Castagne e fertilità umana

di Giovanni Ballarini
  • 29 September 2021

Un preoccupante calo della fertilità maschile umana è dovuto a una progressiva diminuzione della concentrazione di spermatozoi nel liquido seminale che nella popolazione del Nord America, Europa, Australia e Nuova Zelanda dal 1973 in poi diminuisce in media dell’1,4% all’anno con un calo complessivo che ha superato il cinquanta per cento. Al calo del numero totale e della concentrazione degli spermatozoi si associa un peggioramento della qualità spermatica e quindi della salute intrinseca di queste delicate cellule chiamate spermatozoi (Levine H. Jorgensen N., Martino-Andrate A. et alii – Temporal trends in sperm count: a systematic review and meta-regression analisis – Human Reproduction Update, 23, n. 6, 646-659, 2017). Le cause di questo continuo declino che provoca circa la metà dell’infertilità di coppia non sono conosciute e sono state avanzate molte ipotesi che comprendono l’uso di pantaloni troppo stetti, l’inquinamento ambientale, il fumo di sigaretta, lo stress, lo stile di vita in generale e tante altre condizioni senza poter giungere a alcuna conclusione certa. Molti fattori sono coinvolti in questo declino e sono stati fatti grandi sforzi per salvare la spermatogenesi, ma con pochi progressi nel miglioramento della qualità dello sperma. Inoltre è stato sottovalutato il ruolo dell’alimentazione sul quale recentemente hanno richiamato l’attenzione ricercatori cinesi coinvolgendo, diciamo subito in senso positivo e di possibile contrasto al calo degli spermatozoi, le castagne e aprendo un nuovo scenario sul ruolo degli alimenti nella infertilità maschile (Shuai Yu, Yong Zhao, Fa-Li Zhang, Ya-Qi Li, Wei Shen, e Zhong-Yi Sun - Chestnut polysaccharides benefit spermatogenesis through improvement in the expression of important genes - Aging (Albany NY) Jun 30, 12 (12), 11431–11445, 2020).
Di castagne possiamo parlare quando erano un alimento diffuso nel periodo tardo autunno – invernale e considerando anche (con tutte le cautele!) che soprattutto nel passato in Italia il numero di nascite aveva un picco più alto nel mese di Settembre (mese di massimo) che corrisponde a concepimenti in dicembre, tempo di castagne (Chiara Sanna, Gabriele Ruiu, Alessio Fornasin - La stagionalità delle nascite nelle regioni Italiane all’indomani dell’Unificazione – Università di Udine, 2013) e senza dimenticare che i cinghiali, che di castagne si nutrono, non pare abbiamo problemi di fertilità.
Il castagno (Castanea sativa) è originario dell’Asia Minore, introdotto dai Greci in Europa, i Romani lo diffondono capillarmente. Per tutto il Medioevo gli ordini monastici mantengono viva la castanicoltura perché la castagna è pane d’albero e il castagno diviene l’albero del pane soprattutto nel periodo invernale, senza dimenticare che il frutto caduto non va sprecato ma ingrassa i porci che pascolano nei boschi. Molto si sa delle caratteristiche nutrizionali della castagna, meno di possibili effetti extranutrizionali nutraceutici. Le castagne sono però utilizzate nella medicina tradizionale cinese e i loro principali componenti attivi sono i polisaccaridi di castagno che hanno molte attività biologiche e tra queste i ricercatori cinesi sopra citati documentano significativi effetti sulla spermatogenesi e sui meccanismi sottostanti. In animali d’esperimento un’alimentazione con i polisaccaridi di castagna accresce significativamente la motilità e la concentrazione degli spermatozoi (rispettivamente da quattro a dodici volte), ma soprattutto migliora lo sviluppo dei tubuli seminiferi aumentando il numero di cellule germinali dopo il trattamento con busulfan, un farmaco anticancerogeno che danneggia la produzione di spermatozoi. Importante è che i polisaccaridi della castagna agiscono sui geni dell'espressione delle proteine della spermatogenesi, aumentano i livelli di sintesi ormonale e migliorano il microambiente testicolare salvando la spermatogenesi.
Indubbiamente i risultati di una sola indagine non portano a concludere che il maggior numero di concepimenti invernali o che il gran numero di cinghiali nei boschi siano la conseguenza delle castagne, e neppure che la loro mancanza nell’alimentazione sia la causa della diminuzione degli spermatozoi nella popolazione mondiale, ma indicano una nuova strada di ricerca su come taluni alimenti interferiscono sulla produzione di spermatozoi aprendo una nuova strada per il trattamento dell’infertilità maschile. Siamo però in tempo di castagne, i polisaccaridi dei questo frutto sono prodotti naturali e le nuove conoscenze acquisite grazie anche ai ricercatori cinesi rivalutano la castagna nell’alimentazione umana nella quale possiamo usare una gran varietà di ricette, da quelle povere della polenta di castagne e dei castagnacci ai dolci più squisiti come i marroni canditi e il montebianco. Una rivalutazione della castagna come alimento è anche un valido sostegno per un rilancio della castanicoltura, ma questa è un’altra, anche se importante storia.