguardante la tutela del territorio, del paesaggio e dell’ambiente. Salvo modeste e ben definite superfici agrarie, riconosciute di particolare valore storico, da conservare attraverso l’esproprio per pubblica utilità o con appositi finanziamenti che consentano l’indennizzo per danni agli agricoltori e per garantire la continuità nel tempo della manutenzione;
- la prioritaria conservazione della SAU per preservarla dalla crescente urbanizzazione delle campagne, tutelando la disponibilità di superfici agricole affinché anche le prossime generazioni possano utilizzarle per l’esercizio di una agricoltura imprenditoriale libera, innovativa e competitiva, che potrà garantire la continuità di un paesaggio agrario cangiante, ma vivo ed efficiente.