Quale Politica per le foreste italiane?

L’Accademia dei Georgofili e la Federazione Italiana Dottori in Agraria e Forestali (FIDAF) danno inizio ad una attività comune per le foreste italiane

di Luigi Rossi
  • 02 December 2015
Da troppo tempo, ormai, non c’è una politica per le foreste italiane. Dagli anni ‘80, infatti, con la Legge 121/81, recante il “Nuovo ordinamento dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza”, venne sancito l'inserimento del Corpo Forestale tra le Forze di Polizia dello Stato. Le disposizioni legislative, emanate successivamente, posero le basi per la riforma strutturale e normativa del CFS, concretizzatasi con la nuova legge 6 febbraio 2004 n. 36, per il "Nuovo ordinamento del Corpo Forestale dello Stato"; legge che ribadisce i compiti ad esso affidati, di polizia ambientale e forestale, nonché di polizia giudiziaria, di ordine e sicurezza pubblica e di protezione civile. La scelta di campo viene ribadita e confermata sia dal cosiddetto codice ambientale - D.L.vo 3 aprile 2006 n. 152 recante "Norme in materia ambientale" - sia in particolare dal Decreto del Ministro dell' Interno del 28.04.2006 concernente il "Riassetto dei comparti di specialità delle Forze di Polizia". 
Sono venuti meno, pertanto, i compiti tecnici e di gestione, che per anni hanno costituito il punto di forza del CFS, lasciando spazio ai compiti di vigilanza e repressione delle violazioni in danno all'ambiente. Tali scelte appaiono opposte a quelle della maggioranza dei paesi avanzati. In essi, infatti, le attività di controllo si sono andate ridimensionando rispetto alle funzioni di supporto, assistenza tecnica, monitoraggio, ricerca e sviluppo, in un rapporto di collaborazione e di coinvolgimento delle diverse espressioni della società civile. Concetti come interfluvio, sorrenamenti, frangiventi sono scomparsi anche dal linguaggio tecnico, quando in realtà sono decisamente importanti ai fini del controllo del dissesto idrogeologico e della salute umana. 
Quale politica per le foreste italiane? Nei territori montani e collinari - in quelli mediterranei, in modo particolare - occorre prevenire l’innesco dei processi di degrado con una manutenzione corretta e continua resa ancor più problematica dall’esodo dalla montagna e dall’abbandono delle opere tradizionali di sistemazione idraulica agraria, nonché dalla scarsa manutenzione di prati, pascoli e boschi. Occorre contrastare le diverse forme di erosione idrica e razionalizzare i processi decisionali, ricordando che il nostro Paese è tra i primi per quanto riguarda le conoscenze su dissesto idrogeologico e frane. Si ritiene pertanto necessaria e urgente una profonda riflessione sul riordinamento del Corpo Forestale dello Stato, per riportarlo, in alternativa alla sua eventuale soppressione od aggregazione, agli originari compiti istituzionali di “Corpo tecnico” ad ordinamento civile, con responsabilità di polizia forestale. 
Il Ministro Martina rivendica per il MIPAAF le funzioni di indirizzo. Avrebbe alcune ragioni valide per farlo. Tuttavia, nei 35 anni dalla legge 121/81, in cui il CFS è stato distolto dai suoi compiti tecnici per accentuare quelli di polizia, quale è stato l’indirizzo del MIPAAF? Oggi appare evidente che la collocazione di un nuovo “Corpo Forestale”, con compiti tecnici e di gestione, sia più appropriata nel contesto del Ministero dell’Ambiente del Territorio e del Mare, rispetto all’inserimento nell’ambito di altri Dicasteri che hanno compiti primari per la Difesa del Paese e per il contrasto al crimine a livello nazionale ed internazionale. Nel nuovo quadro di competenze la collocazione nel contesto del MATM è sicuramente più funzionale rispetto al MIPAAF, la cui valenza prevalente appare sempre più riferita alla dimensione produttiva. 
Né va dimenticato che la responsabilità operativa affidata al Corpo Forestale dello Stato richiede una specifica professionalità riguardante il concetto di “prossimità”, intesa come vicinanza alle popolazioni montane ed alle istituzioni locali, nell’ambito del presidio del territorio. Questa caratteristica è tipica a livello europeo; è noto, infatti, che Francia, Germania, Spagna e Portogallo hanno Organizzazioni simili al CFS. Tra i servizi dedicati alle popolazioni meritano di essere segnalati il Sistema di riferimento del Servizio Nazionale di previsione di Neve e Valanghe, Meteomont, nel quale sono raccolti i dati provenienti dai rilevamenti effettuati dal personale del CFS, in alta quota; il positivo contributo alla salvaguardia della biodiversità mediante la procedura CITES, relativa alla certificazione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione, secondo la Convenzione di Washington; la conservazione e la gestione delle Riserve naturali dello Stato, che si estendono su circa 130 mila ettari: uno scrigno unico della biodiversità, simbolo dell’unicità del nostro Paese. 
In un settore a grandissima rilevanza pubblica, le funzioni di protezione del suolo, del clima e della biodiversità - che stanno subendo forti modificazioni - devono assumere maggior rilevanza. Il fatto che la superficie forestale nazionale sia raddoppiata negli ultimi 50 anni, che l’Italia sia il più grande importatore di legname illegale in Europa e il primo importatore mondiale di legna da ardere, che sia un paese molto più forestale di Francia, Germania e Regno Unito, con una superficie boscata in ulteriore forte espansione, ma anche sempre più abbandonata, sono elementi di grande rilevanza, che richiedono un nuovo ruolo di governance del settore, non un suo progressivo smantellamento. 
Tutto ciò deve ritenersi fondamentale per un paese civile e avanzato, caratterizzato da una geografia prevalentemente montana e strutturalmente fragile. E’ necessario credere nella possibilità e nel dovere di valorizzare e ben gestire quel 35% di territorio nazionale coperto da boschi e foreste; ossia la più grande infrastruttura verde del paese. Si tratta di una risorsa rinnovabile, multifunzionale, di immenso valore, per le straordinarie potenzialità nell’offerta di servizi ambientali - oltreché nella produzione di legname e di biomasse - nella conservazione della biodiversità, nel mantenimento dell’economia e del paesaggio rurale, nella difesa del suolo e delle acque; tutti beni e servizi fondamentali anche per l’economia del Paese.



