La legge europea sul monitoraggio del suolo

di Edoardo A.C. Costantini
  • 19 July 2023

Il 5 luglio 2023 la Commissione Europea ha pubblicato la Proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa al monitoraggio e alla resilienza del suolo (Legge sul monitoraggio del suolo) COM (2023) 416 finale 2023/0232 (COD).
Il contesto. Nell’aprile 2002, la Commissione aveva annunciato per la prima volta l'intenzione di sviluppare una Strategia per la Protezione del Suolo e di preparare il terreno per una proposta di legislazione europea sul suolo. Successivamente, nel 2006, la Commissione ha adottato una prima proposta, ma si sono svolti accesi dibattiti politici nel Consiglio dell'UE sotto le diverse presidenze. Non è stato infine raggiunto un accordo a causa di una minoranza di cinque Stati membri. Di conseguenza, nel 2014 la Commissione ha ritirato la sua proposta. Nel frattempo, la degradazione del suolo in Europa è peggiorata. Attualmente, il 4,2% del territorio è stato urbanizzato, soprattutto a scapito delle terre agricole. Inoltre, la degradazione del suolo sta compromettendo la fertilità a lungo termine dei terreni agricoli. Si stima che tra il 61% e il 73% dei terreni agricoli dell'UE sia interessato da erosione, perdita di carbonio organico, eccedenze di nutrienti (essenzialmente azoto e fosforo), compattazione o salinizzazione secondaria (o una combinazione di queste minacce). Tutto ciò provoca gravi danni ambientali ed economici. La Commissione stima che solo la compattazione del suolo può ridurre i rendimenti delle colture dal 2,5% al 15%. Inoltre, ogni anno si perdono più di un miliardo di tonnellate di suolo a causa dell'erosione. Senza una gestione sostenibile e azioni per rigenerare i suoli, si teme che la compromissione della salute del suolo diventerà un fattore centrale nelle future crisi di sicurezza alimentare. Anche i suoli contaminati influiscono sulla sicurezza alimentare. Ad esempio, circa il 21% dei suoli agricoli dell'UE contiene concentrazioni di cadmio nel suolo superficiale che superano il limite stabilito per le acque sotterranee.
La Commissione Europea ritiene che un'azione collettiva sia necessaria, anche perché la degradazione del suolo costa complessivamente all'UE circa 74 miliardi di euro all'anno. La direttiva rientra nel quadro del Green Deal europeo e contribuisce al raggiungimento delle ambizioni stabilite dalla Strategia UE per il Suolo per il 2030. La Strategia UE per il Suolo è un risultato chiave della strategia dell'UE per la biodiversità per il 2030 e stabilisce un quadro e misure concrete per proteggere e ripristinare i suoli e garantirne un utilizzo sostenibile. Stabilisce inoltre una visione e degli obiettivi per raggiungere suoli sani entro il 2050, con azioni concrete entro il 2030. L'obiettivo della proposta di Direttiva è contribuire ad affrontare le grandi sfide sociali, quali:
- Raggiungere la neutralità climatica e diventare resilienti ai cambiamenti climatici
- Invertire la perdita di biodiversità e adempiere agli impegni internazionali sulla biodiversità
- Ridurre l'inquinamento a livelli non più considerati dannosi per la salute umana e l'ambiente
- Adempiere agli impegni internazionali sulla neutralità nella degradazione del suolo

Nello specifico, l'attuazione della proposta dovrebbe garantire che i suoli in tutta l'UE siano sani entro il 2050 e che siano gestiti in modo sostenibile per evitare ulteriori deterioramenti. L’obiettivo di questa proposta di direttiva è fermare la degradazione del suolo e raggiungere suoli sani in tutta l'UE entro il 2050, garantendo così che i suoli possano fornire molteplici servizi ecosistemici in una misura sufficiente a soddisfare le esigenze ambientali, sociali ed economiche, e riducendo l'inquinamento del suolo a livelli non più considerati dannosi per la salute umana e l'ambiente.
Gli obiettivi operativi invece sono stabilire misure per fermare la degradazione del suolo e rigenerarne la salute, stabilendo un quadro efficace per garantire l'attuazione della Direttiva stessa, in particolare attraverso l'obbligo per gli Stati membri di valutare la salute del suolo.
La direttiva stabilisce misure relative al monitoraggio e valutazione della salute del suolo; alla gestione sostenibile del suolo; all’inventario e recupero dei siti contaminati.
E’ utile ricordare che la Direttiva definisce come 'suolo' lo strato superiore della crosta terrestre situato tra la roccia madre e la superficie del terreno, composto da particelle minerali, materia organica, acqua, aria e organismi viventi; mentre per 'salute del suolo' la condizione fisica, chimica e biologica del suolo che determina la sua capacità di funzionare come un sistema vitale e di fornire servizi ecosistemici.

