Gli accordi di libero scambio non favoriscono le imprese agricole

  • 10 February 2016
Per "mettere in guardia la commissione europea" sull'impatto degli accordi di libero scambio che sono stati sottoscritti nel tempo dall'UE e che sono ancora in corso di verifica, il presidente di Confagricoltura Mario Guidi ha inviato una lettera all'Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza e Vicepresidente della Commissione europea Federica Mogherini. Gli accordi possono essere, indubbiamente, un'opportunità per la crescita del settore agricolo e agroalimentare, però "vanno evitati gli impatti negativi che si verificano quando manca la piena reciprocità delle regole e quindi si determinano condizioni di distorsione di concorrenza", scrive Guidi nella lettera, che è stata inviata anche ai Commissari europei per il commercio Cecilia Malmstroem e dell'agricoltura Phil Hogan, nonché agli europarlamentari italiani interessati alla materia, e nella quale si fa particolare riferimento alle intese con Marocco e Tunisia. 
Per quanto riguarda il Marocco - ricorda Confagricoltura - "c'e' stata una recente sentenza della Corte di giustizia dell'UE che ha in parte annullato l'accordo commerciale che Bruxelles aveva siglato con Rabat. L'Alta Corte, infatti, ha accolto il ricorso presentato dal Saharawi (Sahara occidentale), stato che invece il Marocco ritiene di aver annesso". Confagricoltura ha chiesto alla commissione " di cogliere l'occasione di questa sentenza per operare una revisione sostanziale di questo accordo, che ha registrato un volume di affari che supera i 30 milioni di euro quasi tutti a favore delle esportazioni di ortofrutta dal paese nord africano, con innegabili riflessi anche su comparti chiave della nostra agricoltura; basti pensare agli agrumi che attraversano oggi una congiuntura di mercato particolarmente negativa". 
Confagricoltura ha anche espresso la sua contrarietà alla proposta in discussione relativa all'autorizzazione alla Tunisia per aumentare il contingente di olio importato in Europa. E' "una misura diretta a sostenere la ripresa nell'attuale periodo di difficoltà in cui si trova il Paese, ma che può avere ripercussioni enormi sull'olivicoltura europea e italiana". "Più in generale, vi sono specifici comparti produttivi - ha concluso Guidi - che soffrono a causa degli accordi internazionali anziché beneficiarne, come sarebbe auspicabile in una logica di mutuo vantaggio. Nel definire le intese bilaterali bisogna stare attenti alle modalità applicative e a come si esplicano taluni meccanismi (dalle regole di origine ai prezzi dichiarati in dogana) che rischiano di alterare gli effetti delle concessioni".


Da: Agrapress, 22/01/2016