Conservazione delle ossa e idea del futuro

di Giovanni Ballarini
  • 02 February 2022

La nostra specie migratrice che si alimenta con la caccia, pesca e raccolta circa diecimila anni diviene stanziale e con l’agricoltura e l’allevamento inizia a produrre i suoi alimenti. È opinione tanto diffusa da divenire quasi una verità che in questo passaggio la nostra specie inventa e sviluppa sistemi di conservazione degli alimenti, ma non bisogna dimenticare che questi comportamenti esistevano anche prima e che diverse specie animali nascondono alimenti per mangiarli in tempi successivi. Senza trascurare le specie sociali degli insetti e in particolare le api che nei loro alveari custodiscono il miele, sopravvivere è una sfida per tutti gli animali e una delle strategie seguite è fare scorta di cibo per un incerto futuro. Non solo nell’uomo ma anche molti animali nel loro codice genetico hanno in-scritto il comportamento d’immagazzinare di cibo, una strategia che corrisponde anche uno scambio di energie investendo le proprie forze per fare scorta di viveri quando questi sono presenti in abbondanza e disporre così di cibo quando arriveranno i tempi più difficili. Animali che conservano il cibo hanno un’alimentazione erbivora, carnivora o onnivora e tra questi vi è anche il cane, il primo animale che con l’uomo condivide fin dai più lontani tempi il comportamento di conservare un particolare alimento, le ossa.
Ancor oggi è osservazione comune tra i proprietari che quando un cane ha a disposizione un osso lo nasconde al buio sotto il divano o va a seppellirlo nel giardino. Questo comportamento si ritiene derivi dagli antenati selvatici e dal lupo grigio che sotterrano le ossa nel terreno vicino alle loro tane, un nascondiglio naturale lontano dalla luce solare diretta e con una temperatura che mantiene il cibo a lungo, in modo che l'animale possa recuperarlo quando il nutrimento è scarso. I cani Terrier, Bassotti, Beagle, Basset hound e Schnauzer nano sono più predisposte di altre razze a scavare e seppellire le ossa e a cercarle, molto probabilmente perché sono razze con una maggiore propensione a scavare tane e quindi con maggiori probabilità di seppellire le ossa ma, indipendentemente dalla razza, tutti i cani hanno potenzialmente il comportamento in questione.
Recente è la documentazione di un comportamento di conservazione e consumo ritardato delle ossa di animali negli ominidi in un periodo che va da circa quattrocentomila a duecentoventimila anni fa, come si deduce dalle ricerche in una grotta di Qesem in Israele, a dodici chilometri ad est di Tell Aviv, un sito archeologico del Paleolitico inferiore. In questo sito archeologi israeliani e spagnoli trovano la prova che esseri umani anatomicamente moderni esercitano regolarmente la caccia, seguita da sezionamento degli animali, condivisione del cibo e successiva cottura. In questo sito Ruth Blasco e collaboratori (R. Blasco, J. Ro-sell, M. Arilla, A. Margalida, D. Villalba, A. Gopher, R. Barkai - Bone marrow storage and delayed consumption at Middle Pleistocene Qesem Cave, Israel (420 to 200 ka) - Science Advances, Ott. 5(10), 2019) documentano un consumo di midollo osseo immediato e le prime prove di una conservazione delle ossa per un consumo ritardato. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori utilizzano i segni specifici legati alla rimozione della pelle e della carne dalle ossa, studi sperimentali riguardanti i tempi di conservazione delle ossa e i parametri ambientali del sito, unitamente a analisi chimiche sulla conservazione del midollo osseo, giungendo alla conclusione di una conservazione delle ossa fino a nove settimane.
Già negli ominidi il grasso animale è un’importante fonte energetica nella loro alimentazione onnivora, perché in questo alimento vi è una concentrazione energetica molto maggiore di quella che vi è nelle proteine e nei carboidrati e per-tanto il grasso ha una particolare rilevanza alimentare. Oltre che nel corpo degli animali cacciati, il grasso si trova anche nelle loro ossa e soprattutto nel midollo (oltre il 90% di grasso) e nella trama delle ossa spugnose. Per mangiare il midollo osseo i nostri antenati rompono l'osso con un oggetto pesante e poi lo estraggono a mano, con un attrezzo o lo succhiano, come insegnano i costumi degli Indiani delle grandi praterie americane e degli Eschimesi Nunamiut dell’Alaska. Il grasso nelle ossa è inoltre ben conservabile se mantenuto protetto nelle ossa stesse.
Ominidi tra i quattrocento e i duecentomila anni fa conservano le ossa per poi mangiarle in un tempo successivo come probabilmente già fa il primo lupo grigio (Canis lupus) in Eurasia circa un milione di anni. La conservazione di alimenti non è solo dei lupi e poi dei cani, ma anche di altre specie tra queste di roditori (scoiattoli ecc.) e uccelli (nocciolaia, ghiandaia ecc.). Il mustelide americano tayra (Eira barbara) nasconde le banane verdi per poi mangiarle in seguito quando sono ormai mature (Soley, F.G., Alvarado-Díaz, I. - Prospective thinking in a mustelid? Eira Barbara (Carnivora) cache unripe fruits to consume them once ripened. - Naturwissenschaften, 98, 693–698, 2011).
Questi comportamenti presuppongono una memoria di dove gli alimenti sono riposti ma soprattutto un pensiero prospettico e un qualche tipo di visione per un’utilizzazione futura, quindi un senso, non necessariamente una conoscenza o coscienza del tempo. Negli ominidi prima, ma soprattutto nella nostra specie dove si consolida il senso del tempo e la coscienza del futuro, non deve quindi stupire come proprio sulle ossa si concentrano e si mantengono riti di conservazione non più alimentari, ma simbolici, dalle reliquie delle persone e dei santi ai dolci tipici delle celebrazioni del Giorno dei Morti: le Ossa dei Morti di molte cucine tradizionali italiane ai calavera (scheletro in lingua spagnola) teschi di zucchero del Messico.