La tecnologia salva l’agricoltura: chi si è innovato soffre meno la crisi Sars-CoV2

  • 27 May 2020

Tra il 2017 e il 2019 il valore del primo settore in Italia è cresciuto da 100 a 450 milioni, un boom in un contesto economico recente spesso non facile, ma notevolmente agevolato dall'apporto della tecnologia. Questo è quanto risulta dai numeri riportati dall'ultimo report di Smart Agrifood. Secondo l'Osservatorio il valore attuale dell'agricoltura in Italia corrisponde al 5% mondiale, dopo essere cresciuto di altri 70 milioni di euro rispetto al 2018, ovvero del 22% in soli dodici mesi. L'agricoltura 4.0 è quindi la principale prospettiva per garantire al settore di soddisfare le necessità del mercato, abbattendo i costi e possibilmente salvaguardando l'ambiente.
Nel report vengono riportati i risultati di un sondaggio che vede il 36% degli allevatori e degli agricoltori esprimere un parere positivo rispetto all'introduzione di tecniche innovative nel proprio lavoro, in particolare con benefici alla produzione, alla distribuzione e alla semplificazione delle singole fasi di raccolta e trasformazione dei prodotti. La ricetta elettronica in allevamento, introdotta nel 2019, salvaguarda il benessere degli animali, mentre l'uso di macchinari avanzati e smart garantisce un abbattimento delle emissioni. Dieci litri in meno per ogni ettaro, secondo l'Osservatorio, l'equivalente di 6 euro risparmiati per ogni 10mila metri quadrati. Grazie alle tecniche innovative anche l'uso di fertilizzanti e antiparassitari è stato ridotto del 10-15%.
Nel settore agricolo è sempre più influente il ruolo delle startup, nuove e piccole aziende che offrono tecniche alternative e soluzioni innovative con servizi che rendono più efficiente il lavoro di agricoltori e allevatori. Nel mondo le startup affermate in questo settore sono 737, per un valore di mercato totale di 13,5 miliardi di dollari. Di queste circa sette su dieci si occupano di ecommerce, nell'ambito della distribuzione, mentre il 20% si dedica a tecniche di agricoltura 4.0. La qualità alimentare e la zootecnia coprono invece un 4% del totale a testa. Il resto appartiene invece a sostenibilità, tracciabilità e logistica.
«Significativo come in un periodo di crisi economica il settore continui a crescere grazie alla capacità di innovarsi», ha spiegato il direttore dell'Osservatorio Smart Agrifood Filippo Renga. «Anche con lo scoppio dell'epidemia saranno in grado di reagire meglio quelle aziende agricole che nei mesi passati sono state maggiormente aperte all'introduzione delle nuove tecnologie». La maggioranza delle soluzioni digitali ha riguardato comunque il Blockchain, che rappresenta il 43% dell'intera offerta. Sono cresciute del 111% nell'ultimo anno, con 82 progetti internazionali dedicati al tema. «L'11% di questi è italiano», ha infine ricordato Renga.

da: Corriere Innovazione, 14/5/2020