What policy for the Italian forests?

The Georgofili Academy and the Federazione Italiana Dottori in Agraria e Forestali (FIDAF) have joined forces in support of Italy's forests

For too long now, there has been no policy for Italian forests. The technical and management tasks that were the State Forestry Corps' strongpoint for years have come to nothing, leaving room for the security and crackdown on violations causing environmental damage. Such choices seem the opposite of those in most developed countries where control activities have been diminishing compared to functions related to support, technical assistance, monitoring, and research and development in a relationship of cooperation and involvement of civil society’s diverse expressions.  Concepts like interfluve, sandbanks, and wind-breaks have also disappeared from the technical language when they are actually quite important for controlling hydro-geological instability and human health. What policy for Italy's forests? In order to prevent degradation processes from being triggered in the mountains and hilly areas, especially the Mediterranean ones, a continuous and proper maintenance program is necessary, an activity made more difficult by the exodus from the mountains and the abandonment of the traditional layout of agrarian hydraulic works as well as the poor maintenance of meadows, pastures, and woods. The various forms of water erosion must be checked and decisions must be rationalized, bearing in mind that our country is among the first as regards knowledge of hydrogeological instability and landslides. There is an urgent need to consider how to best reorganize the State Forest Corps. As an alternative to its elimination or union, it should be restored to its original institutional tasks as a civilian “technical corps” with forest police responsibilities.