Cereali inquinati dalle fake news

Argomenti come glifosato, micotossine, molecole glicate (furosina), acrilammide, frumenti antichi contrapposti ai frumenti moderni, macinazione a pietra verso macinazione a cilindri compaiono sui media e creano allarmismo nella popolazione e nell’industria alimentare italiana legata ai cereali.

di Giulia Bartalozzi
  • 11 October 2023

Pane, pasta, prodotti da forno e prodotti dolciari assorbono la produzione cerealicola nazionale, vengono prodotti sia a livello artigianale che industriale e vengono consumati giornalmente dalla popolazione italiana per la quale rappresentano, come nel caso della pasta, anche una identità culturale. La pasta viene anche esportata in tutto il mondo. Alcuni di questi prodotti hanno dei riconoscimenti (denominazioni di origine) a livello europeo e vengono considerati eccellenze alimentari.
Tuttavia, negli ultimi anni ed anche recentemente, i consumatori hanno cominciato a ricevere informazioni, attraverso trasmissioni televisive sui canali nazionali, trasmissioni radiofoniche e riviste, che hanno suscitato dubbi sulla genuinità di questi prodotti e sull’opportunità del loro consumo in una dieta sana ed equilibrata, avanzando anche ipotesi di rischi per la salute.
Argomenti come glifosato, micotossine, molecole glicate (furosina), acrilammide, frumenti antichi contrapposti ai frumenti moderni, macinazione a pietra verso macinazione a cilindri compaiono sui media e creano allarmismo nella popolazione e nell’industria alimentare italiana legata ai cereali.
Ma, al di là delle “fake news” vere e proprie, qual è lo stato dell’arte della ricerca scientifica sugli argomenti suddetti e come possiamo sgombrare il campo da eventuali falsità o cattive interpretazioni di dati?
Trae spunto da questa situazione il workshop “Alimenti a base di cereali: pericolosi o benefici?” che si è svolto il 3 ottobre 2023 all’Accademia dei Georgofili, in collaborazione dell’Associazione Italiana di Scienza e Tecnologia dei Cereali. Tale associazione, fondata nel 1995, annovera tra i suoi associati ricercatori e studiosi di cereali e derivati e ha intrapreso un percorso di contrasto alle fake news e di diffusione della conoscenza scientifica supportata da solide evidenze.
Ne abbiamo parlato con Marina Carcea, Presidentessa AISTEC.

Perché questa giornata di studio?
AISTEC desidera attirare l’attenzione sulla ingiusta demonizzazione dei cereali, alimenti per altro alla base della nostra dieta mediterranea, alla quale sempre più spesso assistiamo sui vari media a causa della scarsa conoscenza scientifica. Il senso della giornata vuole essere proprio quello portare un contributo di conoscenze scientifiche che possano sfatare molti falsi miti.

Quali sono i falsi miti più diffusi?
Ad esempio la presenza del glifosato nei cereali, per quanto riguarda il processo di lavorazione la presenza della sostanza tossica furosina nella pasta o dell’acrilammide nei prodotti da forno. Per non parlare della presunta superiorità dei cereali antichi su quelli moderni e delle farine macinate a pietra rispetto a quelle macinate a cilindri. Queste sono tutti argomenti di fake news molto diffuse.

Può farci qualche esempio più nel dettaglio?
Gli esempi si riferiscono a recenti trasmissioni televisive su canali nazionali o articoli apparsi su testate giornalistiche o Internet che hanno messo in allarme l’opinione pubblica. Al di là delle fake news vere e proprie, di cui ci sono purtroppo numerosi esempi in tutti i campi, è importante per il consumatore capire anche che il processo tecnologico “moderno” o viceversa le tecnologie o i prodotti alimentari “antichi” non sono rispettivamente meno buoni o più buoni e che la tecnologia si è evoluta anche per soddisfare dei bisogni del consumatore di migliore qualità nutrizionale, di preservabilità o di gusto. E’ giusto interrogarsi sulle caratteristiche degli alimenti anche alla luce di nuove conoscenze, esigenze e sensibilità, ma è ancora più importante che al consumatore arrivino gli esiti di ricerche scientifiche accurate e di livello, che considerino molteplici aspetti, studiate e interpretate con senso critico da chi è effettivamente un esperto dell’argomento, capace di capire il valore e il peso delle stesse evidenze scientifiche. Solo così il consumatore può essere messo in condizioni di effettuare vere scelte consapevoli.
E’ importante che il cittadino impari a documentarsi da fonti accreditate, come AISTEC e l’Accademia dei Georgofili, che mettono liberamente a disposizione nei propri siti internet le corrette informazioni.