Nutrizione azotata della vite

I migliori momenti per l’applicazione dell’azoto sono quelli fra la fioritura e l’invaiatura o quelli subito dopo la raccolta

di Silverio Pachioli
  • 27 October 2021

La ripresa vegeto-riproduttiva della pianta si realizza, spesso, prima che l’apparato radicale sia capace di assorbire adeguate quantità di nutrienti dal suolo. In tali situazioni le prime fasi di crescita vegeto-riproduttiva sono sostenute dalla “rimobilizzazione” degli elementi minerali accumulati la stagione precedente negli organi perenni (radici, tronco, rami).
La fonte di azoto utile per lo sviluppo e la crescita degli organi nelle piante perenni (come la vite) proviene da due processi: a) assorbimento radicale; b) mobilitazione delle riserve di azoto localizzate nelle strutture perenni (radici e tronco).
Questi due processi possono avvenire contemporaneamente o essere disaccoppiati nel tempo, come avviene nella prima parte del ciclo. La vite, come tutte le piante legnose, è una pianta molto dipendente delle sue riserve di azoto (e carbonio), che svolgono un ruolo cruciale per la crescita all'inizio del ciclo (Tromp, 1983; Loescher et al., 1990).
Il contributo (in %) di ogni compartimento (radici/tronco) alle riserve varia a seconda degli autori: da 40/60 per Wermelinger (1991), 65/35 per Schreiner et al. (2006), vicino a 80/20 Bates et al. (2002).
Sebbene si utilizzino proteine, le riserve di azoto sono preferibilmente costituite da amminoacidi, che sono la forma più comune e più economica di stoccaggio (basso C/N). L'arginina è predominante, rappresentando fino al 60% della quantità di azoto totale.
Le sostanze carboniose vengono accumulate sotto forma di amido (il 90% dello stoccaggio dell'amido è nelle radici), che viene immagazzinato principalmente a livello dei raggi parenchimali delle cellule delle radici e rappresenta 1/3 della massa secca delle radici (Zapata e al., 2004).
La crescita dell’apparato radicale riprende molto lentamente al germogliamento, man mano che il carbonio organicato dalle nuove foglie arriva a livello delle radici.
Il picco di crescita delle radici, generalmente, segue quello del picco di crescita dei germogli di 2 o 3 settimane.
L'assorbimento di azoto (e di altri elementi minerali) è un processo attivo che richiede energia neoformata, non proveniente dalle riserve. Fino al 25% dell'energia prodotta dalla fotosintesi può essere utilizzata per la funzione di assorbimento. La capacità delle radici di assorbire l'azoto è, quindi, dipendente dalla traslocazione dei carboidrati neoformati verso l’apparato radicale. La ripresa dell'assorbimento di azoto (e degli altri elementi minerali) si situa generalmente intorno allo stadio “3-5 foglie distese”. Un piano di fertilizzazione deve cercare di rendere disponibile l'azoto per la vite in questa fase. Apporti molto precoci non consentono alle radici di assorbire l’azoto poiché non ci sono foglie neoformate e, quindi, non c'è fotosintesi per la produzione di zuccheri, fonte principale di energia per l'assorbimento.
Dal punto di vista operativo i migliori momenti per l’applicazione dell’azoto sono quelli fra la fioritura e l’invaiatura o quelli subito dopo la raccolta (fatti precocemente). Prima del germogliamento, infatti, non c’è assorbimento di azoto degno di nota nelle parti legnose della vite. Subito dopo l’apertura delle gemme c’è un assorbimento interessante che raggiunge il massimo circa 4 settimane dopo la fioritura, quando vengono assorbiti 1,5-1,6 kg di azoto/ettaro al giorno. L’azoto applicato tra la schiusura delle gemme e la fioritura viene utilizzato prevalentemente per l’accrescimento vegetativo. Un altro picco di assorbimento si verifica subito dopo la raccolta, con circa 1 kg/ettaro/giorno, anche se interventi effettuati in questo periodo riescono ad assicurare solo il 12% delle richieste primaverili. Le radici continuano ad accumulare azoto fino alla caduta delle foglie.

Tappe della nutrizione azotata nella vite
a) Dal germogliamento alla fioritura: la crescita dei nuovi organi dipende soprattutto dall’azoto di riserva accumulato durante il precedente ciclo.
b) Da fine fioritura al termine della ripresa vegetativa: assorbimento radicale attivo dell’azoto, sufficiente per garantire la crescita vegetativa.
c) Fine rapida crescita vegetativa-invaiatura: le foglie e gli acini sono importanti sink per l’azoto
d) Dall’invaiatura alla vendemmia: l’assorbimento radicale dell’azoto può arrestarsi. Gli acini sono i principali sink. Ridistribuzione dell’azoto dalle foglie, dal tronco e dalle radici verso gli acini.
e) Dalla vendemmia alla caduta delle foglie: assorbimento radicale dell’azoto nuovamente attivo. Ridistribuzione dell’azoto dai tralci agostati e dalle foglie verso le strutture permanenti (legno vecchio, radici, ecc.)

Fase 1: germogliamento
Fase 2: fioritura
Fase 3: allegagione
Fase 4: dimensione piccolo pisello
Fase 5: invaiatura
Fase 6: maturazione-caduta foglie

 

Fig. Assorbimento di azoto durante il ciclo annuale (Fonte IFV).jpg