Prodotti derivati dall’allevamento di insetti come pesticidi e fertilizzanti sostenibili

di Mauro Antongiovanni
  • 13 April 2022

Il grande interesse riservato all’allevamento di insetti da impiegare in alimentazione animale e umana è nato negli ultimi anni come risposta alle problematiche legate alle coltivazioni di fonti proteiche vegetali, in primo luogo della soia. Come è noto, tali problematiche riguardano soprattutto il contributo della deforestazione selvaggia di vaste zone per far posto alle colture e della necessità di trasporti a lunga distanza del prodotto, al riscaldamento globale.
Secondo l’entomologo Marcel Dicke, la cui opinione è citata da “Trends in Plant Science” del 2 marzo scorso (https://www.sciencedaily.com/releases/2022/03/220302110558.htm), i residui delle colture di allevamento degli insetti possono, se aggiunti al terreno, migliorare la crescita, la salute, l’impollinazione e la resilienza delle piante, oltre a promuoverne la sostenibilità delle colture.
Infatti, molte specie batteriche sono in grado di metabolizzare la chitina, un polisaccaride della N-acetil glucosamina, principale costituente dell’esoscheletro e delle esuvie degli insetti, utilizzandola efficacemente per la loro crescita. Da questo punto di vista, l’utilizzazione dei sottoprodotti degli allevamenti di insetti nelle coltivazioni agrarie costituisce un aspetto innovativo verso un sistema di economia circolare caratterizzato da scarti di scarsissima entità. Gli insetti vengono alimentati con sottoprodotti e rifiuti delle lavorazioni colturali agrarie, delle attività industriali legate alla produzione di alimenti o dei rifiuti di cucina. Gli insetti producono, direttamente e indirettamente, alimenti per l’uomo ed i residui derivanti dal loro allevamento servono a migliorare le colture agrarie. E così si chiude il ciclo.
Nell’articolo citato si fa osservare che ci vogliono circa 25 kg di foraggio fresco per produrre 1 kg di carne bovina, ma con la stessa quantità di foraggio si può produrre anche dieci volte tanta proteina edibile con gli insetti. Ciò perché la massa corporea degli insetti è costituita anche del 90% di proteine contro meno del 40% della massa di un bovino.
D’altra parte, è interessante anche il meccanismo che le piante attuano per difendersi: se una pianta è attaccata da insetti dannosi, le sue foglie secernono composti volatili che attraggono i predatori di quegli insetti. E se le sue radici sono attaccate da funghi patogeni, in presenza di microrganismi che metabolizzano la chitina, questi ultimi neutralizzano i funghi.
Quindi, non solo gli insetti, come tali, producono quantità interessanti di proteine edibili, ma i prodotti di scarto rappresentati dal loro esoscheletro sono dei validi fertilizzanti e pesticidi naturali non inquinanti.