Climate change, verso un futuro con meno mais e più grano

  • 17 November 2021

Le produzioni agricole dei prossimi decenni? Un calo di quasi un quarto del mais e un incremento fino al 18% del grano. Non se la passeranno bene anche soia e riso. A modificare in maniera così netta le coltivazioni saranno i cambiamenti climatici. In particolare l'innalzamento delle temperature, la variazione della quantità delle precipitazioni e la maggior concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera. A dirlo è uno studio pubblicato su Nature Food, basato su alcuni dei più accreditati modelli internazionali impiegati per lo studio del clima e delle reazioni della Terra.
In estrema sintesi, gli scienziati sostengono che l'innalzamento delle temperature creerà problemi alle coltivazioni di mais, concentrate nelle aree sub tropicali del pianeta, America centrale, Africa occidentale, Asia centrale, Brasile e Cina. Quelle dove l'innalzamento della colonnina di mercurio si fa sentire di più. Al contrario, il grano, che cresce nelle aree temperate, guadagnerà superfici potenzialmente adatte alla coltivazione in Canada, Nord Europa, Stati Uniti, nell'Asia centrale, nell'Africa orientale, nel nord della Cina e nel sud dell'Australia.
Non solo. Il frumento avrà rese superiori a quelle attuali grazie alla spinta della CO2 . Infatti, l'anidride carbonica accelera il metabolismo delle piante, ma il grano è più sensibile del mais a questo processo. Lo studio avverte come la produttività media del mais a fine secolo potrebbe passare da +5% -24% (a seconda dei modelli utilizzati). Al contrario, il grano mostra guadagni di rese che vanno da un minimo del 9% a un massimo del 18%.
Nella giornata dedicata alla natura e all'uso del suolo della cop26 di Glasgow, 45 governi guidati dal Regno Unito, si sono impegnati a investire quattro miliardi di dollari in azioni per proteggere la natura e passare a sistemi agricoli più sostenibili. Circa un quarto delle emissioni mondiali di gas serra viene dall'agricoltura, dalle foreste e da altri usi del terreno, e questo comporta la necessità di una riforma del modo in cui si coltiva e si consuma il cibo, per fronteggiare il cambiamento climatico.
I quattro miliardi di dollari di investimenti pubblici che gli Stati si impegnano a mobilitare nell'innovazione agricola saranno spesi nello sviluppo di sementi resistenti al cambiamento climatico e in soluzioni per migliorare la salute del suolo, oltre che nel rendere disponibili queste innovazioni agli agricoltori di tutto il mondo.

da: Terra e Vita, 8/11/2021