BOSCO, PANE E FUOCO

di Giovanni Bernetti
  • 08 July 2015
La Società Italiana di Selvicoltura e di Ecologia Forestale annuncia un congresso inteso a ribadire l’importante ruolo delle foreste nel garantire la vita nel Pianeta.  Sarebbe auspicabile  che questo giovane e dinamico sodalizio prendesse questa occasione per un passo nel senso di mettere sullo stesso piano le questioni di conservazione dell’ambiente e le questioni di produzione. E’ vero che bisogna respirare aria buona, godere del paesaggio e ammirare la diversità della natura, ma è anche vero che, forse bisogna anche mangiare, avere la luce la sera e stare al caldo l’inverno. E non è che il bosco non abbia nulla a che fare con il mangiare perché dalla fattoria toscana fino al maso della Pusteria il bosco interviene nell’azienda agricola  come risorsa di autofinanziamento.  
Troppo spesso in sede di Selvicoltura e di Ecologia Forestale si afferma di non essere contrari alla produzione materiale  però si divisano e si raccomandano  forme di governo e trattamento che sono palesemente inapplicabili in economia privata. Il grave è che questo modo ipocrita di impedire il taglio dei boschi   entra, poi, nelle leggi e nei regolamenti forestali. 
La situazione forestale in Italia è tutto fuori che allarmante. Dal 1965 al 2005 la superficie forestale  è aumentata di 5 milioni di ettari grazie all’ingresso spontaneo di alberi e arbusti in superfici ritirate dall’agricoltura.  E’ molto verosimile che i boschi possano avere un ulteriore aumento  grazie alla crescente tendenza di abbandonare l’uso del pascolo per allevare le pecore  come i maiali, cioè con mangimi somministrati  in stalla. Nel frattempo l’abbandono delle utilizzazioni dei boschi cedui comporta un aumento della superficie di boschi di alto fusto. Ci sono, ovviamente alcune le contropartite. 
L’Italia integra il suo consumo di cereali e semi oleosi  importando complessivamente  il 45% del fabbisogno di prodotti per l’alimentazione umana e di mangimi per gli animali.  Stanti i divieti in Italia, si  immagina che non si importino grani o farine derivati da organismi geneticamente modificati; invece la scienziata, senatrice a vita,  Elena Cattaneo ci informa (senza smentite)  che si tratta quasi esclusivamente di ogm. Qualora volessimo evitare questo sconcio provvedendo un aumento significativo della produzione interna  dovremmo tornare a fare  la battaglia del grano disboscando e rimodellando il terreno in molti tratti della nostre colline.
L’energia la produciamo usando all’ 80% il combustibile più pulito che ci sia (il metano) che ci viene da tre gasdotti: uno dall’Algeria, uno dalla Norvegia (via Olanda) e uno (il più importante) dalla Russia.  Questo ci costa anche in termini di indipendenza nazionale. E’ doveroso segnalare che c’è un continuo lieve aumento della produzione interna da fonti rinnovabili.  L’uso generalizzato della legna da ardere ridotta in schegge ridurrebbe la dipendenza in modo più significativo, ma richiederebbe il ripristino del governo a ceduo  (in un modo da stabilire) su almeno 3 milioni di ettari di bosco.
In conclusione di quanto sopra, verrebbe  da proporre di ringraziare i Consigli di Amministrazione delle società Monsanto  e Ciba Geigy, nonché  il signor Vladimir Vladimirovic Putin per il contributo che essi danno all’aumento e alla conservazione  dei nostri boschi. 


WOOD, BREAD AND FIRE

The Italian Society of Forestry and Forest Ecology have announced a conference intended to reaffirm the important role of forests in guaranteeing life on our planet. It would be desirable for this young and dynamic association to take this opportunity as a step in the direction of putting the issues of environmental conservation and of production on equal footing. It is true that it is important to breathe clean air, enjoy the landscape and admire nature’s diversity, but it is also true that we must also eat, have light after dark and be warm in winter. We cannot say that wood has nothing to do with food because, from the farms of Tuscany to those of Pusteria, woods have a role as a resource of self-financing in the agricultural business.