Segnalata in Sicilia la presenza della pericolosa Formica di fuoco

di Santi Longo
  • 27 September 2023

Nel 1995, in agrumeti della Florida alla ricerca di parassitoidi della Minarice serpentina degli agrumi, Phyllocnistis citrella, sul tronco e sui rami delle piante di arancio infestate dal lepidottero erano presenti schiere di formiche predatrici che provenivano dai vicini nidi nel terreno. Seguendo i consigli degli accompagnatori, è stata mantenuta la distanza di sicurezza evitando così sia i morsi che le dolorose punture praticate con l’ovopositore trasformato in aculeo con il quale le operaie in pericolo iniettano un veleno i cui effetti sono simili a quelli di una ustione da cui deriva il nome comune di Formica di fuoco o di Fire ant con il quale nel 1998 è stata anche protagonista del film horror “Legion of Fire: Killer Ants”.
Il Formicide afferisce al genere Solenopsis che Include oltre 200 specie diffuse in tutto il mondo, discriminabili sulla base di 40 caratteri morfometrici delle operaie; di piccole dimensioni (1-3 mm), di colore giallastro, castano-chiaro o bruno nero, Le operaie di Solenopsis invicta hanno il corpo lungo da 1 a 2 mm; sono femmine sterili dotate di pungiglione con il quale possono pungere e iniettare un veleno che causa gonfiore e reazioni allergiche, compreso shock anafilattico. Una singola operaia è in grado di afferrarsi saldamente alla vittima con le mandibole e, con movimenti dell’addome, può praticare diverse punture, iniettando veleno. Negli USA, ogni anno oltre 25.000 persone ricorrono a cure mediche a seguito delle loro dolorose punture.
Gli adulti fertili si accoppiano in volo a 200-300 m dal suolo, soprattutto nella tarda primavera o all’inizio dell’estate. I maschi sfarfallano prima delle femmine e muoiono subito dopo l’accoppiamento. Le femmine fecondate cercano aree umide, normalmente distanti circa un miglio dalla colonia madre. Se atterrano in un sito sufficientemente umido e idoneo, le femmine si strappano le ali e scavano un piccolo foro nel quale nelle 24 ore successive iniziano a deporre, di norma 10-15 uova. La regina se sufficientemente alimentata con sostanze proteiche può deporre 1.500 uova al giorno per tutta la vita che può raggiungere i 7 anni producendo feromoni di dominanza che tengono unita la colonia. I nidi, presentano cumuli esterni alti 10-15 cm, con vari tunnel, lunghi anche 5-10 metri, e possono contenere da 80.000 a oltre 300.000 operaie, che, se disturbate, rilasciano feromoni di allarme e reclutamento per la difesa. Esse compensano le variazioni di temperatura e umidità del nido spostando le larve e la regina nei siti con condizioni migliori. Nelle giornate fresche d’estate le regine sostano, nei pressi del foro d’uscita, mentre nei giorni più caldi stanno nelle parti più profonde e fresche del nido.
Originaria del Sud America (Brasile, Argentina e Paraguay), è stata introdotta in Centro e Nord America negli anni ’20 del secolo scorso. E’ presente in forma invasiva anche nei Caraibi, in Cina e Australia. La principale modalità di diffusione su grandi distanze è, in larga parte, connessa al commercio delle piante con pane di terra. Una volta arrivata in un ambiente idoneo si diffonde sia a seguito della fondazione dei nidi da parte della neo-regina dopo il volo nuziale; che per migrazione stagionale della colonia; ovvero per trasporto di interi nidi a seguito di piene di corsi d’acqua sui quali galleggiano gli ammassi di operaie, la regina e gli stadi giovanili. I sessuati alati, grazie a venti favorevoli, possono allontanarsi anche di 12 miglia dal luogo di origine, ovvero su distanze maggiori, lasciandosi trasportare da uccelli agganciati saldamente al piumaggio.
La specie è onnivora, le operaie predano prevalentemente altri insetti ma si alimentano anche di vegetali (causando la distruzione delle piante in vivaio) e di animali (inclusi serpenti, tartarughe e altri vertebrati). Le operaie ricercano la melata di insetti fitomizi dei quali possono alimentarsi, e nelle abitazioni, dove entrano e nidificano frequentemente, ricercano sostanze zuccherine, proteiche, olio e semi. Sono attratte dalle condutture idrauliche e dai fili elettrici che generano campi magnetici e possono danneggiare trasformatori, semafori, condizionatori d’aria e altri apparecchi elettrici.
I colleghi Menchetti, Schifani, Alicata, Cardator, Sbrega Toro-Delgado e Vila, dell’Istituto spagnolo di Biologia evoluzionistica e delle Università di Parma e Catania, dopo avere analizzato il DNA della specie hanno accertato in provincia di Siracusa la presenza di 88 nidi di Solenopsis invicta le cui popolazioni provengono con molta probabilità dalla Cina o dagli Stati Uniti. Hanno inoltre calcolato che il 7% circa dell’Europa e il 50% dei suoi centri urbani presentano attualmente condizioni idonee all’insediamento della specie.
Considerata l’importanza del ritrovamento i suddetti ricercatori hanno pubblicato una interessante nota sulla rivista Current Biology 33, R879–R897, September 11, 2023 © 2023 Elsevier Inc e, hanno tempestivamente segnalato la presenza della specie invasiva alla Regione Siciliana offrendo la loro disponibilità a dare la consulenza scientifica per pianificarne l’eradicazione e il monitoraggio operazioni queste alle quali potranno fornire un importante contributo le segnalazioni degli abitanti della zona che fin dal 2019 hanno lamentato la fastidiosa presenza dell’Imenottero.