Il vino nel legno: progetto di valorizzazione della produzione legnosa dei boschi del Chianti Classico

Lunedì 25 gennaio è stato presentato all’Accademia dei Georgofili il volume “Il Vino nel Legno” (a cura di Raffaello Giannini, Firenze University Press) in cui vengono illustrati i risultati del PROgetto di VAlorizzazione della produzione legnosa dei boschi del ChiantI (PROVACI), svolto dalla Fondazione per il Clima e la Sostenibilità con il contributo finanziario dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Il Progetto ha avuto come obiettivo quello di individuare, nell’ambito del territorio del Chianti Classico, le strategie tese ad associare una gestione sostenibile degli ecosistemi forestali con la valorizzazione dei prodotti della filiera foresta-legno. Particolare attenzione è stata dedicata al recupero degli usi del passato, attraverso la produzione di vasi vinari realizzati con l’idea di “produrre il vino della casa con i carati dei boschi di casa”.

di Raffaello Giannini, Marco Mancini
  • 27 January 2016
I boschi hanno fornito e forniscono prodotti e servigi essenziali per la sopravvivenza della popolazione umana che possono identificarsi in valori di uso diretto ed indiretto.
Anche in funzione di tali servigi è stato attribuito un valore economico totale del bosco che comprende anche un valore d’opzione ed un valore di esistenza, riferendosi, il primo alle scelte di uso in grado di garantire per il futuro la disponibilità dei servizi, il secondo identificandosi nel valore intrinseco della presenza e permanenza del bosco stesso.
Se da una parte è interesse valorizzare il settore naturalistico ed ambientale ovvero quello turistico, altrettanto incisiva deve essere l’azione di valorizzazione della produzione legnosa sia nei confronti del ruolo che questa può svolgere ancor oggi quale fonte energetica, sia in relazione a differenti filiere foresta-legno finalizzate.
La scelta del territorio del Chianti Classico è stata determinata dal fatto che in tale area, più che altrove, la presenza del bosco si associa e si compenetra alla coltura della vite conferendo al paesaggio quel particolarissimo fascino che è motivo di evidenza, di valore economico, di fattore traente e di supporto ad altre attività produttive. In  particolare era importante disporre di informazioni sull’uso, nel passato e nel presente, delle principali fonti di approvvigionamento della materia prima legno per la produzione dei vasi vinari stessi, nonché prospettare situazioni innovative per il futuro. Difatti nel passato la diffusione a livello aziendale dei boschi di castagno sulle pendici dei Monti del Chianti (per la presenza di un substrato roccioso di macigno arenaceo), aveva favorito l’impiego del legno di questa specie nella costruzione di tini, botti, carati, barili, diventando tradizione diffusa legata alla vinificazione, che prevedeva l’utilizzo dei polloni per doghe per vasi di volumi contenuti e quella delle matricine per doghe per botti e tini che tra l’altro, in questo caso, venivano realizzate per segagione e non con piegatura.  
La produzione di vasi vinari, abbinata all’impiego di mezzi e procedure innovativi nella tipicizzazione del vino, cosi come altri prodotti di pregio come aceto, vin santo, grappa, può dare un impulso anche alle attività locali proprie dell’utilizzazione boschiva e della trasformazione del legno esaltando il carattere artigianale nonché favorendo l’autoconsumo dei prodotti all’interno delle comunità e la promozione dell’impiego a “chilometro-zero” per uno sviluppo di politiche ambientali virtuose.
Di grande interesse i risultati raggiunti. Fra i più significativi ricordiamo la quantificazione della produzione dei boschi di Castagno e Roverella, pari a circa 2 milioni di tonnellate, corrispondente a circa 100.000 tonnellate annue. Nel caso del Castagno, la massa disponibile nei cedui destinabile ad assortimenti per vasi vinari, per turni di utilizzazione di 20-30 anni, è risultata pari a 120 m3/ha/anno, quantità che è da considerarsi significativa e che consentirebbe di aumentare il valore complessivo di tutto il soprassuolo.  Il progetto si è concluso con la realizzazione di alcuni Carati da 250 litri, costruiti in legno di castagno certificabile per provenienza aziendale locale. Risulta evidente l’interesse di proseguire l’attività sui vari aspetti sopra indicati e che abbia come obiettivo la valutazione dell’impiego di uno specifico vaso vinario, il CARATO del Chianti, nell’affinamento ed invecchiamento del vino.


Wine in wood: a project promoting timber production in the woods of the Chianti Classico
In the past, the distribution of chestnut farms on the slopes of the Chianti Mountains (due to a rocky substratum of calcareous sandstone), encouraged the use of this kind of timber for making tubs, casks, vats, and barrels thereby becoming a widespread tradition tied to wine-making. The production of wine vats, combined with the use of innovative means and procedures for making characteristic wines, as well as other valuable products like vinegar, vinsanto, and grappa, can today also give a boost to local activities linked to forest utilization and wood processing, emphasizing the artisanal character as well as encouraging the consumption of products within the community and the promotion of locally produced goods for the development of ethical environmental politics.