Agricoltura sostenibile, in Sardegna gli under 40 pionieri dell’innovazione

  • 21 October 2020

La nuova agricoltura predilige la sostenibilità e l'economia circolare. E grazie all’innovazione riesce a superare le difficoltà rappresentate da mancanza di collegamenti o infrastrutture. È la strada intrapresa dai giovani imprenditori agricoli della Sardegna che rappresentano il 13% delle 48 mila aziende agricole operanti nell’isola. I dati emergono da uno studio effettuato da Coldiretti Sardegna in cui si rimarca il fatto che «a differenza della media nazionale ed europea che fissa all’8% il numero di imprese composte da under 40 in Sardegna la media sale (al 13% appunto) così come arriva al 20% il dato delle aziende under 40 condotto da imprenditrici donne.
Il popolo degli under 40 fa funzionare imprese con una particolare attenzione e propensione verso la sostenibilità, il risparmio delle risorse e i processi di economia circolare con cui si prevede la valorizzazione e il reimpiego degli scarti di lavorazione.
Il nuovo orizzonte dell’agricoltura guarda dunque alla svolta green. L’agroalimentare è un settore che in Sardegna conta 48 mila imprese, un fatturato complessivo di 1,5 miliardi di euro e «circa centomila persone tra diretti, trasformazione e logistica.
Le aziende più innovative e sostenibili sono state premiate dagli Oscar green. Tutte dedite alle produzioni locali ma anche attente a recuperare e riutilizzare, nell’ambito di un processo di economia circolare, anche i residui di lavorazione. Come capita a Irgoli dove i giovani gestori di un birrificio artigianale utilizzano i residui della produzione della birra come mangimi per gli animali. Oppure , come avviene a Sadali, dove gli scarti di lavorazione di un’impresa che produce erbe officinali diventano resina naturale per le ceramiche.
Poi c’è la tecnologia che in un’ottica di produzione, efficienza e risparmio delle risorse, diventa importante. Come capita ad Arborea dove un’azienda grazie alla tecnologia dei droni è riuscita a ridurre del 20% l’utilizzo dell’acqua e del 30% quello dei concimi oltre che dei fitofarmaci.
Un’ imprenditrice di Cardedu, trasforma le olive e l’uva delle sue terre con macchinari a basso impatto ambientale, e oltre all’olio e vino produce anche paté e una linea cosmesi (creme per il corpo, shampoo e stick labbra). Gli scarti di lavorazione diventano biocombustibile naturale per riscaldare l’azienda e la propria casa di abitazione e si appresta a per trasformare le vinacce in biogas.

da IlSole24Ore.com, 13/10/2020