La siccità in Italia: relazione della sezione Sud-Est dell’Accademia dei Georgofili

di Vittorio Marzi e Pasquale Montemurro
  • 20 July 2022

Si è provveduto ad un’accurata indagine sull’andamento delle colture agrarie nelle tre regioni, Puglia, Basilicata e Molise, afferenti alla sezione Sud-Est. È da premettere che per le differenti condizioni pedoclimatiche, le tre regioni sono molto diverse tra loro nell’andamento climatico e quindi negli ordinamenti colturali. In linea di massima questa annata è stata caratterizzata non solo da una limitata piovosità nel periodo autunno-primaverile, ma anche da preoccupanti problemi di mercato nell’acquisizione dei mezzi tecnici, come l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti e dei costi energetici delle operazioni colturali. Attualmente, la carenza idrica è in parte risolta dalla discreta presenza di dighe come quelle del Fortore in provincia di Foggia e di Monte Cotugno in Basilicata. Ovviamente è norma l’irrigazione delle colture primaverili-estive, mentre sarebbe stato opportuno eseguire degli interventi di soccorso ai cereali autunno-primaverili. Le colture prese in esame sono frumento e cerali minori, leguminose da granella a ciclo autunno primaverile, pomodoro da industria, girasole e mais, a ciclo primaverile estivo. Nell’ambito delle colture arboree sono diffuse olivo, vite, da tavola e da vino, ciliegio, mandorlo. Altri fruttiferi, come il pesco, il susino e l’albicocco, sono tipici di alcune zone irrigue. In particolare è da tenere presente che le fasce costiere regionali sono interessate da colture orticole protette.

MOLISE 
- Frumento ed orzo
Le produzioni del grano duro sono oscillate tra i 15 ed i 40 q/ha, con media di 27-30 q/ha, e quindi con diminuzioni tra il 25 ed il 30 %, mentre i pesi specifici sono risultati mediamente intorno ad 80 Kg/Hl, rispetto al passato. Le maggiori riduzioni si sono verificate nei ringrani, nelle semine tardive e per le varietà a ciclo medio-tardivo caratterizzate da una fase di riempimento delle cariossidi più lento, per cui hanno subito il fenomeno della stretta. Inoltre, le semine tardive hanno potuto beneficiare di una sola concimazione azotata in copertura, in quanto da metà marzo in poi non si sono avute piogge utili fino agli inizi di maggio.
Anche per l’orzo non è stata un’annata positiva, ma avendo un ciclo più breve del frumento ha avuto minori problemi di stretta, con produzioni medie intorno ai 35 q/ha, in ogni con diminuzioni intorno al 15 % in confronto agli anni precedenti.
- Leguminose da granella
Il favino, a causa di una limitata crescita delle piante e di conseguenza una minore presenza di baccelli, ha fornito produzioni che si sono attestate intorno ai 12-15 q/ha, inferiori a quelle delle scorse annate, che invece superavano 20 q/ha. Per il cece, che si inizierà a trebbiare in questi giorni, si prevedono produzioni allineate allo scorso anno, in quanto hanno sopperito alle difficoltà di inizio ciclo con la pioggia caduta a maggio ed all’inizio di giugno.
Per la coltura del coriandolo, una specie officinale ed aromatica diffusasi negli ultimi anni per iniziativa di imprenditori indiani che operano nel settore delle spezie, si inizierà a trebbiare nelle prossime settimane, e per le stesse ragioni del cece si prevedono produzioni standard, allineate alla scorsa annata.
Ancora, si prevede una buona annata per il girasole, che è stato seminato in condizioni ottimali per il contributo di piogge cadute ad inizio maggio ed inizio giugno, fondamentali per la levata e la formazione e crescita delle calatidi.
Tra le colture arboree, gli effetti sfavorevoli del clima, si sono evidenziati soprattutto sull’olivo. Le alte temperature registrate nella seconda metà di maggio hanno fortemente condizionato la fioritura, con riduzione dell’allegagione del 30-35 %; hanno maggiormente sofferto la cascola fiorale le cultivar a fioritura tardiva come il Leccio del corno, Rotondella o medio tardiva come Leccino, Frantoio, Arbequina, Gentile di Larino, Rumignana, Cerasa di Montenero, mentre sono allegate normalmente varietà a fioritura più precoce (4-5 gg. rispetto alle altre) come l’Arbosana.
Relativamente ai vigneti, non sono disponibili dati che indicano gli effetti della presente annata.