Le principali attività che gli Stati membri dovranno svolgere sono 5, ovvero:
(1) definizione della salute del suolo e istituzione di distretti territoriali del suolo, delineati in base al tipo di suolo, alle condizioni climatiche, alla zona ambientale, all'uso del suolo o alla copertura del suolo.
(2) monitoraggio della salute del suolo; gli Stati membri dovranno istituire un quadro di monitoraggio basato sui distretti del suolo. Il quadro di monitoraggio si baserà su descrittori e criteri di salute del suolo. Un suolo è considerato sano quando i valori di tutti i descrittori del suolo soddisfano i criteri stabiliti.
(3) gestione sostenibile del suolo. Gli Stati membri dovranno definire pratiche di gestione sostenibile del suolo da attuare gradualmente su tutti i suoli e pratiche che influiscono negativamente sulla salute del suolo da evitare. Sulla base dell'esito delle valutazioni sulla salute del suolo, dovranno anche stabilire pratiche di rigenerazione da attuare gradualmente sui suoli non sani. Gli Stati membri dovrebbero istituire meccanismi per riconoscere gli sforzi dei proprietari terrieri e dei gestori del suolo per mantenere il suolo in condizioni sane, anche sotto forma di certificazione della salute del suolo.
Per quanto riguarda la riduzione del consumo di suolo, gli Stati membri dovranno evitare o ridurre al minimo la perdita della capacità del suolo di fornire servizi ecosistemici, inclusa la produzione alimentare, riducendo l'area interessata dall'urbanizzazione, selezionando aree in cui la perdita di servizi ecosistemici può essere minimizzata e realizzando l'urbanizzazione in modo da ridurre al minimo l'impatto negativo sul suolo. Gli Stati membri dovranno inoltre compensare il più possibile la perdita di capacità del suolo di fornire servizi ecosistemici causata dall'urbanizzazione tramite interventi appropriati.
(4) identificazione, registrazione, indagine e valutazione dei siti contaminati,
(5) ripristino (rigenerazione) della salute del suolo e bonifica dei siti contaminati.

I descrittori del suolo scelti per valutare la salute del suolo rivestono un ruolo cruciale nell'attuazione della direttiva. Ognuno di essi prevede una soglia che indica lo stato di salute del suolo. I descrittori comuni a livello dell'intera UE sono la salinizzazione, l'erosione, il carbonio organico, la compattazione del sottosuolo. A livello di Stato membro invece sono il contenuto di nutrienti, la contaminazione e la capacità di ritenzione idrica. Altri descrittori senza criteri soglia sono l'acidificazione, la compattazione del suolo superficiale, la biodiversità e l'urbanizzazione.
Il descrittore della capacità di ritenzione idrica è particolarmente interessante e innovativo. Il valore stimato per la capacità totale di ritenzione idrica di un distretto del suolo dovrebbe superare una soglia minima per bacino idrografico o sottobacino. La soglia minima sarà stabilita dallo Stato membro a livello di distretto del suolo e di bacino idrografico o sottobacino in modo che siano mitigati gli impatti delle inondazioni dovute a forti precipitazioni o i periodi di siccità. I suoli sani trattengono infatti fino al 25% della loro massa in acqua, contribuendo alla prevenzione dei rischi di disastri e agendo come serbatoi a lungo termine per ricaricare le falde acquifere. La capacità naturale di immagazzinare acqua di suoli resilienti, zone umide e foreste è superiore a quella che potrebbe essere ottenuta tramite costosi nuovi invasi artificiali.
Anche i criteri utilizzati per valutare la salute del suolo sono interessanti, anche se non pare si adattino bene alle condizioni mediterranee. Il rapporto carbonio/argilla > 1/13 è troppo elevato per i suoli mediterranei, spesso ricchi di argilla. Tuttavia, in questo caso, gli Stati membri possono regolare la soglia in base alle loro condizioni. La regolazione non è prevista però per l'erosione del suolo, dove la soglia tra suoli sani e non sani è posta a >2 tonnellate/ettaro/anno. In questo modo risultano non sani la maggior parte dei suoli mediterranei coltivati anche su pendenze lievi. Tuttavia, il criterio non considera l'erosione del suolo causata dai livellamenti, dal modellamento delle pendenze e dai movimenti di terra, che sono attività responsabili di importanti perdite di suolo, specialmente prima della piantagione delle colture arboree.
La Commissione prevede che la proposta di Direttiva porterà significativi benefici ambientali e migliorerà la salute del suolo con effetti positivi sulla qualità dell'acqua e dell'aria, sulla biodiversità, sui benefici climatici e alimentari. Si prevede anche che l'attuazione della proposta creerà numerose opportunità per le PMI sia in termini di crescita (ad esempio, indagine e bonifica dei siti contaminati, servizi di consulenza per la salute del suolo, laboratori di analisi del suolo) che di innovazione nella progettazione e nell'applicazione di misure sostenibili di gestione e ripristino del suolo. Inoltre, l'attuazione del monitoraggio del suolo dovrebbe creare opportunità per la ricerca e per lo sviluppo delle imprese che forniscono i rilevamenti del suolo.

