La scomparsa del Prof. Paolo Sequi: un Maestro della Chimica Agraria moderna

di Paolo Nannipieri, Marcello Pagliai, Claudio Ciavatta, Liviana Leita
  • 09 February 2022

L’8 Dicembre 2021 si è spento il Prof. Paolo Sequi, Accademico dei Georgofili. Il Prof. Sequi si laurea in Scienze Agrarie presso l’Università di Milano e inizia subito la sua carriera scientifica presso l’Istituto di Chimica Agraria di quella Università sotto la guida del Prof. Claudio Antoniani. Nel periodo milanese ha, fra l’altro, vinto il Premio Menozzi nel 1966.
Le sue doti scientifiche furono subito notate dal Prof. O.T. Rotini, allora al vertice della chimica agraria italiana, tanto che nel 1969 lo chiamò a Pisa all'Istituto per la Chimica del terreno del C.N.R. appena istituito nella città, del quale sarà Direttore dal 1972 al 1986. Venne quindi chiamato da giovanissimo a compiti organizzativi di notevole importanza e difficoltà. Caratterialmente profondamente diverso dal suo mentore, burbero e impulsivo, Paolo era mite e riflessivo, ma profondamente determinato. Riuscì ad affermarsi guidando un gruppo di giovani, ricercatori e tecnici, di valore ma talvolta irrequieti, portando in poco tempo a livello internazionale il neonato Istituto.
Con lo stesso entusiasmo e determinazione ha poi operato negli anni ’80 nelle Università di Udine e Bologna fin ad essere stato chiamato per chiara fama, nel 1991, alla direzione dell’Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, poi del CREA.
Paolo Sequi è stato uno scienziato di levatura internazionale e un Maestro nel campo della scienza del suolo e in particolare della chimica agraria moderna. Fin dai primi passi della sua carriera è stato un grande studioso con una capacità non comune di mantenersi sempre aggiornato in campo scientifico. In una epoca in cui non c’era internet lui, oltre che a leggere le riviste scientifiche internazionali non appena giungevano in Istituto, aveva realizzato una fitta rete di rapporti epistolari con gli scienziati più conosciuti dell’epoca, aprendo la strada a collaborazioni e scambi culturali che, fin dagli anni Settanta, videro illustri studiosi, fra i quali i maggiori esperti mondiali di scienza del suolo, tenere conferenze e visitare l’Italia. Fautore della necessità di un confronto internazionale è stato tra i primi ricercatori italiani a pubblicare sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali.
È stato un ricercatore di grandi intuizioni sia in campo metodologico sia nel prevedere le migliori evoluzioni di particolari branche della scienza del suolo, come l’introduzione di nuove tecniche di analisi di immagine nello studio della microstruttura del suolo o intuire, ad esempio, le potenzialità della biochimica, ecc. È sempre stato un convinto assertore della necessità di migliorare e aggiornare le tecniche metodologiche tanto che, nel corso della sua carriera, ha coronato il suo sogno di coordinare una collana di metodi di analisi del suolo edita da Franco Angeli.
Membro di diverse Accademie fra cui, oltre ai Georgofili, l’Accademia Nazionale di Agricoltura e affiliato a diverse società scientifiche italiane e internazionali è stato, fra l’altro, Presidente prima, poi Presidente Onorario della Società Italiana della Scienza del Suolo. Con il suo sguardo sempre rivolto all’internazionalità della ricerca è stato Socio fondatore dell’International Humic Substances Society.
Le sue principali pubblicazioni scientifiche sono circa 600, la metà delle quali su riviste internazionali con referee e di vari testi. Un centinaio di altri lavori comprende contributi ad enciclopedie, articoli su giornali e su riviste divulgative. Ha coordinato la pubblicazione del volume di Chimica del Suolo e di Fondamenti di Chimica del Suolo, scritto in collaborazione con illustri docenti della disciplina. La prima versione è adottata dal 1989 e la seconda dal 2017 in quasi tutti gli Atenei italiani.
Quando, ormai libero da impegni istituzionali, poteva dedicare tutta la sua passione all’aggiornamento, allo studio, alla ricerca applicata e al trasferimento delle sue conoscenze, la malattia inesorabile gli ha pian piano spento la sua curiosità, tipica delle grandi personalità della scienza.
Riposa in pace caro Paolo, i tuoi tanti allievi e collaboratori ti porteranno sempre nel cuore.