Il crollo dei prezzi delle commodities

di Luigi Costato
  • 09 March 2016
Sarà perché la Cina compra meno, sarà per il fatto che i raccolti in certi paesi sono stati abbondanti, sarà per altre, e complesse, ragioni, fatto sta che il prezzo mondiale di  molte commodities, compreso il grano, è crollato a livelli bassissimi. 
Naturalmente, il grano infestato da aflatossine costa ancora meno. Ecco la ragione dell’arrivo di questa merce,  non utilizzabile ex lege, in un porto italiano. 
Ma il problema di fondo di questa condizione del mercato agricolo europeo sta nella politica agricola comune, sciagurata scelta del legislatore dell’UE appoggiata dal consenso di molti, troppi politici. A lungo la CE e gli USA avevano inviato imponenti quantità di prodotti alimentari o materie prime per produrli agli Stati non allineati, ai quali appartenevano Siria, Egitto Algeria, Tunisia, Sudan, Somalia, Eritrea, Ciad, ecc., e hanno tollerato la presenza di dittatori per molti versi criticabili, forse addirittura esecrabili, quali Gheddafi e Saddam Hussein.
Chi avesse creduto si trattasse d’interventi umanitari o realizzati per consentire l’esportazione delle enormi eccedenze accumulate grazie alle politiche agricole delle due più potenti entità economiche e alimentari del pianeta, sarebbe caduto in errore. Si trattava, in realtà, di azioni di politica estera volte a mantenere nella zona d’influenza occidentale gli stati in questione, al fine di contenere l’espansionismo sovietico, che aveva le ali tarpate quando si trattava di prodotti alimentari, stante la permanente crisi produttiva dell’agricoltura Russa e Ucraina.
Caduta l’Unione Sovietica, CE e USA decisero di mutare politica, essendo anche, da parte europea, venuto meno l’interesse a proteggere l’elemento stabilizzatore del potere costituito dagli agricoltori; come dissi in occasione di un incontro presso un’associazione di quella categoria, il “muro di Berlino” non è caduto sui “comunisti” ma sugli agricoltori europei.
Ora ci troviamo a rimpiangere, quasi, la scomparsa dei feroci dittatori che provocavano un numero infinitamente minore di morti, rispetto ad oggi, nei loro rispettivi Paesi, e a riconoscere che la nuova PAC, la quale ha tagliato il regime di aiuti alimentari, diretti o indiretti, ai Paesi poveri del pianeta, è un errore politico e una violazione del TFUE, ed in particolare del suo art. 39.
Coloro che avevano creduto che l’aumento della domanda mondiale di cibo sarebbe stato inevitabile per l’aumento della popolazione, sicché non sarebbero occorsi sostegni per garantire redditi ragionevoli agli agricoltori europei, hanno sbagliato due volte: la previsione dell’aumento di prezzo, che non c’è stato perché la domanda aumentata non ha potuto realizzarsi in concreto a causa della povertà dei potenziali richiedenti, e come si sarebbe realizzato l’incremento della domanda di alimenti, che oggi si traduce nell’immenso flusso di immigranti in direzione della “ricca” Europa, che firma le varie Carte di Milano, ma non capisce che questa pacifica invasione, inevitabile ma non nelle forme incontrollate odierne, può essere contenuta solo riprendendo la vecchia politica di incentivo alla produzione agricola e di doni alimentari – e non solo - ai Paesi dove la povertà la fa da padrona.

 

The collapse in commodity prices
It may be the fact that China has bought less, that harvests in some countries were plentiful, or some other complex reasons. In any case, the result is that the world price of many commodities, including wheat, dropped to very low levels.
Of course, aflatoxin-infected wheat costs even less and hence, the reason for the arrival in an Italian port of a commodity that, by law, cannot be used. 
However, the problem underlying the condition of the European agricultural market is in the common agricultural policy, an unfortunate choice by the EU legislature backed by the consensus of many, too many politicians. For a long time, the EC and the USA sent massive quantities of foodstuffs or the seeds to produce them to non-aligned states such as Syria, Egypt, Algeria, Tunisia, Sudan, Somalia, Eritrea, Chad, etc. In many questionable, perhaps even despicable respects, they tolerated the presence of dictators, like Gaddafi and Saddam Hussein.
Those who believed these were humanitarian actions or were carried out to allow exporting the huge surplus accumulated because of the agricultural policies of the planet’s two most powerful food and economic entities were mistaken. They were foreign policy actions to maintain the previously-mentioned states in the Western sphere of influence in order to contain Soviet expansionism, which had its wings clipped when it came to food products, given the permanent agricultural production crises in Russia and Ukraine.