Il credito agrario ieri, oggi, domani

Prolusione di Antonio Patuelli, Presidente ABI (Associazione Bancaria Italiana)

  • 26 March 2014
Pronunciando a Firenze, a Palazzo Vecchio, la prolusione all’inaugurazione del 261° Anno Accademico dell’Accademia dei Georgofili, il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, ha affrontato le tematiche del credito agrario e ha affermato fra l’altro che i finanziamenti bancari all’agricoltura in vigenza della vecchia legge bancaria crebbero dai 4 milioni di Euro del 1981 ai 20 milioni di Euro dei primi anni Novanta.
Dopo il Testo Unico del 1993 è cresciuto progressivamente il credito all’agricoltura fino ai circa 44 milioni di Euro del 2012 e del 2013, i massimi storici, di fronte ai quali le sofferenze sono ora attestate a circa il 10%, un livello elevato, ma inferiore a quello degli ultimi anni della precedente legislazione.
Marginale è, invece, divenuto l’ammontare del credito agevolato all’agricoltura sceso nel 2009 sotto il miliardo di Euro e attestato nel 2012 e 2013 a poco più di soli 500 milioni di Euro.
Insomma – ha aggiunto il Presidente Patuelli – le banche in Italia hanno sviluppato il credito agrario visto come un settore imprenditoriale e come tale valutandolo senza privilegi o discriminazioni.
Possiamo inoltre constatare da parte delle banche in Italia un rinnovato e più forte interesse verso il comparto agricolo, con la nascita anche di nuovi settori dedicati e lo sviluppo di prodotti specifici, conseguente anche a una più corretta applicazione dei principi di Basilea e di una più accurata valutazione del rischio in un comparto così peculiare, quale quello dell’agricoltura.
Il Presidente Patuelli ha concluso affermando che più le aziende agricole vedranno crescere una cultura d’impresa e strutture di gestione proprie delle imprese, più sarà possibile favorire l’ulteriore crescita di una seria e trasparente collaborazione fra banche e imprese agricole in una fase in cui le aziende agricole sono spesso protagoniste di un nuovo interesse.

Il salone dei Cinquecento durante la cerimonia per l'inaugurazione del 261° anno accademico