Il controllo biologico delle piante infestanti con insetti fitofagi

di Santi Longo
  • 03 May 2023

Secondo Huffaker le malerbe sono piante cresciute nel posto sbagliato che causano perdite quantitative e/o qualitative delle produzioni di piante coltivate ovvero che hanno effetti tossici sull’uomo o sul bestiame.
La loro eliminazione con mezzi fisici e chimici risulta costosa, poco efficace e limitata nel tempo. Una alternativa, dopo i tentativi effettuati nell’800 in India con l’impiego di Cocciniglie per contrastare la diffusione di invasive Cactacee, è rappresentata dall’impiego di organismi che siano altamente specifici e non infestino piante di interesse agrario.
La prima applicazione su vasta scala di lotta biologica alle malerbe risale ai primi del ’900 ed è stata effettuata nelle Isole Hawai contro l’infestante Lantana camara L, che era stata importata a scopo ornamentale dal Messico; in tale paese d’origine della Verbenacea, Koebele, nel 1902, raccolse 23 specie di insetti fitofagi, otto delle quali si sono acclimatate nel nuovo ambiente e hanno controllato l’infestante.
Nel 1912 Johnston e Tryon introdussero in Australia, la Cocciniglia Dactylopius indicus Green, che riuscì a controllare l’invasiva Opuntia vulgaris importata insieme ad altre 20 specie di Cactacee. Successivamente, per contrastare lo sviluppo di tali specie che, nel 1920 avevano invaso oltre 14 milioni di ettari, vennero con successo introdotte altre Cocciniglie del genere Dactylopius (D. opuntie, D. indicus e D. tomentosus) la cui saliva tossica risulta esiziale per le Cactacee. Nel 1925 venne introdotto, dall’Argentina, il Lepidottero Cactoblastis cactorum Berg,.al quale nel 1936, la città di Dalby, nel Queensland, ha eretto un monumento celebrativo per ricordare il successo della lotta biologica alle infestanti Opuntie.
Altri programmi mirati a contrastare piante infestanti sono stati realizzati, con interessanti risultati in Nuova Zelanda, contro il Ginestrone o Ginestra spinosa, Ulex europaeus L. Tale Fabacea arbustiva, le cui foglie sono trasformate in fillodi spinosi, con l’impiego del Coleottero Brentidae Apion ulicis (Forst.), nonché contro l’ Asteracea Senecio vulgaris L. tossica per il bestiame, con l’introduzione dall’Europa del Dittero Anthomyidae Pegohylemyia seneciella Deng, e del Lepidottero Erebidae Tyria jacobaeae (L.). le cui larve hanno colorazione aposematica che segnalano ai predatori il loro sgradevole sapore.
Altro Lepidottero introdotto in Tasmania e monitorato come possibile agente di lotta biologica alle invasive piante del genere Rumex è il Sesiidae Pyropteron doryliformis (Ochsenheimer,). Endemico dell’Europa sud-occidentale e dell’Africa nord-occidentale allo stato larvale vive a spese delle radici di Rumex.
Gli adulti hanno le ali trasparenti con ampi margini neri e l’addome con 3 bande bianche e peli dorati all’estremità che li fanno rassomigliare a grosse vespe. I maschi adulti hanno colorazione marrone mente quella delle femmine è rossastra.
Nel 2003 sulla base dei risultati di uno specifico programma di lotta biologica classica, è stato autorizzato in Gran Bretagna l’impiego dello Psillide Aphalara itadori (Shinji) per il controllo biologico dell’invasiva Poligonacea perenne Reyoutria japonica (Houtt), diffusa in gran parte dell’Europa in Nord America, elencata come una delle 100 peggiori specie invasive del mondo.
Negli anni’60 è stato attuato un programma di lotta biologica alla Ferula infestante i pascoli della Sardegna che causa una malattia emorragica al bestiame.
Di recente è stato introdotto in Europa il Galerucino Ophraella communa Lesage, già utilizzato in Cina come agente biologico contro l’Asteracea di origine nordamericana Ambrosia artemisiifolia L., diffusa in Nord Italia. Le defogliazioni causate dal Coleottero hanno ridotto del 30% la presenza del polline altamente allergenico che provoca riniti e asma. 

Foto: coleottero Brentidae  introdotto in Nuova Zelanda  per controllare l'infestante Ulex europaeus