Uno Pseudococcide da quarantena fitosanitaria

di Santi Longo
  • 15 December 2021

Nel luglio 2020 su tre piante di Hibiscus rosa-sinensis, messe a dimora, da privati, cinque anni fa in un’aiuola del centro urbano di Catania, fra i numerosi esemplari di Aphys gossipii, presenti sulla pagina inferiore delle foglie, è stata rilevata la presenza di neanidi di uno Pseudococcino. Nel successivo mese di novembre, una delle tre piante era defogliata; mentre, sul 60% degli apici vegetativi e dei fiori di un’altra, erano presenti numerose femmine adulte e neanidi dello Pseudococcide; nella terza pianta, la presenza di colonie era limitata al 20% degli apici vegetativi.
L’esame morfometrico degli esemplari raccolti, effettuato dalla prof.ssa Mazzeo, ha accertato che la specie era riferibile a Phenacoccus solenospis, Pseudococcide di origine nord-americana, ampiamente diffuso in Asia, in Africa e in Australia. Nel Bacino mediterraneo è presente dal 2011, a Cipro, e dal 2015, in Egitto; successivamente è stato riscontrato nell’isola greca di Creta, nonché in Israele. In Italia è stato segnalato nel 2019 nel Lazio e in Sicilia. La specie, altamente polifaga, vive su circa 300 essenze vegetali ma risulta particolarmente dannosa al Cotone e alle Solanacee, nonché a numerose ornamentali; in Malesia sono segnalati gravi danni all’Ibisco rosa. Lo sviluppo delle piante di Cotone infestate si arresta, cui seguono filloptosi e antoptosi più o meno accentuate; le capsule restano chiuse, con perdite di resa che, in India, variano dal 30 al 60%. Le foglie di pomodoro ingialliscono, si increspano, raggrinziscono e, nei casi di gravi infestazioni, le piante muoiono. Oltre al deperimento, anche nei casi di moderate infestazioni, le ornamentali vengono deprezzate per la presenza di fumaggini che sviluppano sulla melata escreta dallo Pseudococcide il quale presenta tutte le caratteristiche dei parassiti da quarantena fitosanitaria stabilite dall’UE.
Le femmine adulte hanno il corpo giallastro lungo da 2,5 a 5 mm, ricoperto da cera bianca polverulenta, e raggi cerosi marginali. Le neanidi neonate sono giallastre, di forma ellittica, lunghe circa mezzo millimetro; il corpo delle neanidi di seconda e terza età è giallastro lungo, rispettivamente, uno e due millimetri, munito di corti raggi cerosi marginali. Nel primo sito di ritrovamento non sono stati riscontrati esemplari sulle piante di Oleandro e di Portulaca vicine alle tre piante di Ibisco; su quest’ultime, solo a partire dal mese di agosto 2021, sugli apici vegetativi sono ricomparse le numerose femmine adulte occasionalmente accudite da formiche. Le giovani femmine, si sono trasferite sulla pagina inferiore delle foglie dove, raggiunta la maturità, hanno partorito le prime neanidi; quest’ultime sono rimaste vicine in gruppi di 30-50 individui per tutta la prima età; successivamente in parte si sono trasferite sugli apici vegetativi. Nel mese di ottobre la densità di popolazione ha raggiunto il massimo e molte giovani femmine, si sono trasferite sulle foglie dove hanno deposto uova subito schiuse o partorito le neanidi protette in parte dal corpo materno e da lassi filamenti cerosi, senza formare il denso ovisacco tipico delle specie di Pseudococcidi ovipari. Non sono stati osservati maschi ed è noto che, in molte cocciniglie, la riproduzione può avvenire per partenogenesi.
Su una delle piante esaminate, sotto il corpo di tre femmine partorienti dello Pseudococcide sono state riscontrate due larve e una pupa di un Coleottero Scimnino, in corso di studio, predatore delle neanidi neonate e delle uova uova; mentre, dalle neanidi di terza età e dalle giovani femmine isolate, non sono sfarfallati parassitoidi. Un attivo limitatore naturale è l’Imenottero Encirtide Aenasius arizonensis che parassitizza le neanidi di seconda e terza età nonché le giovani femmine dello Pseudococcide; il parassitoide è ampiamente diffuso al seguito del suo ospite principale, a carico del quale, in campo, nel sud dell’Asia, ha fatto registrare tassi di parassitizzazione del 62%;in Israele, la sua attività ha ridotto l’impatto delle infestazioni; pertanto si ritiene che l’auspicabile arrivo nei nostri ambienti di A. arizonensis, dovrebbe essere accelerato attuando tempestivi programmi di lotta biologica con il metodo “propagativo” che, sulla base dei risultati ottenuti in altri Paesi è in grado di ristabilire l’equilibrio biologico turbato dall’arrivo del pernicioso Pseudococcide bloccandone l’ulteriore diffusione nel nostro Paese.             

FOTO: Foglie infestate da Phenacoccus solenospis