Intervista a Simone Orlandini

Ordinario di Agronomia e coltivazioni erbacee all’Università di Firenze, accademico e consigliere dei Georgofili, recentemente eletto Presidente della Conferenza di Agraria.

di Giulia Bartalozzi
  • 24 November 2021

Professore Orlandini, ci può spiegare che cosa è la CONFERENZA NAZIONALE PER LA DIDATTICA UNIVERSITARIA DI AG.R.A.R.I.A. (AGricoltura, Risorse forestali, Ambiente, Risorse animali, Ingegneria del territorio, Alimenti)?
La Conferenza di Agraria unisce i rappresentanti di ogni sede universitaria, pubblica e privata, che organizza e gestisce Corsi di laurea e Corsi di laurea magistrale su tematiche attinenti o collegate alle scienze agrarie, forestali, agro-ambientali e agro-alimentari. Rappresenta quindi la sede dove si affrontano in modo coordinato e condiviso tutti gli aspetti legati alla didattica del settore. In particolare, la Conferenza è organizzata in alcuni Tavoli di Coordinamento Nazionale dei Corsi di Laurea nelle diverse Classi (forestali, agrari, alimentari, etc.) che raccolgono i Presidenti dei Corsi di Studio presenti nelle varie sedi universitarie.

Una bella soddisfazione e responsabilità dunque, essene a capo …
Personalmente sono molto onorato di essere stato eletto Presidente della Conferenza di Agraria. Ringrazio i colleghi Direttori o Presidi che mi hanno dato fiducia e metterò il massimo impegno per consentire alla Conferenza di rispondere al meglio alle prossime attività in cui verrà coinvolta. Un ringraziamento ai colleghi Gianni Barcaccia (Padova), Danilo Ercolini (Napoli), Giovanni Sanesi (Bari) e Alberto Tamburini (Milano) che hanno dato la disponibilità a collaborare con me entrando a far parte della Giunta della Conferenza. Un grazie particolare a Stefano Colazza, Presidente uscente, con il quale ho avuto il piacere di collaborare e che ha condotto la Conferenza con impegno e competenza.

Quale sarà l’indirizzo seguito durante la sua Presidenza?
In primo luogo l’obiettivo è mantenere la stretta collaborazione esistente all’interno dell’area. Questa è infatti una caratteristica specifica che non si ritrova in altre aree scientifiche. La conferenza ha infatti stretti legami con AISSA (Associazione Italiana Società Scientifiche agrarie) , con i membri del CUN (Consiglio Universitario Nazionale, con gli Ordini Professionali. Esiste una continua collaborazione, le informazioni circolano e vengono organizzati eventi congiunti. Questo consente di affrontare in modo condiviso le diverse problematiche, individuando risposte efficaci ai diversi temi che si presentano. In questo contento, mi preme mettere in evidenza il grande contributo dato dall’Accademia dei Georgofili, che rappresenta un attore centrale nel processo di integrazione e sviluppo della nostra area.

Quali saranno le prossime attività?
In primo luogo organizzeremo una riunione di presentazione della Giunta con i Tavoli di Coordinamento in modo da condividere una modalità di lavoro. Inoltre cercherò di coinvolgere i membri della conferenza organizzando gruppi di lavoro per affrontare gli aspetti di maggiore interesse. Fra questi, in primo luogo la manutenzione delle classi di laurea. Ma la Conferenza porrà l’attenzione anche sulla riforma dei saperi, sulla modifica del reclutamento, sulle lauree abilitanti, sui rapporti con gli ITS e le lauree professionalizzanti.

Un’ultima domanda: che cosa direbbe oggi a un giovane che intraprende i corsi di laurea nel settore agrario, forestale e alimentare?
I corsi di laurea comprendono tematiche che rappresentano e rappresenteranno sempre di più nei prossimi anni le sfide che in ambito regionale, nazionale e globale saremo chiamati a affrontare e cercare di risolvere. La sicurezza alimentare, qualità dei prodotti, la gestione del territorio, la conservazione del suolo e delle acque, la biodiversità, la sicurezza sul lavoro, i cambiamenti climatici, il benessere animale sono temi centrali dei nostri corsi di laurea. Di rilievo il fatto che sempre di più si introducono tecnologie innovative, quali satelliti, droni, modelli matematici, sistemi di monitoraggio elettronici, etc., che rendono così il laureato un vero e proprio ingegnere del settore, in grado di affrontare con gli strumenti più aggiornati le sfide professionali, fra cui la più significativa è sicuramente quella di garantire produttività per una popolazione crescente e sostenibilità economica, ambientale e sociale.