PUGLIA
- Frumento: 
Per quanto riguarda il grano duro, seminato su superfici leggermente maggiori rispetto allo scorso anno, a scapito di quelle del pomodoro da industria, la produttività non ha generalmente superato i 20-25 q/Ha, in pratica il 30 % in meno circa rispetto alla scorsa annata; il fenomeno della stretta, poi, ha ovviamente influenzato negativamente anche la qualità della produzione E’ da tener presente  che in provincia di Foggia quest’anno le semine sono state piuttosto  tardive a causa della scarsa piovosità nel periodo autunnale, con un proseguo primaverile anche poco piovoso, per cui erano prevedibili le scarse produzioni. In merito, è noto anche per il frumento duro, sarebbe stato opportuno qualche intervento irriguo di soccorso, allo scopo di ottenere ottime rese con le attuali produttive varietà.
In alcune località del sub appennino (Bovino, Candela), sono state raggiunte punte di 30 q/ha, con buoni valori qualitativi della granella, con peso specifico variato tra 75 e 78 Kg/Hl, con alto tenore proteico fino a 16%, mentre negli areali più interni si sono toccate punte di 80 e 81 per il peso specifico e valori proteici lo stesso alti. Secondo altre informazioni, le minori produzioni sono state determinate dal minore apporto di fertilizzanti a causa anche dell’elevato prezzo.
- Leguminose da granella
Favino, lenticchia e cece hanno fatto conseguire produzioni inferiori, all’incirca del 35-45%.
- Altre colture
Nei circa 5000 ha sottratti al pomodoro hanno trovato posto le colture del mais e del girasole. Gli agricoltori si sono orientati dove è possibile su culture irrigue appunto tipo mais e girasole. Ovviamente, il futuro delle scelte colturali sarà molto influenzato dall’incerta disponibilità di alimenti di prima necessità a livello mondiale.
- Pomodoro
Per quanto riguarda il pomodoro da industria, è in atto una sensibile riduzione della coltivazione stimata in circa il 20 %, a causa dei deludenti prezzi proposti negli accordi con l’industria conserviera. È da evidenziare tra le difficoltà dell’annata un elevato fenomeno di aborti fiorali per le elevate temperature che si stanno verificando in questo periodo, che ovviamente lasciano prevedere diminuzioni produttive.
- Colture arboree
In quest’annata, il ciliegio ha fornite produzioni abbondanti ed ottime sotto il profilo qualitativo, specialmente per alcune varietà come la Bigarreau, la Giorgia e la Ferrovia, particolarmente gradite dai mercati.  Negli oliveti, gli effetti negativi dell’andamento climatico, si presentano più marcati negli impianti non irrigui, a causa di elevati aborti fiorali. Relativamente ai vigneti, non sono disponibili dati che indicano gli effetti della presente annata. 

BASILICATA
- Frumento
I risultati produttivi ottenuti sul frumento duro nella zona Murgiana sono stati molto modesti a conferma di un’annata climatica anch’essa negativa, come nelle altre due regioni. In media la produttività è stata stimata in circa 25 q/ha, ma sono riportate anche rese estremamente minori, intorno ai 10 q/ha, a causa della mancanza di adeguati interventi tecnici, tra i quali il mancato apporto di fertilizzanti azotati.
- Colture arboree 
Le coltivazioni del pesco, delle nettarine e dell’albicocco), particolarmente diffuse nella pianura metapontina, hanno fornito, anche se irrigate, produzioni più basse dovute alla minore pezzatura dei frutti, conseguenti delle troppo elevate temperature.

Conclusioni
Come nel resto d’Italia, la scarsità delle piogge nel periodo autunno primaverile è stato il principale fattore della riduzione delle produzioni delle colture agrarie più diffuse nelle tre regioni della sezione sud-est. In realtà, l’aleatorietà delle precipitazioni è sempre stata la principale causa dell’alternanza produttiva dell’agricoltura meridionale, peraltro un po’ limitata grazie alle opere irrigue realizzate nel mezzogiorno. La gravità di quest’anno suggerisce che sarebbe opportuno innanzitutto incrementare la realizzazione di nuove opere che permettano il recupero delle acque piovane. Inoltre, altrettanto utile sarebbe la realizzazione di un maggior numero di impianti per il trattamento delle acque reflue, al fine di un loro utilizzo a scopo irriguo, come suggerito dai positivi risultati conseguiti in sperimentazioni fatte anche in Puglia.
Purtroppo sono palesi gli attuali e preoccupanti incrementi dei costi colturali, che stanno creando vere incertezze per l’agricoltura italiana; pur tuttavia, la priorità per gli alimenti di primaria necessità deve essere affrontata con il massimo impegno tecnico e politico per scongiurare le conseguenze dell’inflazione sui prodotti alimentari, che si va ad assommare a quella dei costi energetici, mentre stipendi e salari rimangono inadeguati al costo della vita.