Reti antigrandine colorate modificano i parametri di maturazione delle uve Nebbiolo e un NIRS intelligente può prevedere la composizione fenolica di bucce e semi

di Alberto Cugnetto
  • 09 February 2022

Gli effetti del cambiamento climatico sulle produzioni vitivinicole sono evidenti ed impattano in modo negativo sul potenziale quali-quantitativo di molti areali storicamente vocati.
Anche nelle regioni del nord Italia, ed in particolar modo nell’areale Piemontese, confrontando il trentennio 1960 - 1990 con il trentennio successivo (Dati Arpa Piemonte), l’innalzamento termico medio annuo regionale ha abbondantemente superato gli 1,2 °C.
In areali viticoli importanti come Langhe, Roero e Monferrato le modificazioni climatiche sono particolarmente evidenti nel periodo estivo, con incrementi che superano i 2°C medi mensili.
Si osserva inoltre un cambiamento delle precipitazioni medie che nei mesi invernali ed estivi sono tendenzialmente ridotti del 20% rispetto al trentennio 1960-1990.
Questa fenomenologia impatta per ora maggiormente sul potenziale qualitativo, anche se in alcuni anni i danni riguardano anche il potenziale produttivo. Si evidenziano cambiamenti nella dinamica di maturazione delle uve legati anche al generale anticipo vendemmiale.
Sempre con maggior frequenza, si osserva un accumulo eccessivo e repentino di zuccheri, accompagnato da una perdita considerevole di acidità totale nelle uve e nei mosti con livelli bassi di acido malico, oltre ad un generale sfasamento tra maturità tecnologica e fenolica, aspetto importantissimo per la produzione di vini rossi di alta gamma.
Un altro aspetto preoccupante riguarda gli effetti causati dalle scottature dei grappoli più esposti e che determinano importanti modificazioni qualitative della bacca, non recuperabili con le pratiche enologiche. Tra le uve maggiormente coltivate in Piemonte la cultivar Nebbiolo è molto sensibile ai danni sopra descritti.
Grazie alla collaborazione tra l’Accademia di Agricoltura di Torino e l’Azienda vitivinicola Enrico Serafino di Canale d’Alba è stato possibile avviare una sperimentazione che ha testato l’utilizzo di reti antigrandine di diverso colore con finalità secondaria ombreggiante.
L’applicazione delle reti antigrandine, seppur onerosa perché aumenta i costi viticoli (+ 24% delle h/ha annue necessarie per la gestione in verde su spalliera), permette di salvaguardare l’integrità del grappolo nell’eventualità di eventi meteorici con grandine, evitando inoltre le tanto temute scottature.
L’applicazione precoce delle reti, prima della fioritura, ha permesso di sfogliare e sfemminellare completamente la fascia grappolo, migliorando il microclima della parete fogliare e l’efficienza di erogazione dei fitofarmaci.
Oltre alla protezione dai raggi UV che causano le scottature, reti di differenti colorazioni hanno indotto delle differenze di accumulo di alcuni metaboliti delle uve. L’esperimento, che nella fascia grappolo prevedeva un controllo completamente sfogliato e sfemminellato ed uno solo sfemminellato (quest’ultima pratica è comunemente utilizzata nell’areale langarolo), ha evidenziato per le tesi trattate con reti verde scuro una maggior conservazione dell’acido malico nel succo, una maggior estraibilità dei flavani dai semi e, sulla frazione estraibile dei semi, un minor rapporto di flavani reattivi alla vanillina sulle proantocianidine.
La concentrazione zuccherina del mosto non è stata significativamente influenzata dalle coperture plastiche, così come la composizione fenolica delle bucce, almeno per i parametri indagati.
Il profilo antocianico e l’estraibilità media degli antociani dalle bucce non mostra differenze sostanziali rispetto al controllo solo sfemminellato.
La differenza compositiva dei semi e delle bucce è stata anche indagata tramite un NIR Portatile (Smart NIR SCIO) che ha permesso di elaborare una serie di algoritmi predittivi della composizione di bucce e semi a partire dagli spettri di riflettanza NIR delle uve indagate. Questo strumento portatile e di facile utilizzo, permetterebbe di velocizzare molte indagini pre-vendemmiali, sostituendo analisi di riferimento più onerose e per questo motivo poco utilizzate nella pratica.
L’uso delle reti antigrandine, con finalità secondaria ombreggiante, può risultare una valida risorsa per proteggere i grappoli dai danni meccanici e termici. Le reti di color verde scuro hanno evidenziato un effetto parzialmente ritardante della maturazione.

Per approfondimenti è possibile leggere l’articolo completo al seguente link https://openaccesspub.org/jar/article/1701