La direttiva prevede alcuni indicatori per monitorarne l'attuazione:
- numero di punti di monitoraggio della salute del suolo
- proporzione del territorio dell'UE in cui i suoli sono in un buon stato di salute
- misure di gestione sostenibile del suolo adottate
- misure di rigenerazione messe in atto
- numero di siti potenzialmente contaminati registrati nei registri nazionali dedicati
- numero di siti potenzialmente contaminati indagati
- numero di siti contaminati bonificati o gestiti correttamente

La proposta di direttiva entrerà in vigore dopo la sua adozione, ma ci sarà un periodo di transizione di 2 anni per gli Stati membri per adottare e notificare le leggi, i regolamenti e le disposizioni amministrative necessarie per conformarsi a questa direttiva. Dopo la scadenza del termine di transizione, gli Stati membri dovranno istituire una governance adeguata e un quadro di monitoraggio del suolo, compresa la determinazione dei punti di campionamento e l'adozione di metodologie per stabilire i distretti del suolo e istituire un registro dei siti potenzialmente contaminati.
L'azione coordinata della direttiva dovrebbe generare sinergie, efficacia ed efficienza nel monitoraggio e nel ripristino della salute del suolo e garantire che i suoli siano gestiti in modo sostenibile. Si prevede che l'azione coordinata realizzi anche gli impegni assunti nell'ambito dell'UE e nel contesto globale in materia di salute del suolo, in particolare per quanto riguarda il cambiamento climatico, la riduzione della perdita di biodiversità, l'obiettivo di inquinamento zero e il raggiungimento della neutralità nella degradazione del suolo. Infine, si prevede che l'azione a livello dell'UE affronti potenziali distorsioni nel mercato interno e di competizione sleale tra le imprese, poiché alcuni Stati membri hanno requisiti ambientali meno rigorosi.
Tuttavia, la direttiva lascia molta flessibilità agli Stati membri per individuare le misure più appropriate e adattare l'approccio alle condizioni locali. Ciò è ritenuto cruciale per garantire che le specificità regionali e locali in termini di variabilità del suolo, uso del suolo, condizioni climatologiche ed aspetti socio-economici possano essere adeguatamente considerate.
La stima dei costi privati dell'attuazione della gestione sostenibile e del ripristino del suolo agricolo e forestale mostra un range tra 28 e 38 miliardi di euro all'anno. Si stima inoltre che siano necessari 29 miliardi di euro (distribuiti su 15 anni) per identificare e indagare i siti contaminati e 24,9 miliardi di euro (distribuiti su 25 anni) per bonificare i siti contaminati.
Complessivamente, il beneficio annuo derivante dai costi evitati della degradazione del suolo è però stimato in 550 miliardi di euro, escludendo la contaminazione, che ha un beneficio stimato di 220 miliardi di euro all'anno. Nel periodo di valutazione fino al 2060, la Commissione calcola un rapporto tra benefici e costi pubblici e privati dell'attuazione della direttiva di 1,7.
Al di là delle stime economiche positive, certamente importanti ma orientative, la Direttiva ha l’indubbio merito di porre all’attenzione dei decisori politici e degli amministratori pubblici la salute del suolo, da cui dipende anche la salute dei cittadini europei. 

La direttiva è aperta ad aggiustamenti, anche in funzione dei risultati della sua applicazione, per cui è senz’altro da augurarsi che venga approvata dal Parlamento Europeo.